4 Ottobre 2019

Nainggolan non dimentica l’Inter: “Sono contento che quest’anno sia così forte, le auguro il meglio”

Poi la delusione: "Secondo me potevo stare in quella squadra: in caso di Scudetto rosicherei"

Quella che avrà luogo domenica sarà una partita speciale per Radja Nainggolan: tornerà infatti a Roma contro i giallorossi. Il Ninja non ha mai negato di essere rimasto molto legato all’attuale squadra di Fonseca e anche alla città, motivo per cui, per lui, questa partita non sarà mai come tutte le altre. E lo ha spiegato anche nell’intervista rilasciata a Repubblica.

Ritorno all’Olimpico – «Se mi farà effetto? Certo. L’anno scorso non ci ho giocato con l’Inter, non so bene cosa aspettarmi allo stadio. Spero non mi fischino».
Biglietti omaggio – «Solo gli amici stretti me li hanno chiesti, sono dodici: era la normalità quando ero lì, ma da qui a domenica aumenteranno».
Cagliari – «Qui sono diventato uomo e giocatore di calcio. È come tornare a casa. Cagliari è piccola, passeggio in centro, mangio una cosa fuori, vado dove mi porta il giorno».
Malattia della moglie – «Claudia è donna forte e sta cercando di trasmettere pubblicamente un messaggio. Io sono più intimo, lei ha fatto una scelta ed è lei che deve decidere: vuol far capire che non bisogna vergognarsi, sono cose che bisogna combattere, una volta che ce le hai l’unica uscita è quella. Sta cercando di parlarne con persone, altre donne che hanno la stessa malattia per incoraggiarle a non vergognarsene mai».
Meglio l’affetto o i titoli – «Non ho mai pensato allo Scudetto: non ho vinto niente ma non mi interessa, non cambierei nulla della mia carriera. Meglio stare dove mi apprezzano e mi vogliono bene».
Plusvalenza – «Assurdo dover vendere per forza i giocatori, così una società non potrà mai vincere. E si trasformano gli uomini in numeri».
Inter in Champions grazie a un suo gol – «Vero, l’Inter l’ho portata in Champions col gol decisivo, ma il merito è di tutti. Sono contento che siano veramente forti quest’anno, auguro loro il meglio».
Scudetto nerazzurro – «No, dispiacere no. Ma un po’ “rosicherei”: secondo me in quella squadra ci potevo stare».
Conte l’ha lasciato partire – «La società su di me aveva preso una decisione. Lui alla società aveva chiesto dei giocatori, e se vuoi ottenere qualcosa devi anche dare. È strano trattare due anni fa un giocatore dicendo che non ne puoi fare a meno e due anni dopo non calcolarlo più: non mi pare logico».
Lukaku – «Se mi ha chiamato in estate? Sì, l’ho sentito. Mi ha detto che stava andando a Milano, mi ha chiesto di aspettare: “Dai, quest’anno staremo insieme”, poi è successo il contrario».
Razzismo – «Io credo che il razzismo ci sia sempre stato e temo ci sarà sempre, è nella testa della gente. Ma non si può e non si deve accettare».
Discorsi in spogliatoio – «Sì, del razzismo se ne parla perché fa parte del nostro mondo, ci riguarda da vicino. Altri temi poco».

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