21 Maggio 2020

Branca: “Messi doveva essere il regalo del centenario, ma non se la sentiva. Sneijder? Gli stavo dietro da 8 mesi”

L'ex dirigente dell'Inter intervistato alla vigilia dell'anniversario del Triplete

Marco Branca

Spesso si dimentica quanto costruito all’Inter da Marco Branca negli anni trascorsi da direttore dell’area tecnica. L’ex dirigente nerazzurro, artefice nella costruzione delle formazioni che sotto la sua guida hanno conquistato ben 15 trofei, dopo il divorzio con il club interista ha proseguito il suo lavoro all’interno del mondo del calcio ma come osservatore, in attesa di una nuova sfida intrigante che lo possa riportare al centro dei riflettori. Ad un giorno dai dieci anni della vittoria del Triplete, Branca è stato intervistato sulle pagine di Libero. Questa la prima parte:

Branca, la vigilia della finale di Champions vinta 2-0 contro il Bayern la ricorda?
“Perfettamente, c’era un’atmosfera di grande sicurezza, pensate da quale filotto venivamo: l’eliminazione al cardiopalma del Barcellona in semifinale, la vittoria della Coppa Italia a Roma sulla Roma e quella dello scudetto a Siena. Eravamo pronti ad affrontare e superare qualsiasi imprevisto, mentalmente ci siamo presentati da vincenti. E così è stato”.

A proposito di Barcellona, ai catalani l’estate precedente avevate ceduto Ibrahimovic che in quel momento era in assoluto uno dei più forti al mondo. Come si matura una decisione simile?
“Per giocare nell’Inter bisogna essere felici al 100% e Zlatan era venuto sinceramente a dirci che non aveva più la serenità necessaria. È un ragazzo di grande carattere, spiritoso, molto corretto, lo abbiamo ascoltato e cercato la soluzione ideale per entrambi, anche perché in quel momento la sua aspirazione era provare un calcio diverso e il Barcellona, quel Barcellona, era un grande richiamo per lui. L’affare si è concretizzato molto velocemente perché noi già da tempo seguivamo Eto’o”.

Da quanto tempo?
“Da due anni tessevo relazioni con il suo agente, sono cose che si costruiscono da lontano”.

Il camerunense ha appena raccontato alla Gazzetta che “Mourinho mi mandò la foto di una maglia nerazzurra con il numero 9 scrivendomi: ‘È tua: ti aspetta'”.
“È stato l’assist che mancava per convincerlo, perché con Samuel avevo parlato diverse volte ed era già molto intrigato dall’idea di venire a Milano. Dunque sul piatto dalla nostra parte c’era Ibra, sulla loro Samuel, 45 milioni e anche Hleb, valutato 5 milioni, che però non è voluto venire. Alla fine abbiamo venduto Ibra per Eto’o più 50 milioni. Peccato che poi Zlatan a Barcellona si sia trovato male con Guardiola, questo mi spiace”.

Lautaro potrebbe fare la stessa strada di Ibra?
“Ho letto che lo avrebbe chiesto espressamente Messi, ma non conosco la situazione quindi non posso esprimermi”.

Ecco, Messi. Moratti aveva cercato di prenderlo, un numero 10 da sogno come regalo ai tifosi per il centenario del club nel 2008.
“È vero, ci siamo mossi con discrezione, ma Leo non ha voluto lasciare perché era molto riconoscente nei confronti di una società che lo ha preso da piccolo e ha creduto in lui così tanto da aiutarlo a superare anche quei problemi di salute che aveva. È la dimostrazione che in questi grandi affari l’aspetto economico non viene sempre al primo posto”.

Nell’anno del Triplete, dunque, la maglia numero 10 dell’Inter l’ha indossata Sneijder.
“Che però non è stato il colpo dell’ultimo minuto, come si racconta: gli stavo dietro ormai da otto mesi, sapevo che era il fantasista perfetto per completarci. Poi in estate lo avevo perso un po’ di vista ma, quando sembrava che non dovesse più venire, con Ernesto Bronzetti e Peppino Tirri siamo stati capaci di sbloccare la cosa negli ultimi tre giorni di mercato. Anzi, nelle ultime ore, visto che abbiamo chiuso l’affare alle tre del mattino del 26 agosto. L’abbiamo presentato il 28 ed è sceso in campo nel derby il 29: aveva fatto solo il defaticante con la squadra e Mourinho era anche piuttosto contrariato. Poi ha giocato una partita stupenda, vittoria 4-0. Che gli vuoi dire?”.

Sneijder era nella ‘lista della spesa’ di Josè?
“No, perché non ci ha mai consegnato nessuna lista, ma sicuramente aveva chiesto di provare a prendere Ricardo Carvalho e Deco, coni quali aveva già vinto la Coppa Uefa e la Champions League al Porto. Noi come società poi abbiamo virato su Lucio e Sneijder, anche perché Josè non aveva posto alcun tipo di diktat”.

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