29 Febbraio 2020

ESCLUSIVA – Juventus-Inter, Birindelli: “La deciderà una giocata. Porte chiuse? Conte si risparmia qualche insulto…”

L'ex bianconero ai microfoni di Passioneinter.com sul derby d'Italia

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Una carriera intera nelle fila della Juventus, autentico dominatore della fascia destra: Alessandro Birindelli è stato uno dei giocatori più importanti tra i bianconeri negli anni a cavallo del nuovo millennio. Tre campionati italiani, tre supercoppe ed anche una Coppa Intertoto con la società bianconera, ma soprattutto compagno di squadra dell’attuale tecnico dell’Inter Antonio Conte.

La redazione di Passioneinter.com ha contattato in esclusiva Birindelli per fare due chiacchiere sulla super sfida di domenica sera che potrebbe essere decisiva ai fini del campionato.

Buonasera Birindelli e grazie per la disponibilità. Iniziamo subito dall’attualità: Juventus-Inter a porte chiuse, come può influenzare sul match?

“Abbiamo avuto la prima prova giovedì sera con il Meazza vuoto. Per chi vede la partita alla televisione non è un granché come così anche all’interno del campo. Di diverso c’è che i protagonisti all’interno del campo riescono a viverla professionalmente e quindi credo che non ci siano problemi sotto il profilo dell’attenzione e di voglia. E’ chiaro che per lo spettacolo una partita del genere senza pubblico ne nuoce a tutti: sia a chi la vedrà alla televisione sia ai protagonisti.  Tutti e 22 o 25-26 giocatori che entreranno in campo faranno comunque  il loro lavoro in maniera egregia perché tutti ci tengono a fare bene e soprattutto perché arriva un momento del campionato dove le partite e i punti iniziano a valere pesante”.

E’ uno scontro diretto, che partita si aspetta? Quale potrà essere la chiave tattica?

“Dal punto di vista tattico ci possono essere tante letture o supposizioni, però poi la differenza la fanno sempre le giocate dei singoli.  Tra due squadre equilibrate e che non hanno fatto vedere grande differenza in questo scorcio di campionato, i vari Ronaldo, Dybala, Higuain, Lukaku, Lautaro potranno fare la differenza. Queste partite come abbiamo visto sono molto chiuse tatticamente e le risolve sempre una situazione da palla da fermo o una grande giocato come all’andata con il gol di Dybala. Sono giocate di campioni che le due squadre hanno a disposizione e quindi chi meglio arriverà a questa partita avrà più vantaggi”.

Passando al capitolo Conte, suo ex compagno di squadra alla Juventus, si aspettava di vederlo sulla panchina dell’Inter?

“Sinceramente no, però professionalmente parlando, dopo l’esperienza al Chelsea e la voglia di ritornare in Italia, l’opportunità dell’Inter – al di là del chiacchiericcio su un suo ritorno alla Juventus – penso che per lui sia stata una scelta importante. Ha trovato una società che gli dà ascolto, che gli permette di avere grandi libertà insieme a Marotta nella programmazione non solo sportiva ma un po’ di tutto quello che è il settore sportivo al di fuori del campo. Penso che questo per un allenatore conti tanto anche se lo va a fare in una società che fino a due anni era la prima rivale”.

Nota delle differenze tra il Conte giocatore ed il Conte allenatore?

“Penso che le sue squadre lo rappresentino per quello che è stato e per quello che è caratterialmente. Da calciatore non lasciava niente al caso, era uno che si curava moltissimo e curava molto il suo fisico. Ci teneva all’allenamento e alla prestazione, non voleva mollare di un centimetro ma soprattutto non voleva mai perdere. Questo lo ha riportato in campo e lo trasmette benissimo ai propri calciatori. Lo abbiamo visto nelle scorse esperienze anche con squadre non così blasonate. E’ sempre riuscito a fare apparire una squadra che credeva nel lavoro ed in quello che l’allenatore gli chiedeva”.

Conoscendolo come potrebbe aver reagito alla notizia del match a porte chiuse? Dopo tutte le polemiche passate con i tifosi della Juventus…

“Per lui è sicuramente un bene perché si risparmia qualche fischio e qualche insulto. Però dispiace che se ci fossero stati i tifosi e lui era lì in campo c’era il rischio di essere preso di mira. Dispiace perché alla fine sia da calciatore che da allenatore ha dato tanto alla Juventus e quindi poi ci dimentichiamo troppo spesso nel nostro calcio quello che è stato fatto. Poi i rapporti lavorativi come sappiamo possono terminare, però il rispetto reciproco e la considerazione penso che debbano rimanere tali perché tra persone perbene non si può star qua a dire ha fatto male uno o bene l’altro, conta poco”.

Dopo l’esperienza Juventus, una breve parentesi al Pisa e poi al Pescina, ora?

“Ho intrapreso l’attività di allenatore, ho fatto un percorso di settore giovanile anche all’estero con Dario Bonetti. Ho fatto due esperienze e 7-8 anni di conoscenza, di prove per vedere se potessi esser capace a fare questa attività. Adesso sto aspettando un’opportunità. Dal settore giovanile o decidi di lavorare sempre con i giovani oppure devi iniziare a vedere se le capacità sono buone per allenare anche le grandi squadre. 

Una lotta scudetto che vede tre squadre protagoniste, chi è secondo Lei la favorita?

“Ora vedo la Lazio molto spensierata, la vive in maniera più serena e con meno pressioni. Questo può essere un vantaggio perché nel momento caldo che andremo a passare ci saranno sempre più pressioni e rispetto ad Inter e Juventus, la Lazio la vedo più leggera sotto questo aspetto”.

Da difensore come vede Bastoni in ottica Nazionale?

“Se fa il titolare in una delle prime tre squadre in Italia non vedo perché non possa essere il titolare della Nazionale. L’unica cosa è che bisogna andare piano con i giudizi sia positivi che negativi. E’ un ragazzo giovane, ha bisogno di crescere e fare esperienza e l’inesperienza ti può portare a fare degli errori che ci possono stare. Bisogna dargli tempo”.

LA REDAZIONE DI PASSIONEINTER.COM RINGRAZIA ALESSANDRO BIRINDELLI PER LA DISPONIBILITÀ E LA GENTILEZZA DIMOSTRATE DURANTE L’INTERVISTA

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