1 Marzo 2020

Marotta: “Occorre armonizzare il campionato e il calendario, c’è uno squilibrio competitivo. Ecco cosa ho chiesto in Consiglio”

L'ad nerazzurro totalmente schierato contro la linea della Lega

Interpellato ai microfoni di QSVS dopo le ore di fuoco trascorse dalla notizia dei rinvii di cinque partite di Serie A (tra cui JuventusInter) e il Consiglio straordinario di Lega tenutosi oggi, Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha così fatto il punto della situazione: “Ci sono stati dei confronti durante la settimana, ma quello che è abbastanza strano è che giovedì la Lega abbia emesso un comunicato in cui aveva caratterizzato cinque partite a porte chiuse e poi nel giro di 48 ore abbia disatteso quanto era stato richiesto al Ministero competente, alla Federazione e al CONI. Questo è un po’ l’atto che io biasimo in modo deciso e concreto”.

SULLE PRESUNTE PRESSIONI DELLA JUVENTUS – “Io non entro nel merito perché il discorso è molto complicato, dico solo che la Lega e il presidente Dal Pino avrebbero dovuto quantomeno convocare un consiglio straordinario e, in subordine, un’Assemblea, cosa che è stata fatta per oggi e mercoledì, e già questa è un’anomalia, perché per la decisione presa l’altro ieri non è servito il Consiglio, mentre oggi ricorriamo al Consiglio e mercoledì all’Assemblea. Di conseguenza io contesto questa decisione che è stata presa in modo sbagliato, perché ovviamente giocare a porte chiuse non è un desiderio di nessuno, ma ritengo anche che alla luce delle situazioni che si sono venute a creare giocare a porte chiuse era forse uno strumento indispensabile. E’ stato disatteso e quindi oggi richiedo soltanto che venga armonizzato in vista anche delle occasioni future”.

SULL’IPOTESI RECUPERO JUVE-INTER IL 9 MARZO“Noi oggi abbiamo chiesto in Consiglio alla Lega di elaborare 2-3 criteri nuovi da presentare all’Assemblea di mercoledì. Questa che mi dite è un’anticipazione, però ripeto: deve essere portata al vaglio dell’Assemblea insieme ad altre due combinazioni. L’importante è che venga confermata e riaffermata la regolarità del campionato, che avviene proprio nell’armonizzazione dei criteri con i quali vengono dati i calendari. Se non si gioca a porte chiuse questa domenica, non si può pensare di giocare a porte chiuse la domenica successiva”.

SE QUESTA PROPOSTA VADA BENE“Come ho detto prima: noi ci aspettiamo due o tre ipotesi. Ci saranno presentate mercoledì. Dopodiché valuteremo quella che sarà l’ipotesi migliore. Perché sappiamo che bisognerà accettare un’ipotesi che sicuramente porterà della sofferenza per i club. La preclusione non c’è, così come non c’è l’approvazione, quindi bisogna dire: mercoledì vedremo le altre due opzioni e poi, come Inter, ma tutta l’Assemblea, valuteremo quale sarà la condizione migliore”.

SULLA REGOLARITA’ COMPROMESSA“Io ho parlato di squilibrio competitivo. Lo squilibrio competitivo si ha nel momento in cui vengono giocate alcune partite in presenza di pubblico e altre no, alcune che vengono rinviate e altre no. Bisogna armonizzare e rendere più credibile il calendario. Assolutamente sono per la regolarità, regolarità data da una logica nello stabilire le date e il contesto in cui vengono giocate le partite. Perché in questo momento ci troviamo con due società come Inter e Sassuolo che non hanno giocato le ultime due domeniche, altre come la Lazio che hanno giocato tutte le partite, quindi è normale che questo sia uno squilibrio, e lo squilibrio ti può dare che cosa? Che in un determinato momento l’Inter e il Sassuolo dovranno stressarsi con gli appuntamenti, tra l’altro l’Inter è impegnata anche in Europa League e in Coppa Italia, per cui così come oggi sono le prospettive, si rischia di arrivare a maggio e giocare forse nove partite in un mese”.

SULLA SOLUZIONE CHE NON C’E’“La soluzione non c’è nel momento in cui, se abbiamo fatto una richiesta per adottare il sistema delle porte chiuse il lunedì con la ratifica del giovedì, e poi il venerdì lo disattendiamo, allora recitiamo il mea culpa e non dobbiamo fare altro che sopperire e vedere come si risolve”.

SE VOGLIA STABILIRE UN METODO“Anzitutto c’è uno statuto che prevede delle deleghe e delle responsabilità collegiali. Sinceramente, il potere del presidente era di prendere questa decisione, che ha preso. Però come consuetudine, e anche poi per supportarlo dal punto di vista decisionale, sarebbe stato meglio che lui si fosse consultato con il Consiglio e/o con l’Assemblea, perché così nessuno avrebbe avuto modo di protestare. Invece così facendo, prendendo una decisione di fatto improvvisamente e da solo si è esposto sicuramente alle critiche e alle valutazioni”.

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