10 Marzo 2018

Matthaus: “Ben vengano i cinesi, ma dovrebbero affidarsi a chi ha giocato all’Inter. Su Perisic e Rafinha…”

L'ex centrocampista nerazzurro parla a di diversi temi che riguardano la Beneamata

Premiato anche lui con l’entrata nella Hall of Fame di tutti i tempi dell’Inter, Lothar Matthaus ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale si parla ovviamente dei nerazzurri: “Se manca un giocatore come Matthaus a Spalletti? Vero, ma credo ches erva qualcosa di più. L’Inter è troppo dipendente da Icardi, tanto chequandoluisièinfortunato ha perso tanti punti”.

In gennaio è arrivato Rafinha, quanto potrà incidere?

“È un giocatore tecnico, ma la chiave rimane l’equilibrio generale tra i reparti. Quello che sièvistofinoainiziodicembre. A Spalletti la risposta a questo enigma”.

Come si spiega il calo di Perisic?

“Non ha avuto una flessione solo lui. E non ditemi che si sta preservando per il Mondiale. Quando abbiamo vinto nel 1990 era perché tanti di noi giocavano in quello che era il campionato più difficile del mondo. Un calciatore poi non ha un pulsante che spegne e riaccende”.

Tra i problemi attuali c’è anche il feeling con i tifosi, che sono i più appassionati e presenti d’Italia ma che ora sembrano avere perso la pazienza e fischiano.

“Hanno ragione. Sono diversi annicheriempionod’affettola squadra ma non glitorna indietronulla… Se giochi nell’Inter devi sempre lottare. Qui c’è troppa tradizione per tirare indietro la gamba. In altre squadre con questi risultati i tifosi non andrebbero allo stadio».

Da interista, le manca una proprietà italiana?

“È il nuovo mondo, comanda chi porta i soldi. Ben vengano i cinesi, anche se non hanno una storia calcistica e quindi dovrebbero affidarsi il più possibile a chi ha passato una vita in campo e con addosso la maglia nerazzurra. Penso a Zanetti, che purtroppo al momento è l’unico in società con una carica di peso. Oltre alla competenza, serve senso di appartenenza. Guardate il Bayern, con Hoeness, Rummenigge…».

Un consiglio per Spalletti.

“Non mettatroppa pressione. suigiocatori,matroviunequilibrio tralatesta elegambe. Anche se temo che il vero problemasia l’assenza di un leader, un trascinatore”.

Lei è stato a Milano solo 4 anni ma è entrato nel cuore dei tifosi per sempre.

“Fare parte di questa famiglia mi  rende molto orgoglioso, così come l’essere stato preferito dai tifosi, per la Hall of Fame, a chi ha vinto più titoli di me. Alla festa per i 110 anni c’erano diverse generazioni di interisti, anche se purtroppo non quella che ritengo la vera icona nerazzurra: GiacintoFacchetti. Un uomo e un calciatore davvero unico, ci è stato molto vicino anche in quegli anni”. 

Crede che il rinvio del derby sia stato un vantaggio per l’Inter, o poteva essere la gara della svolta?

“Il derby è bello strano, ai miei tempi ne ho vinti più che persi anche se il Milan sembrava la squadra più forte del mondo. A parte la classifica che ci premia, vedo Inter eMilan sullo stesso piano. Con buoni giocatori, anche se per arrivare in alto ce ne manca”.

Maradona appena può parla male di Icardi.

“Non capisco perché certi vecchi giocatori se la prendono con quelli attuali. Icardi è giovane, ha segnato tanti gol importanti”.

Quale giocatore tedesco suggerirebbe all’Inter?

“Goretzka,mahafirmatoperil Bayern.Esiamodacapo.Igiocatori che fanno la differenza vogliono i top club. Negli anni in cui comandava la Serie A con Maradona, VanB asten, Platini e gli altri mi hanno cercato Milan, Juventus, Roma e Udinese. Mentre Maradona ha mandato a Monaco qualche dirigente del Napoli per convincermi. Invece c’è riuscito Trapattoni, al terzo viaggio in Baviera. Mi vedeva come leader ideale”.

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