3 Settembre 2019

Il primo mercato estivo di Marotta all’Inter è un successo su (quasi) ogni fronte: ecco come ha rivoluzionato la squadra

Il mercato concluso ieri permette un primo approssimativo giudizio sul lavoro dell'ad interista

Era la prima estate da vivere insieme, ma non il primo mercato. Beppe Marotta era arrivato all’Inter nel mese di dicembre e, giocoforza, la sua mano nella finestra invernale era stata leggerissima ed ininfluente. Più che altro la mano dell’amministratore delegato si era vista nella gestione dei vari casi all’interno della rosa. Dall’esclusione di Radja Nainggolan prima di Natale si era arrivati alla rimozione della fascia da capitano a Mauro Icardi, passando per la pubblica ammissione della richiesta di trasferimento di Ivan Perisic. Tutte scelte oggetto di critiche ma che, col tempo, si sono rivelate mosse vincenti.

L’estate dell’Inter di Beppe Marotta: il mercato in entrata

In panchina siede Antonio Conte, inseguito a lunghissimo dagli 007 interisti ed ufficializzato nel mese di maggio. E’ lui il primo grande acquisto della nuova Inter. Poi, definito in inverno l’arrivo di Diego Godin a zero (ufficializzato solo a luglio per ovvi motivi), l’estate nerazzurra si è subito spostata alla ricerca di un nuovo centrocampista. L’obiettivo principale era chiaramente Nicolò Barella, ma tra offerte basse e Roma l’operazione sembrava dovesse saltare. E così nel caldo di agosto arriva Stefano Sensi dal Sassuolo: il tifo interista insorge. Nel mentre anche Valentino Lazaro si trasferisce in nerazzurro dall’Herta Berlino per circa 22 milioni di euro complessivi. I titoli di giornale però sono tutti sulla trattativa per Barella. Il punto di Marotta è semplice: il giocatore ci piace, ma lo compriamo solo alle nostre condizioni. E così dopo settimane di trattativa arriva il tanto atteso annuncio che trasforma il centrocampista italiano in un nuovo giocatore dell’Inter. E sarà questo il leitmotiv dell’estate marottiana.

Archiviata la questione centrocampo – che tornerà d’attualità più avanti – ecco la ricerca di una punta. Anche qui l’Inter si focalizza fin da subito su un grande obiettivo, che è Romelu Lukaku. La trattativa va per le lunghissime e Conte è costretto a dar fiducia ad Esposito (classe 2002) nella trasferta asiatica, alternandolo a giocatori fuori ruolo come Perisic o Politano. Anche qui la paura è tanta, perché ad inserirsi è la Juventus che, con grande velocità, trova un accordo con il Manchester United: lo scambio con Dybala sembra oramai ad un passo. Poi però la Joya si mette di trasverso e rifiuta la destinazione inglese, mandando tutto all’aria. Allora, da grande esperto, Marotta lascia cuocere a puntino l’affare prima di dare l’attacco decisivo e portare a casa il gigante belga. Accontentando mister Conte.

Dopo l’addio ad Edin Dzeko, che rinnova con la Roma, c’è tempo per due colpi in extremis: il primo è Cristiano Biraghi (prezioso in ottica di liste UEFA), il secondo è di tutt’altro spessore ed è Alexis Sanchez. Il cileno è stato seguito a lungo ed è arrivato a Milano con una formula molto vantaggiosa.

L’estate dell’Inter e di Beppe Marotta: il mercato in uscita

Sistemate le solite uscite minori (vedi Gravillon e simili) il mercato in uscita parte da un presupposto: liberarsi di chi, nella passata stagione, è stato d’intralcio o di chi è semplicemente un esubero. Vanno via anche molti giovani: Vanheusden allo Standard Liegi, Andrea Pinamonti al Genoa, Yann Karamoh al Parma. Anche Keita, Vrsaljko e Cedric salutano e tornano ai rispettivi club dopo la fine del prestito.

La parte più interessante, però, è senza dubbio quella riguardante altri nomi: Radja Nainggolan, Joao Miranda, Ivan Perisic, Joao Mario e, soprattutto, Mauro Icardi. Ma andiamo con ordine. Il primo a salutare è il brasiliano, che rescinde il contratto con l’Inter per firmare per lo Jiangsu Suning.

Il secondo ad uscire in ordine temporale è il centrocampista belga che nonostante sia convocato per la tournée asiatica in campo non ci entrerà mai. Di offerte ne arrivano soprattutto dalla Cina, ma il calciatore non è interessato. Ad acquistarlo è il Cagliari, che con la formula del prestito lo riporta a casa, liberando un ingaggio pesante nei conti nerazzurri.

Il terzo è invece l’ala croata. Conte in estate si è espresso su di lui: “Non può fare l’esterno a tutto campo, non può fare il lavoro che gli chiedo“. E così Marotta, memore anche delle turbative create all’interno dello spogliatoio da Perisic, decide di metterlo sul mercato. Ad approfittarne è il Bayern Monaco, che decide di portarlo in Germania in prestito dopo la trattativa saltata per Leroy Sané. Anche qui l’Inter riesce a liberarsi di un calciatore ai limiti del progetto tecnico – salvo riadattamento tattico – e di un ingaggio pesante. Almeno per una stagione.

Nonostante tutto anche il portoghese lascia Milano quando sembrava ormai quasi impossibile. E’ la Lokomotiv Mosca ad approfittare dell’occasione. Ancora un prestito, ma ancora uno stipendio pesante che per un anno non grava sul bilancio del club milanese.

L’ultimo ad abbandonare la nave è quello che, forse, dà più la sensazione di liberazione al popolo interista. Già, perché Icardi, eroe di mille battaglie, ora è un giocatore totalmente fuori dal progetto, come ammesso da ogni possibile parte in causa della dirigenza nerazzurra. Dopo un lunghissimo tira e molla Marotta riesce a trovare una sistemazione anche a Maurito: il PSG lo acquista in prestito con diritto di riscatto praticamente all’ultimo minuto valido per il tesseramento. Una storia a lieto fine, anche questa.

L’importanza di Beppe Marotta per la nuova Inter

E’ chiaro come le trattative portate avanti dall’ad interista, sia in entrata che in uscita, siano state condotte sul sottilissimo filo di un rasoio. Ma, come il tempo ha chiarito, sono state quasi sempre una vittoria per l’Inter. Marotta ha saputo rinforzare la squadra con acquisti mirati e con caratteristiche ben precise seguendo le richieste di Antonio Conte. In uscita ha saputo poi liberare lo spogliatoio da giocatori mediaticamente ingombranti, ridonando serenità ad un ambiente che nei mesi passati sembrava saturo e sul punto di scoppiare. Per i giudizi finali c’è ancora tempo, ma chi ben comincia è a metà dell’opera.

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