3 Gennaio 2020

Verón: “Lautaro può andare dove vuole. Conte è come Simeone, ha costruito un’Inter intensa”

La prima parte dell'intervista per La Gazzetta dello Sport

Un cuore diviso in due per Juan Sebastián Verón che, visti i bei ricordi lasciati sia con la maglia della Lazio che con quella dell’Inter, spera in ogni caso che una delle due contendenti possa togliere il titolo in campionato alla Juventus dopo otto successi consecutivi dei bianconeri. Intervistato questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, l’ex centrocampista argentino ammette che: “Da troppi anni la Juve giocava praticamente da sola, non c’è mai stata vera lotta al vertice. Ora finalmente diverse squadre si sono attrezzate, stanno modificando le loro potenzialità. E il campionato è finalmente più attraente”. Ecco la prima parte dell’intervista.

Ok. Ma chi vincerà?
“Se devo spendere un nome, dico ancora Juventus. È più avanti, è abituata. Ma Inter e Lazio sono messe benissimo, hanno entusiasmo per reggere fino alla fine. Hanno un peso sulle spalle, però: sono condannate a non sbagliare nulla, a correre sempre a mille”.

Perché l’Inter ha impiegato così tanto, per tornare competitiva?
“Guardi, accade sempre così nei club con una grande figura, un uomo carismatico, riconosciuto da tutti. Quando va via, si fa fatica ad allontanarsene, a cambiare modo di ragionare, non è semplice costruire subito un altro modello, un’altra realtà competitiva. Mi riferisco a Massimo Moratti. Ma è stato così anche altrove. Penso al Milan, con Berlusconi. E al Manchester, dopo Ferguson”.

Lei ha inserito la Lazio nella lotta al titolo.
“Ha un vantaggio, ha mantenuto il cuore della rosa intatto. E Simone Inzaghi è ormai un top tecnico”.

È stato suo compagno: se lo sarebbe aspettato?
“Devo essere sincero? Mai, proprio mai. Ma tutti maturiamo in maniera diversa. E lui ha studiato, non ha improvvisato”.

Se le dico Conte?
“Io penso a Simeone. Nessuno dei due riempiva gli occhi in campo. Erano essenziali, avevano una sensibilità diversa, un occhio diverso, ragionavano in maniera complessiva, già da tecnici. Conte ha costruito un’Inter intensa come lui, si percepisce anche da lontano”.

Una foto per ogni squadra. Partiamo da Lautaro.
“Può andare dove vuole. Se vuole. Ma non divida mai il giocatore dalla persona: la professione di calciatore è la costante evoluzione dell’uomo. Sta a lui decidere il suo percorso, ha potenzialità enormi”.

Nuovo clic: Ronaldo.
“Ho letto alcune critiche. Io dico che Ronaldo è diverso… è diverso da tutti. Quando giocavo io, di Totti e Del Piero tutti dicevano ‘sono finiti sono finiti’. Ma di fronte a campioni così, l’ultima parola spetta sempre a loro. La verità è che Ronaldo è sempre stato distante dalla normalità. Ci ha disabituato alla normalità. E così, appena ha un lieve calo, o per una volta nella vita un rendimento nella norma, tutto sembra strano, tutto fa scalpore”.

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