2 Dicembre 2019

Zazzaroni: “Marotta in 11 mesi ha dimostrato come si fa il dirigente. Conte è il miglior tecnico, con un carattere brutto”

Il direttore del Corriere dello Sport nell'analisi di questa mattina

Ivan Zazzaroni (@Getty Images)

Zazzaroni Inter

Se l’Inter è tornata in testa alla classifica e sta mettendo il bastone tra le ruote alla Juventus, secondo Ivan Zazzaroni il merito è tutto di tre uomini nerazzurri: Antonio Conte, Beppe Marotta e Piero Ausilio. Innanzitutto per la chiarezza e la coerenza delle strategie fin qui effettuate. In secondo piano, poi, per aver fatto delle scelte importanti, che si stanno rivelando fondamentali per questa grande scalata. Dagli investimenti su Lautaro Martinez e Romelu Lukaku, allo stesso allenatore arrivato sulla panchina nerazzurra questa estate. Ecco l’analisi del direttore del Corriere dello Sport:

FATTORE CONTE – “Conte l’ha imposto Marotta, Lautaro l’ha portato Ausilio, Lukaku l’ha voluto con la solita, irresistibile ostinazione Conte. Tutti e tre, pur se con differenti responsabilità, hanno mandato via Icardi. Ci sono momenti, come questo, in cui è giusto fare un po’ di ordine, possibilmente dando a Cesare quel che è di Cesare – confesso che non avrei mai immaginato di poter scendere così in basso, quanto a impiego di frasi fatte. In quattordici giornate Antonio ‘Cesare’ Conte, che forse non gradirà il nostro titolo (fa lo stesso: continuerò a considerarlo il miglior tecnico del momento ma con un carattere brutto come il peccato) è riuscito a guadagnare 8 punti sull’ultimo Spalletti, mettendosi dietro la Juve, e a risollevare la squadra in Champions. Naturalmente lungo il percorso si è lamentato di tutto e tutti, ha attaccato stampa, società, mercato, perfino i parenti lontani: alle accuse, alcune infondate e evitabili, ha però fatto seguire i risultati e fino a quando i risultati lo sosterranno potrà permettersi sfoghi di ogni tipo, almeno secondo Marotta”.

I DIRIGENTI – “In undici mesi Beppe ‘Cesare’ Marotta ha mostrato al nostro calcio cosa voglia dire saper fare il dirigente, avere esperienza e buonsenso: gestire l’uscita di Maurito è stata un’impresa notevolissima, sopportare le sfuriate di Conte sacrificando la propria dignità per il bene comune, anche. Infine Piero ‘Cesarino’ Ausilio: il meno protetto dei tre si sta prendendo molte soddisfazioni grazie a Lautaro Martinez, nel quale ha creduto per primo quando il ragazzo – 60 partite nel Racing – non aveva ancora ventun anni. Scorretto sottovalutare il fatto che, pur se made in Appiano, l’uomo mercato dell’Inter ha dovuto lavorare per anni entro gli strettissimi confini del settlement agreement e con le lentezze della proprietà cinese. Il sorpasso maturato ieri ha un significato enorme: nella storia di questa stagione il passato juventino di Conte è condizionante, qualcosa che lega e insieme oppone le due realtà”.

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