9 Novembre 2019

Occhi Sull’Avversario – Guida all’Hellas Verona, la squadra rivelazione pronta a giocare brutti scherzi all’Inter di Conte

Partiti tra lo scetticismo generale, gli scaligeri hanno dimostrato da subito di essere una squadra solida e capace di mettere in difficoltà chiunque

VERONA, ITALY - NOVEMBER 03: Ivan Juric head coach of Hellas Verona celebrates the victory after the Serie A match between Hellas Verona and Brescia Calcio at Stadio Marcantonio Bentegodi on November 3, 2019 in Verona, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Ingoiato a malincuore il boccone amaro della rimonta subita contro il Borussia Dormtund, è il momento per l’Inter di tornare a pensare al campionato. Per i nerazzurri sarà imperativo tornare alla vittoria, in modo da sorpassare – almeno per una notte – la Juventus e tenere accesa una lotta scudetto a cui squadra e allenatore hanno dimostrato di voler credere fino in fondo.

Ad attendere gli uomini di Conte ci sarà l’Hellas Verona, che arriverà a San Siro con l’obiettivo di fare un pesante sgambetto ai padroni di casa e guadagnare i punti necessari per continuare a tenersi a distanza di sicurezza dalle zone calde della classifica. L’andamento dei gialloblu, partiti nello scetticismo generale, è stato fin qui oltre le aspettative, e fare risultato contro una big darebbe ulteriore fiducia e consapevolezza ad una piazza che sta volando sulle ali dell’entusiasmo. Ecco dunque la nostra guida alla squadra guidata da Ivan Juric, presentata, come al solito, in cinque punti chiave.

IL MOMENTO DI FORMA

La squadra veronese si è senza dubbio rivelata una delle sorprese di questo inizio di campionato. Nessuno probabilmente si sarebbe aspettato di vedere i gialloblu al nono posto in classifica e con quindici punti conquistati dopo le prime undici giornate, solo tre in meno rispetto al Napoli e più di squadre sicuramente nettamente più quotate come Milan, Torino, Sassuolo e Sampdoria.  In tutte le partite, comprese le quattro sconfitte fin qui rimediate (di cui tre contro Juve, Napoli e Milan) il Verona ha sempre dato battaglia mettendo in difficoltà tutti, e col passare delle giornate ha dato l’idea di aver guadagnato sempre più consapevolezza e solidità.

Lo dimostrano in particolare le ultime due partite, dove gli scaligeri sono riusciti a conquistare delle importanti vittorie nella difficile trasferta contro il Parma e nello scontro diretto in casa contro il Brescia. La prossima partita sembra quindi arrivare quasi come una prova del nove, dove la squadra dovrà dimostrare di riuscire a reggere l’urto di un’Inter decisa a proseguire la striscia di vittorie in campionato per rifarsi dopo la brutta notte europea e continuare la rincorsa alla Juve.

AFFRONTARE LA SERIE A CON CORAGGIO E IDEE CHIARE

A dispetto di quanto i risultati ottenuti fin’ora potrebbero far pensare, l’Hellas Verona non si riaffacciava alla Serie A nelle migliori delle premesse. La promozione era infatti arrivata in modo quasi insperato: la stagione regolare in Serie B si era conclusa con una classifica non esaltante, a ben quattordici punti di distanza dal secondo posto valso al Lecce l’accesso diretto alla massima serie. Un risultato frutto di un’annata travagliata, che aveva visto anche un cambio di panchina con Alfredo Aglietti subentrato a Fabio Grosso nei primi giorni di maggio. E anche i play-off non erano stati da meno, con la squadra veneta che era riuscita a guadagnarsi la vittoria nella doppia sfida in finale contro il Cittadella ribaltando a sorpresa il 2-0 subito all’andata in una partita vinta 3-0 e finita con la squadra avversaria rimasta in nove dopo due espulsioni.

Insomma, sulla squadra verteva grande scetticismo. Una sfiducia generale dovuta anche ad una rosa non all’altezza della Serie A e alla prospettiva di un calciomercato che sarebbe stato affrontato senza grandi disponibilità economiche. La società giallo-blu ha comunque proseguito per la propria strada dimostrando di avere le idee chiare, scegliendo una strategia rischiosa che però fino a questo momento sembra aver ripagato il coraggio avuto in estate. Innanzitutto si è scelto di cambiare ancora una volta allenatore puntando tutto su Juric, un tecnico dalle idee tattiche molto definite ma che fino a quel momento aveva avuto come uniche esperienze nella massima serie quelle sfortunate e ad intermittenza sulla panchina del Genoa.

Dopodiché il direttore sportivo Tony D’Amico ha deciso di intervenire massicciamente sul mercato, mettendo a segno un ampio numero di operazioni low-cost con l’obiettivo di mettere a disposizione del tecnico croato una rosa rinnovata e con interpreti adatti al suo 3-4-3 fatto di corsa e sacrificio, riuscendo a portare a Verona due fedelissimi di Juric come Veloso e Lazovic e un mix di giovani dall’estero (Rrahmani, Amrabat), giocatori con già alcune esperienze in A ma da rilanciare (Faraoni, Stepinski, Verre) e una buona dose di talenti in rampa di lancio (Salcedo, Pessina, Adjapong).

Lontana dai riflettori, la squadra veneta ha quindi iniziato a lavorare per assimilare al meglio i concetti del proprio allenatore, in modo da farsi trovare pronta per affrontare al meglio una stagione in cui, consapevoli di partire da sfavoriti,  sarebbero dovuti essere pronti a sudare fino all’ultimo minuto ogni singolo punto in palio.

IL COLLETTIVO SOPRA IL SINGOLO

I risultati e le prestazioni sono arrivati da subito, e con essi la squadra ha dimostrato di aver recepito da subito la proposta del suo allenatore e di avere intenzione di seguirlo fino alla fine, dando tutto in ogni partita per raggiungere l’obiettivo prefissato a inizio stagione. D’altronde quindici punti in classifica dopo sole undici giornate per una neopromossa partita contro i pronostici di tutti non sono mai un caso, soprattutto se vengono ottenuti contro squadre spesso più attrezzate e favorite sulla carta.

Del Verona ha stupito il modo in cui riesce ad affrontare le partite in modo unito, muovendosi e ragionando come un blocco unico, mettendo in gioco grande corsa e andando a lottare su ogni pallone. E’ un riscontro sotto gli occhi di tutti, ed è impossibile quindi non darne il merito a Juric, che nonostante le esperienze sfortunate a Genova ha continuato a credere nelle proprie idee mantenendo un’integrità tattica che sta ripagando, in una stagione che potrebbe rappresentare per lui un grosso riscatto e la garanzia di un futuro professionale a questi livelli. D’altronde la sua è un’impostazione tattica che ben si sposa alle necessità di una squadra con un livello che le impone di competere sul piano dell’agonismo e della voglia più che su quello tecnico.

Il 3-4-2-1 dell’allenatore croato è riuscito poi a elevare alcune individualità: due come Amrabat e Kumbulla (che a soli 19 anni si sta imponendo come leader della difesa scaligera), alla prima esperienze in A, hanno dimostrato da subito di poter essere elementi importantissimi per la squadra; un giocatore che sembrava al tramonto come Veloso sembra aver trovato una nuova giovinezza e Faraoni, prodotto del vivaio nerazzurro che fino a questo momento non era mai riuscito a brillare nella massima serie, ha messo in mostra ottime prestazioni e ha giocato tutti i minuti di gara fin qui a disposizione, formando con Lazovic una coppia di esterni di tutto rispetto.

COSA NON STA ANCORA FUNZIONANDO

Quello che sta mancando fino a questo momento al Verona è senza dubbio l’apporto del suo reparto offensivo. Una statistica su tutte parla chiaro: dei (già di per sé pochi) nove gol segnati fin’ora solo uno è stato ad opera di un attaccante, ovvero quello di Salcedo nell’ultimo match contro il Brescia. E’ un dato quasi desolante, che ritrae una situazione critica a cui Juric dovrà sicuramente trovare una soluzione.

Ad aver deluso le aspettative è stato soprattutto Stepinski, arrivato in estate dai cugini del Chievo per dare un contributo decisivo in zona gol dopo le undici reti accumulate in Serie A negli ultimi due anni. E se da Di Carmine probabilmente non ci si aspettava un exploit alla Caputo, sicuramente ci si attendeva qualcosa in più dalle seconde punte (Verre, Tutino e Zaccagni) che arrivavano da una stagione molto buona in Serie B. Al momento, visti comunque i buoni risultati, è improbabile che si decida di fare un altro investimento sul mercato, e la situazione di difficoltà che sta vivendo il reparto potrebbe essere l’occasione perfetta per Salcedo, già dimostratosi pronto a sfruttare le occasioni concesse e desideroso di cominciare a brillare anche sotto i riflettori della massima serie.

IL TALENTO NERAZZURRO PRONTO A ESPLODERE

Al netto delle prime due apparizioni con la maglia del Genoa nella stagione 2017/2018, Salcedo si trova a tutti gli effetti alla sua prima stagione da professionista in Serie A. Riscattato in estate dall’Inter dopo l’ottima stagione tra le fila della Primavera (in cui è riuscito a mettere a segno 12 gol e 3 assist in 25 presenze in campionato) per la cifra di 8,6 milioni di euro, l’attaccante classe 2001 è stato girato nuovamente al Genoa (in prestito biennale), che a sua volta lo ha mandato a farsi le ossa al Verona per una stagione.

Juric ha da subito dimostrato di tenerlo in grande considerazione, concedendogli spazio già in sei partite di cui le ultime due tra gli undici titolari. L’attaccante italo-colombiano ha ben figurato in tutte le occasioni a lui concesse, e contro il Brescia ha trovato il suo primo gol tra i grandi con un ottimo colpo di testa su calcio d’angolo diretto sul secondo palo e insaccatosi alle spalle di Joronen.

Salcedo è un attaccante dotato di ottima tecnica e bravo a sfruttare la sua rapidità nello stretto, e le sue caratteristiche lo rendono in grado di giocare in tutti i ruoli del tridente dell’allenatore croato. Viste le prestazioni deludenti dei suoi compagni di reparto è lecito aspettarsi che possa trovare sempre più spazio e che possa già affermarsi tra i titolari alla sua prima stagione tra i professionisti, collezionando magari un bottino di gol decisivo per le sorti degli scaligeri.  Insomma, le premesse sono buone e se il suo talento sboccerà come ci si attende, l’Inter, tra due anni, potrebbe ritrovarsi in casa un’altra grande promessa da trattare con cura.

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