28 Novembre 2014

FOCUS – Bentornata grinta! La seconda avventura di Mancini riporta un fattore fondamentale all’Inter. E quella statistica sui tiri…

FOCUS INTER – Grinta

FOCUS INTER – Grinta

Non c’era il neocinquantenne Mancini a guidare la squadra ieri sera, durante la concitata vittoria sul Dnipro a San Siro, nè il buon Nuciani si puó definire condottiero dell’Inter nell’economia della gara. A spingere i nerazzurri nella rimonta si è rivista un’altra vecchia conoscenza dell’ambiente: la grinta. I giocatori in campo avevano voglia di vincere, di ipotecare subito la qualificazione, di regalare una bella prestazione al pubblico  ma soprattutto portare a casa il bottino pieno. E di alibi se ne sarebbero potuti trovare in quantità, per venire meno alle giuste esigenze di chi vede la blasonata Internazionale giocare contro una squadra di cui fa fatica a pronunciare il nome. Ciò non significa che il Dnipro Dnipropetrovsk fosse una compagine venuta a San Siro sapendo di dover perire. Tutt?altro, perché gli ucraini sono arrivati con un obiettivo chiaro, ossia fare punti, anche in virtù del fatto che si trovavano a 4 punti, proprio insieme al St. Etienne e il Qarabag (ieri saliti a 5 dopo il pareggio).

E il campo lo ha dimostrato, perchè al 15′ Rotan ha firmato il gol dell’1-0 e, meno di quindici minuti dopo, la squadra ospite ha avuto la ghiottissima possibilità di portarsi avanti 2-0. Se non ci fosse stato Handanovic… Alla fine della gara, il Dnipro avrà realizzato ben 18 tiri, di cui 9 nello specchio della porta, creando almeno un’altra occasione da gol, sventata un’altra volta da Samir, con un intervento che sa di parata dell’anno, e poi perfezionato da Juan Jesus sulla linea di porta.

Questo episodio accadeva mentre già l’Inter era in 10, abbandonata dal suo capitano, Andrea Ranocchia, espulso per una doppia ammonizione francamente ingenua. Ebbene, pare che proprio questo scossone negativo, a pochi minuti dall’inizio del secondo tempo, avesse caricato positivamente i nerazzurri. Al 50′ c’era già stato il gol del vantaggio, con una fiammata di Osvaldo, smarcato in profondità da Hernanes. Da qui in poi, la partita era divenuta una strenua lotta per difendere i pali di Handanovic (che forse non ne aveva nemmeno bisogno, vista la prestazione da 8 in pagella sfoderata ieri).

Dell’episodio simbolo della grinta messa in campo dall’Inter ieri sera, è protagonista Osvaldo, ma non si tratta della rete, per quanto fosse sicuramente un bel gesto tecnico. Il Johnny Depp nerazzurro è invece tornato nella propria area di rigore, a inseguire un avversario che stava macinando pericolosamente metri. E gli ha tolto la palla dai piedi, con una chiusura da ultimo uomo d’esperienza. Lungi dal voler affermare che si tratti di un atto strabiliante, che richiede uno sforzo immane e da tramandare di nipote in nipote, fa piacere vedere un Osvaldo rinato, rispetto al giocatore maltrattato dalla stampa per certi atteggiamenti nelle sue passate esperienze in Italia.

In un altro senso, questa grinta si è trasformata in concretezza sotto porta, in fame di vittoria: i due gol segnati su un totale di soli 10 tiri totali fanno dimenticare le logoranti partite in cui si costruiva molto e, puntualmente, venivano fallite occasioni su occasioni, di cui poi ci si sarebbe pentiti al 90′. Concreta, cinica e con gli attributi: l’Inter di mister Mancini, il cui esordio ufficiale in casa è rimandato a Inter-Udinese, sta prendendo forma. Senza addentrarci in azzardati paragoni tra compagini del circondario e i simpatici ucraini, qualcuno avrebbe detto di questa partita:

“Avremmo vinto anche se avessimo giocato in sette”

[Josè Mourinho, citare la fonte è quasi superfluo]

Dunque, bentornata grinta! Speriamo che tu possa continuare a rappresentare il nostro dodicesimo uomo in campo e, quando necessario (come ieri), a non farci sentire l’inferiorità numerica. Pazza Inter, amala!

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