Chivu: “Voglio lavorare senza slogan. Modulo? Contano i principi”
Il tecnico presenta la nuova stagione
Inizia quest’oggi ufficialmente la prima stagione sulla panchina dell’Inter per Cristian Chivu, reduce dalla breve esperienza statunitense del Mondiale per Club. Dopo aver riabbracciato i suoi calciatori nel raduno andato in scena sabato, a partire da oggi avrà inizio a tutti gli effetti il ritiro pre-campionato presso il centro sportivo di Appiano Gentile.
Queste le parole di Chivu:
NUOVA STAGIONE – “Si parte con spirito giusto per rimanere ad essere una squadra competitiva. Le aspettative sono come sempre da quando questa squadra è nata, sempre di essere competitivi, di dare identità, mantenere realtà e passione per poi arrivare a raggiungere degli obiettivi”.
SPOGLIATOIO – “La testimonianza di quello che questo gruppo ha fatto negli ultimi anni è il risultato di quello che si è ottenuto in questo periodo di cinque anni. Una squadra che vince e lotta per i titoli, che gioca due finali di Champions e una di Europa League, è testimonianza di un gruppo forte e consapevole”.
MODULO – “Questi sono solo numeri e rimangono come tali, sono i principi quelli che contano. La nostra intenzione è di essere aggressivi, verticali, di mantenere equilibrio ed ottenere risultati attraverso quello che sono i momenti di una partita, ma soprattutto i momenti di una stagione”.
SCUDETTO SUBITO – “Ora come il 2023 dopo Istanbul? Noi non guardiamo mai il passato e non vogliamo prenderci alcuna rivincita in nessun modo. Dobbiamo guardare il presente e quello che vogliamo costruire per il futuro. Abbiamo ereditato una situazione negli anni dove la società è sempre rimasta ai vertici, abbiamo questo obbligo di mantenerla ai vertici a prescindere da quello che si riesce o non si riesce ad ottenere a fine stagione come titoli vinti o non vinti. Faremo del nostro meglio e daremo sempre il massimo, poi ovvio che a parole è tutto semplice, a fatti diventa più difficile. Ma questo gruppo di giocatori ha dimostrato che questa società è unita, che ha voglia di incidere e rimanere ai vertici del calcio italiano, europeo e mondiale”.
RICHIESTE – “Io pretendo e chiedo rispetto per il compagno, per se stesso e per la società nella quale si gioca. Parte tutto da quello, dall’integrità e dalla voglia di superare tutto, di fare anche fatica, di momenti non semplici da gestire. Ma questo gruppo ha dimostrato che sa farlo, bisogna superare le atrocità perché solo così si può andare avanti e lottare per qualcosa di importante. Bisogna saper accettare gli alti e bassi, ma soprattutto saper reagire ai momenti di difficoltà”.
SLOGAN – “Non vogliamo copiare nessuno, non abbiamo l’obbligo di lanciare slogan. Noi vogliamo lavorare ed essere competitivi come abbiamo fatto negli ultimi anni”.
NUOVA INTER – “Vedremo un’Inter che vuole essere più ibrida, imprevedibile. C’è tanto lavoro da fare, ma le basi ci sono. Ci sono calciatori capaci di capire determinati momenti e adattarsi ad una partita di calcio”.
SFOGO LAUTARO – “E’ stata una discussione per quanto riguarda cose successe, cose non dette, sono cose che fanno parte di uno spogliatoio, di un gruppo maturo che ha voglia di vincere. Ogni tanto ha bisogno di qualche chiarezza anche questo gruppo”.
REAZIONE POST CHAMPIONS – “Siamo un gruppo di adulti, che ha personalità ed esperienza, che sa gestire anche determinati momenti. Che sa accettare le critiche, le situazioni scomode a livello mentale per quanto riguarda la parte individuale e collettiva. Le aspettative per questa squadra erano altissime a maggio, purtroppo le cose non sono andate come tutti si aspettavano. Ovvio che a livello mentale qualcosa subisci perché c’è tanta amarezza e c’è stata tanta voglia di ottenere qualcosa di importante. Il bello del calcio è che arriva la partita successiva, la stagione successiva, che si riparte da zero anche se a volte bisogna accettare quello che si dice in giro e farlo diventare fonte di motivazione. Una fonte di motivazione che ti fa lavorare un po’ di più, avere più ambizione e più consistenza per il futuro”.
SPUNTI DAL MONDIALE – “Mi è piaciuto il fatto che con poche energie e tanta amarezza, ho visto una squadra che ha cercato di fare il massimo per ottenere dei risultati importanti. Anche perché avevamo capito subito che le aspettative sono sempre alte e bisogna sempre cercare di fare del nostro meglio. Nonostante le tre settimane chiusi in un albergo, nonostante i cambiamenti climatici che abbiamo subito in quel periodo, ho visto sempre un gruppo voglioso di far bene e di dare il massimo di quello che loro in quel momento avevano”.
AIUTI DAL MERCATO – “Io insieme alla società siamo sempre in contatto per stabilire le strategie di questo mercato, di quello che vorremmo ci fosse in questa squadra, del futuro. Siamo a stretto contatto, condividiamo le stesse idee e sicuramente siamo sempre aperti a delle opportunità che possono arrivare perché manca ancora un mese di mercato”.
OSTACOLI – “Questo fa parte della vita, non solo del calcio. Ma siamo consapevoli di cosa rappresenta l’Inter, di quali sono le aspettative della nostra società. Le cose sono semplici, si può vincere subito o no, in entrambe le situazioni si deve accettare che si tratta sempre di un percorso e bisogna accettare il fatto che questa squadra negli ultimi anni è sempre stata ai vertici del calcio italiano e non solo. Bisogna accettare il fatto che come ambizioni abbiamo quella di mantenere questa squadra al vertice del calcio mondiale, a prescindere dalla mia presenza qui”.
PIO ESPOSITO E LEONI – “A livello umano sono tanta roba tutti e due. Poi secondo me saranno il futuro del calcio italiano, credo che come giornalisti ve li godrete a lungo perché a lungo questi due rappresenteranno la Nazionale Italiana di calcio”.
NUOVA AVVENTURA – “Cosa mi sta piacendo di più? La responsabilità che mi è stata data, anche perché ho sempre accettato le responsabilità e ho dato il meglio di me stesso per raggiungere gli obiettivi personali. E’ una bella sfida, poi tornare nella società che mi ha dato tanto lo è ancora di più. Ma non si tratta solo di questo, si tratta anche di una società che è ai vertici del calcio mondiale. Io farò del mio meglio per essere all’altezza, per dare qualcosa o per far tornare qualcosa alla società che mi ha dato molto in questi anni. Queste sono le mie ambizioni, cercherò di dare qualcosa di importante a questa società, le stesse cose che loro mi hanno dato in questi ultimi anni”.
INTER DI CHIVU – “Quanto ci vorrà? Io da allenatore e da ex giocatore penso che la differenza la fanno i giocatori, questa è la cosa più importante. L’allenatore trasmette le idee, dà l’identità, ma la cosa più importante è quello che i calciatori fanno in campo. Io non ho mai visto un allenatore bravo senza dei giocatori forti, lo è tutt’ora e sarà così anche per quanto riguarda il futuro”.
CENTROCAMPO – “E’ un centrocampo numeroso, dove abbiamo tanti giocatori, dove abbiamo anche giocatori molto bravi e molto forti. Se saranno in due o tre bisogna vedere strada facendo, la mia idea è che in alcune partite saranno in tre, in altre saranno in due. Poi i nomi li sceglieremo in base alle loro prestazioni in settimana, in base all’avversario. Calhanoglu? Sono contento sia tornato sano, ha lavorato molto in questa estate e ce l’abbiamo a disposizione. Ha tanta voglia di rifarsi, in America era deluso per il fatto di non poter dare una mano alla squadra. Ci ha provato e si era rifatto male ed era molto dispiaciuto di quella situazione, le nostre aspettative erano di riaverlo per la seconda partita. Ha lavorato tanto in queste tre settimane di vacanza e l’ho visto anche oggi molto bene”.
MODULI – “Io non ho mai detto che giocherò con tre punte, ho parlato solo di centrocampo. Anche in passato la base di questa squadra è stato il 3-5-2, ma in molte partite ha costruito a quattro. Il calcio di oggi è l’occupazione del campo in base a quello che l’avversario ti concede, a volte il 3-5-2 si può trasformare in altri sistemi, sono sempre cose che hanno poco a che fare con la dinamicità della partita. Bisogna saper interpretare cose, andare ad essere aggressivi, destabilizzare, attaccare la linea e saltare l’uomo, sono cose importanti nel calcio. Accettare i duelli e cercare di vincerli, perché chi vince i duelli vince la partita. Cerchiamo di dare un’identità già da subito per non essere impreparati quando dovremo cambiare durante la stagione. Alleneremo più moduli in questo periodo e cercheremo di essere pronti a cambiare, sia dall’inizio che a partita in corso”.
COME INCIDERE SUBITO – “Spero che inciderò con buon senso, con cattiveria, incazzatura, con sorriso, con essere preparato al meglio per trasmettere ai calciatori quello che è il prossimo avversario. Quando parlo di me parlo anche del mio staff. Cercherò di capire i calciatori, di parlare con loro, perché spesso pretendiamo troppo e dimentichiamo di avere a che fare con persone che a loro volta hanno dei problemi. Bisogna che noi capiamo le loro problematiche e come fare per sistemarle. Io ci credo molto nella comunicazione, credo molto in quello che una persona può dare ad un’altra, a me piace questo modo di lavorare e di vivere, la comunicazione è importante. Non a caso ho fatto sei anni di settore giovanile, non mi sentivo pronto e non sapevo nemmeno fare questo all’inizio. Ho preferito fare questo, abituarmi ad essere empatico, a capire bene cosa vuol dire essere empatico. Ho avuto la possibilità di lavorare con dei ragazzi più maturi nei tre mesi di Parma ed ora ho a che fare con ragazzi maturi, con cui ho lavorato in passato e mi fa piacere trovarli in prima squadra. Mi fa piacere trovare dei campioni perché questi ragazzi li ho sempre stimati e ammirati”.
EX COMPAGNI – “E’ passato un po’ di tempo e i messaggi sono sempre gli stessi. Ho ricevuto dei messaggi, mi ha fatto piacere ricevere messaggi da ex compagni e non solo, mi stanno vicino, sono contenti e felici per me come io lo sono per quello che anche loro stanno facendo per la vita dopo il calcio. Ci sosteniamo a vicenda, abbiamo un bel rapporto tutt’ora. Mi ha fatto piacere rivedere Maicon in America, Pupi sta sempre con noi. Così come Marco, come tutti quei ragazzi che questo posto meraviglioso lo conoscono abbastanza bene e sanno cosa hanno fatto di importante hanno fatto per questa società”.
LOTTA AL TITOLO – “Non parlo di favoriti, di scudetti, parlo solo di lavorare, capire la cultura del lavoro e le difficoltà della stagione. Poi raccogli quello che semini, non credo sia giusto parlare di favoriti. Poi chiaro che le squadre che ambiscono ogni anno al titolo sono sempre le stesse, a parole. Però quello che conta sono i fatti e per arrivare al dunque bisogna pedalare tanto”.