Akanji: “Qui per Scudetto e Champions. Inter top in Europa”
L'intervista del centrale svizzero
Giusto il tempo di svolgere i primi allenamenti con la maglia dell’Inter e conoscere i primi compagni, che per Manuel Akanji è subito tempo di scendere in campo per una delle sfide più sentite in assoluto dai tifosi nerazzurri. Il centrale svizzero, infatti, dovrebbe partire dal primo minuto domani pomeriggio nel derby d’Italia contro la Juventus a Torino.
Intervistato ai microfoni di Dazn, l’ex Manchester City ha parlato così di questi primi giorni ad Appiano: “Ho incontrato tutti i miei compagni di squadra, o per lo meno quelli che sono qui. Ho incontrato personalmente il mister, avevo parlato con lui solo al telefono e sì, tutti sembrano davvero entusiasti, così come lo sono io. Non vedo l’ora di iniziare con la mia prima partita”.
INTER – “Perché è uno dei migliori club d’Europa, niente di più semplice”.
SERIE A – “Sì, sin da bambino ho sempre seguito il calcio in generale. Ovviamente non potevo guardare tutte le partite degli altri paesi, ma ho visto la maggior parte delle partite più importanti”.
PRIMA MAGLIA DI VIERI – “Sì, sì, vero. Credo fosse una casualità ma mi devo ricordare di scrivere a mia madre per farmi inviare una fotografia, così posso mostrarvela. Era una maglietta di Vieri. Credo fosse addirittura prima di iniziare a giocare a calcio. Non ricordo molto bene, ma ricordo di aver visto la foto con quella maglia di Vieri addosso e anche mia madre me l’ha raccontato. Quindi devo davvero trovarla, ma non so perché ce l’avessi”.
CALCIO ITALIANO – “Si gioca un bel calcio, lo vediamo sempre anche con l’Inter. Sono arrivati in finale di Champions League due volte negli ultimi tre anni. Questo dice molto sul calcio italiano, significa che è di alto livello. Non ho ancora giocato qui, quindi non posso dire troppo, ma finora, da fuori, mi sembra molto tattico, si gioca in maniera complessa. E penso che dovrò un po’ adattare il mio stile di gioco. Come ho detto, il gioco qui è molto più tattico che in Inghilterra. In Inghilterra conta molto la velocità, essere rapidi, duri e andare forte nei contrasti”.
NUOVO CAPITOLO – “Non vedo l’ora di affrontare questa nuova sfida, di conoscere i miei compagni, giocare e vincere con loro, conoscere il nuovo staff tecnico e cercare di imparare sempre di più. Ho già 30 anni ma penso che si possa sempre migliorare nel calcio, imparare nuove cose nel paese in cui giochi, anche dai tuoi compagni, dalla tua nuova squadra”.
CARATTERISTICHE – “Sono un difensore fisico. Sono forte fisicamente, sono veloce ma anche calmo con la palla. Penso di non prendere decisioni stupide. Sono molto calmo, nel senso che non penso sempre di andare in aggressione sull’avversario. Cerco di aiutare sempre il più possibile i miei compagni da dietro, come dovrebbe fare un difensore”.
MODELLO – “Da bambino era Raul, l’attaccante del Real Madrid. Ma come difensore ho sempre ammirato Thiago Silva. L’ho seguito per tutta la sua carriera, straordinaria, ha giocato in tantissimi campionati ed è stato sempre al massimo livello. Quindi penso che sia stato uno dei miei difensori preferiti”.
CALCIO NEL TEMPO LIBERO – “Lo guardo ancora ma non tanto come da giovane. Ho smesso un po’ di guardarlo, preferisco passare del tempo con i miei figli. E anche perché quando giochi a calcio tutto l’anno, a volte sei stanco quando torni a casa e giochi ogni tre giorni. Lo guardo ancora ma non come prima. Mi piace guardare sport, ma altri sport. Guardo molto football americano, tennis, basket, padel, Formula 1, praticamente tutto. Ma in generale preferisco stare all’aperto coi miei figli”.
SOMMER – “Mi ha scritto subito, il giorno in cui è uscita la notizia. Anche Lautaro e Dumfries mi hanno scritto prima che arrivassi. Mi hanno chiesto se avessi bisogno e che erano disponibili ad aiutarmi, mi ha fatto molto piacere. Ho avuto anche un amico che ha giocato qui per ‘un altro’ club: Ricardo Rodriguez, ha vissuto a Milano anche lui e mi ha dato consigli su ristoranti e aiutato a trovare un appartamento. Ovviamente ho anche molto supporto dal club”.
ITALIA – “Sì, non sono mai stato a Milano ma mi piace molto scoprire cosa c’è intorno. La mia famiglia non è lontana da qui quindi penso possa diventare una delle mie città preferite. Ma quando ero giovane con famiglia andavo in Sardegna con la famiglia e mi piacerebbe tornare. Ero con la famiglia, il mare era bellissimo e la sabbia anche, era tutto bellissimo. Ma non me lo ricordo molto bene”.
OBIETTIVI DI SQUADRA – “È un po’ difficile parlarne perché li ho appena conosciuti oggi, quindi non so davvero quali siano le aspettative ma ovviamente vincere il campionato. Quando giochi per un club come l’Inter, vuoi vincere il campionato ogni anno e anche la Champions League. Sono stati così vicini a vincerla, ma non ci sono riusciti, quindi spero di poterla aiutare quest’anno raggiungere quell’obiettivo. Vedremo fin dove si potrà arrivare e vedremo come andrà. Sarà una stagione lunga e ci saranno tante partite difficili. Quindi sì, non vedo l’ora”.
SAN SIRO – “Tra tutti gli Stati di Europa, penso sia sicuramente tra i primi cinque. È uno dei migliori. L’atmosfera era davvero bella quando ha giocato qui, quindi non vedo l’ora di giocarci di nuovo davanti i nostri tifosi”.
IMPARARE L’ITALIANO – “Sì, assolutamente. Voglio dire, conosco alcune parole. Ma per me è più difficile parlare che capire. Penso di capire abbastanza cose, ma a volte non so come rispondere. Per esempio, so dire ‘buongiorno’, cose abbastanza semplici. Quanto la prima intervista in italiano? Non lo so, forse sei mesi. Non lo so, forse di più, cercherò di farlo il prima possibile”.