14 Settembre 2025

7 cose che (forse) NON hai visto in Juventus-Inter

L'analisi su quanto visto in campo e non solo

Gol del 3-3 in Juventus-Inter

Ci si aspettava una reazione dopo la sconfitta con l’Udinese, invece l’Inter di Cristian Chivu ha dovuto incassare il secondo ko in campionato. All’Allianz Stadium, i nerazzurri si sono fatti battere nel finale dalla Juventus, nella 3a giornata di Serie A. Una altra brutta battuta d’arresto, che arriva a pochi giorni dalla Champions League e che segna il peggior avvio di stagione dalla stagione 2011/2012.

Per commentare questa sconfitta, torna la consueta e tra le più apprezzate rubriche di Passione Inter: ‘Cose che non hai visto in Juventus-Inter’. Vi riproponiamo di seguito la nostra analisi della gara dell’Allianz Stadium.

1) L’Inter ha chiuso la gara con il 61% del possesso palla, con tratti di dominio territoriale praticamente totale, soprattutto nel secondo tempo. Eppure, di azioni corali che hanno portato a reali pericoli nell’area di rigore bianconera non se ne sono viste molte (i gol sono tutti di natura abbastanza episodica). Uno scenario che evidenzia come ai nerazzurri sia mancato lo spunto tecnico e individuale per scardinare il fortino bianconero. Ormai è una storia vecchia, che si ripresenta di continuo: mancano giocatori in grado di saltare l’uomo e trovare la giocata decisiva sulla trequarti.

2) In un contesto di difficoltà nel trovare l’imbucata decisiva, c’è stata un’altra arma alla quale l’Inter ha ricorso con costanza il tiro da fuori. Calhanoglu ci ha provato almeno 4 volte, di cui 2 con successo, ma prima ancora erano stati Barella e Thuram a cercare la soluzione da fuori. In generale, la tendenza è chiara: l’Inter di Chivu cerca molto di più la soluzione da fuori area, rispetto a quanto si vedeva con Inzaghi.

3) L’approccio alla gara era stato propositivo, ma l’Inter alla fine si è trovata quasi subito sotto nel punteggio. In campionato non era ancora successo, ma già nelle prime uscite con Chivu, al Mondiale per Club, si era notata questa triste tendenza: in 3 partite su 4 i nerazzurri si sono trovati in svantaggio. La speranza è che si tratti di una casualità e non di un problema di tenuta mentale.

4) L’Inter scesa in campo contro la Juventus presentava un solo nuovo acquisto: Akanji. Nel secondo tempo sono poi entrati Bonny e Sucic, al quale sono stati concessi solo scampoli di partita, seppur importanti. Chivu doveva portare una ventata di aria fresca dopo tanti anni di Inzaghi, invece l’Inter continua a mostrarsi molto uguale a se stessa, con tanti arrivati in estate in panchina o con giocatori come Frattesi ancora mai utilizzati.

5) Nella sconfitta dell’Allianz Stadium, si è acceso un piccolo caso attorno a Marcus Thuram. I motivi sono due: il francese non ha esultato al suo gol, per poi essere inquadrato durante la revisione VAR del 4-3 a ridere con il fratello. Due gesti che molti tifosi nerazzurri hanno interpretato come scarso attaccamento alla maglia.

6) A proposito di VAR, l’arbitraggio di Colombo è stato messo sotto esame per via del mancato fischio sul contatto Thuram-Bonny, in occasione del 4-3. Un doppio contatto, sui piedi e sulla faccia, non sanzionato dal direttore di gara in presa diretta, ma che non è stato oggetto nemmeno di on field review. Per un episodio così delicato e decisivo, forse si poteva fare diversamente.

7) Nel post-partita, Chivu ha parlato di “qualcosa del passato da eliminare”. Il riferimento sembra essere alle scorie della scorsa stagione, che evidentemente hanno ancora un effetto sulle menti dei giocatori. Una situazione un po’ preoccupante, alla quale bisogna trovare al più presto un antidoto, visto che la stagione sta entrando nel vivo e il rischio di perdere terreno è alto.

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Autore:
Enrico Traini

Enrico Traini scrive su Passione Inter dal 2022. Laureato in Lettere Moderne e Semiotica, scrive di sport da quasi 10 anni, con diverse esperienze su varie testate online. Appassionato di calcio e dei suoi aspetti tattici, tifa Inter fin da piccolissimo, quando girava in casa con la maglia di Ronaldo Il Fenomeno.