Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Kairat 2-1
L'analisi sulla vittoria di San Siro
Come a Verona, anche ieri sera l’Inter ha sofferto non poco nel match casalingo contro il Kairat. Nello stadio che ieri è diventato di proprietà dei nerazzurri e del Milan, la squadra di Cristian Chivu ha vinto di misura contro la formazione kazaka grazie alle reti di Lautaro Martinez e a quella decisiva di Carlos Augusto che ha fissato il risultato finale sul 2-1. Vediamo dunque cinque cose che abbiamo imparato al termine di Inter-Kairat:
1) Dodici punti su dodici, quattro vittorie su quattro: l’Inter tiene il passo di Arsenal e Bayern Monaco e chiude il primo blocco di partite europee a punteggio pieno. Sulla carta, erano gare alla portata. Ma in Champions League nulla è mai scontato, lo sanno bene le grandi che inciampano quando meno te lo aspetti. L’Inter ha fatto quello che doveva e lo ha fatto con solidità. Eppure, qualche piccolo asterisco resta, qualche dettaglio che non può essere ignorato.
2) Lo avevano detto in conferenza sia Chivu che Carlos Augusto: “L’aspetto mentale sarà decisivo”, e avevano ragione. Dopo una buona partenza e un paio di occasioni nitide, l’Inter si è un po’ adagiata sull’idea di una vittoria facile, abbassando intensità e ritmo. Il Kairat ha approfittato di quel calo, e la sensazione è che la squadra – dopo la fatica col Verona – sia arrivata un po’ scarica alla fine di questo ciclo prima della sosta. All’orizzonte c’è una Lazio in netta crescita: servirà ritrovare energia e fame. Perché il calendario, ora, non perdona.
3) Un tema che ritorna. Il gol subito su palla inattiva è un déjà-vu che comincia a pesare. La marcatura a zona continua a lasciare più di una perplessità e anche stavolta è costata cara: una dormita collettiva che ha riaperto una partita già chiusa. Peccato, perché oltre a rovinare una serata tranquilla, il gol ha sporcato anche la differenza reti, un dettaglio che in questo formato della Champions può pesare tantissimo. Speriamo di non doverci pentire di questa leggerezza più avanti.
4) Ci sono però anche diversi motivi per sorridere. Innanzitutto, il ritorno di Marcus Thuram dopo oltre un mese: minuti preziosi e segnali incoraggianti in vista dei prossimi impegni. Poi Lautaro Martínez sempre più leader e garanzia: quarto gol in tre presenze europee, una sentenza costante. E infine Pio Esposito. Criticato durante il match per i gol sbagliati, ma in realtà ne ha sprecato solo uno vero, poi ha confezionato un assist e ha lavorato bene per la squadra. È parte del suo percorso di crescita: se vogliamo giovani di talento, dobbiamo accettare anche gli errori. È così che si costruiscono i futuri titolari.
5) Oltre al campo, Inter-Kairat resterà una partita simbolica. Nel giorno in cui Inter e Milan hanno finalizzato l’acquisto di San Siro e dell’area adiacente, l’Inter ha festeggiato anche la prima vittoria in un Meazza di proprietà. Un dettaglio solo all’apparenza romantico, ma che segna una svolta epocale: una nuova casa, un nuovo ciclo e una squadra che continua a vincere mentre costruisce il proprio futuro.