11 Febbraio 2025

7 cose che (forse) NON hai visto in Inter-Fiorentina

Vi portiamo dentro San Siro

Come auspicato da Simone Inzaghi dopo il sorprendente crollo di Firenze, ieri sera è subito arrivata una reazione di carattere da parte dell’Inter nella rivincita con la Fiorentina. Una vittoria convincente, fortemente voluta dalla squadra che non ha quasi mai staccato la spinta per tutti i 90 minuti di gioco. Un successo che proietta i nerazzurri ad un solo punto di svantaggio sul Napoli in una corsa scudetto apertissima.

Rimanendo sul match di San Siro, andiamo a vedere 7 cose che probabilmente non avete visto durante Inter-Fiorentina.

1) Iniziamo dalla partita di Simone Inzaghi, vissuta con grande intensità. Dopo appena 24 secondi si è rivelata la furia del tecnico interista: “Ranieri, stai muto”, ha urlato il Demone dopo una protesta del difensore viola in avvio di gara. Un’energia rabbiosa che è riuscito a trasmettere alla squadra, spingendola a dare tutto in campo. Emblematica l’esultanza a fine gara, decisamente liberatoria dopo le critiche incassate dopo Firenze.

2) Il possibile rigore causato da Pongracic. Al 26esimo del primo tempo, il difensore della Fiorentina ha respinto con un tocco che rimane molto dubbio dentro l’area di rigore viola un traversone dalla distanza di Barella. Episodio che è stato totalmente ignorato da arbitro e Var, nonostante le proteste di Lautaro che da pochi passi reclamava una respinta irregolare con il braccio.

3) Il match ha visto anche altre decisioni arbitrali contestate. Il contatto tra Kean e Darmian non può essere considerato rigore: la distanza troppo ravvicinata rende inevitabile il tocco, senza reali responsabilità. Sull’angolo che ha portato all’autorete, invece, Bastoni colpisce effettivamente il pallone fuori dal campo, ma è poi Mandragora a mandarlo effettivamente in angolo. Palladino avrebbe forse dovuto concentrarsi più sull’errore del proprio giocatore che sulle scelte arbitrali, in questo caso comunque errate. Inoltre, la differenza tra un calcio d’angolo con 0,03 Expected Goals (xG) e un rigore da 0,76 xG è enorme. Perché la massima punizione concessa alla Fiorentina rimane inspiegabile considerata la pochissima distanza tra Gosens e Darmian al momento dell’impatto.

4) Tra le note positive della serata c’è Piotr Zielinski che ha dato segnali incoraggianti nel ruolo di regista. Con 48 palloni toccati, il 92% di passaggi riusciti, due duelli vinti e un intercetto, il polacco ha offerto un contributo di qualità. Il suo ingresso ha migliorato la fluidità della manovra rispetto a un primo tempo in cui Calhanoglu non era riuscito a imporsi. Un primo test superato, in attesa di nuove conferme.

5) Lautaro Martinez ha incarnato lo spirito combattivo dell’Inter. Già al minuto 3:58 ha incitato i tifosi a spingere la squadra, chiudendo la partita stremato ma sempre lottando. Ha avuto la prima occasione dopo soli 50 secondi, poi ha colpito la traversa, ha causato l’autogol di Pongracic ed è stato dominante nel gioco aereo. Una prestazione da vero capitano per un attaccante che sta vivendo un momento di grazia.

6) Una delle critiche mosse in genere ai nerazzurri è la difficoltà a sbloccare le partite contro squadre che difendono basse. La Fiorentina ha iniziato con sei difensori in linea e con Ranieri che spesso si alzava a fare il mediano per chiudere l’uomo presente al limite. Tuttavia, questa volta l’Inter ha saputo trovare le giuste soluzioni, muovendo la palla con rapidità e precisione, a differenza della gara di Firenze. Un segnale di crescita importante.

7) Ultimo dettaglio da San Siro, è stata la presenza in tribuna di Fabregas e Chivu ad assistere al match, oltre a quella del commissario tecnico Luciano Spalletti. L’allenatore spagnolo ha sfruttato la serata libera per assistere dal vivo al gioco di Simone Inzaghi, allenatore per il quale nutre grande ammirazione ed a cui ispira per certi versi alcune idee di gioco. L’ex interista, invece, rimane il favorito per guidare l’Inter Under 23 che dal prossimo anno dovrebbe esordire nel campionato di Serie C, dopo aver già collezionato un’esperienza importante sulla panchina della Primavera nerazzurra.