12 Ottobre 2011

C’era una volta il “clamoroso al Cibali!”

Per l’Inter una trasferta insidiosa, per il Catania e per Catania un evento. Due modi diversi di vivere 90 e più minuti in apnea tra speranze e paure. Non c’entra la classifica che paradossalmente vede avanti gli etnei, non c’entra il “clamoroso al Cibali” che, dopo i 5 anni di permanenza in A dei rossazzurri, è definitivamente andato in soffitta. Catania-Inter è stata spesso tutt’altro che una passeggiata per Zanetti & C., se pensiamo che anche la corazzata quasi imperforabile dell’anno del Triplete è andata sotto 3 a 1 al “Massimino” in una serata che per la città ha ancora oggi il sapore dell’impresa. In questo primo scorcio di stagione, la società di Pulvirenti ha dato vita ad un profondo rinnovamento della rosa a partire dalla guida tecnica della squadra affidata a Vincenzo Montella, reduce dal dignitoso finale di stagione sulla panchina giallorossa della Roma, al posto, guarda caso, di Claudio Ranieri. Altro intreccio interessante, altra sfida nella sfida. Il Catania ha sfruttato sempre il canale preferenziale del suo DS Pietro Lo Monaco con l’Argentina, portando a casa semisconosciuti di belle speranze, come Silvestre e Martinez, e realizzando plusvalenze importanti per le casse della società di via Ferrante Aporti. Fiore all’occhiello del progetto rossazzurro è sicuramente il nuovo centro sportivo “Torre del Grifo”, definito come uno dei più attrezzati in Italia e non solo. A livello tattico il nuovo corso dell'”Areoplanino” prevede una grande duttilità, favorita dall’inserimento in rosa di elementi esperti come Legrottaglie e Suazo e dall’atteggiamento propositivo della squadra sia tra le mura amiche che in trasferta, vero tallone d’achille nelle passate stagioni. UNA DIFESA SOLIDA – Spolli, Bellusci e Legrottaglie costituiscono il trio di centrali sui quali Montella conta per raggiungere al più presto la salvezza. Un mix di esperienza e forza fisica che ha però denotato parecchie fragilità di fronte ad avversari abili ad attaccare rapidamente gli spazi come Palacio, Jeda e l’ex Morimoto. L’abilità nel gioco aereo dei tre è indiscussa e questo aspetto è risultato spesso determinante anche in fase offensiva, nello sfruttamento di cross dalle fasce o di mischie in area di rigore. Sulle fasce Alvarez, Potenza, Capuano e Marchese garantiscono una buona propensione offensiva alla quale non sempre si accompagna un’adeguata copertura, motivo per il quale l’orientamento del tecnico campano sembra essere quello di una linea a 3 con l’avanzamento degli esterni difesa a centrocampo. QUALITA’ E CORSA IN MEZZO AL CAMPO – Il centrocampo del Catania è stato ritoccato rispetto alla scorsa stagione grazie agli innesti di Paglialunga (ennesima scommessa di Lo Monaco) e soprattutto Sergio Almiron, elemento in grado come pochi di dare sostanza alle geometrie dei rossazzurri. Non va assolutamente dimenticata la “seconda giovinezza” di Gennaro Delvecchio, ai margini nelle gestioni precedenti e tornato a pieno regime nell’organico di Montella. Proprio la presenza  dell’ex giocatore della Sampdoria permette di alzare il baricentro della squadra e quindi effettuare un pressing molto aggressivo per ostacolare già in partenza l’azione avversaria. Fabio Sciacca, rappresenta il talento fatto in casa, mentre Lodi è oramai entrato nel cuore della tifoseria grazie alle qualità balistiche nei calci piazzati, spesso decisive. Mariano Izco e Pablo Ledesma, completano il reparto. ATTACCO RAPIDO E RIPARTENZE IMMEDIATE – Il Catania di quest’anno non può prescindere dall’attacco a tre punte: due ali e un punto di riferimento centrale. Nel ruolo di terminale sembrava non esistere il minimo dubbio sul nome di Maxi Lopez, reduce da una stagione non all’altezza della sua fama. L’inizio stentato (solo un gol su rigore contro il Cesena), ha fatto nascere più di un dubbio nella testa di Montella, che nelle ultime sfide contro Juventus e Novara gli ha preferito Bergessio, che ha ricambiato la fiducia con un gol di rapina ai bianconeri e un’ottima prestazione in terra piemontese. Suazo è l’alternativa di lusso, che può tornare utile per sfruttare ripartenze rapide quando la squadra è in sofferenza. Sulle ali il nome più gettonato è quello di Gomez, gioellino tascabile del Catania, dotato di una grande abilità nel dribbling stretto e di conseguenza nella creazione della  superiorità numerica. Catellani, reduce da ottime stagioni in B con Modena e Sassuolo, sembra aver guadagnato posizioni rispetto all’eterna promessa Davide Lanzafame per quanto riguarda l’altro ruolo da esterno offensivo. Infine non va dimenticato l’oggetto misterioso Barrientos, dagli addetti ai lavori definito “talento cristallino” in grado di soffiare la maglia numero dieci a Messi ai tempi dell’Under 20, ma non ancora pervenuto sotto le pendici dell’Etna.