23 Aprile 2020

CHE FINE HA FATTO – Taribo West, l’uomo dalle treccine leggendarie e l’età indefinita

Le treccine come marchio di fabbrica aneddoti a non finire e la vita pastorale: la bizzarra storia di Taribo West

Dopo una stagione d’oro con la maglia dell’Auxerre con cui vince la Ligue 1, culminata poi  con la vittoria da protagonista dell’oro olimpico con la sua Nigeria, nell’estate del 1997 Taribo West passa all’Inter per 6 miliardi di lire. Mai banale con le sue celeberrime treccine diventate ormai un marchio di fabbrica, i suoi interventi difensivi a dir poco irruenti e le sue galoppate improvvise, il difensore nigeriano guadagna subito la simpatia dei supporter nerazzurri. Nella sua prima stagione in nerazzurro contribuisce alla vittoria della Coppa UEFA 97/98 con un gol pesantissimo durante i tempi supplementari dei quarti di finale contro lo Schalke 04, che regala all’Inter la qualificazione alle semifinali. Ma Taribo West è destinato a restare nei cuori dei tifosi interisti a lungo soprattutto per le imprese compiute fuori dal rettangolo di gioco. Durante la sua seconda stagione con la Beneamata, poco dopo l’esonero di Gigi Simoni e l’arrivo di Lucescu sulla panchina nerazzurra, il 6 dicembre 1998 durante la partita con il Vicenza Taribo viene sostituito, e di tutta risposta il nigeriano si toglie la maglia lanciandola verso il tecnico rumeno. Pochi giorni dopo arrivano le scuse da parte del difensore, ma dopo due mesi un altro screzio si consuma durante la partita con la Lazio. West è in panchina, durante il secondo tempo Lucescu gli chiede di riscaldarsi, ma lui non si muove. A quel punto il tecnico lo minaccia di non farlo più giocare, e il nigeriano senza il benchè minimo timore gli risponde dicendo “sei uno str****”.

Anno nuovo allenatore nuovo, ma West è sempre lo stesso. Sulla panchina nerazzurra siede Marcello Lippi e va in scena un curioso episodio tra i due, raccontato poi proprio dal tecnico di Viareggio qualche anno dopo: “Un giorno eravamo tutti a tavola con la squadra e lui non c’era. Dico a uno dello staff: vai a vedere che sta facendo Taribo. Viene lui e mi dice: “Stavo pregando mister, Dio mi ha detto che oggi devo giocare”. E io: “strano, a me Dio non ha detto niente… vieni a mangiare che è meglio, pregherai dopo”. Il rapporto con Lippi è ai ferri corti sin dall’inizio del ritiro pre-campionato, e il neo-tecnico nerazzurro lo mette fuori rosa prima dell’inizio del campionato. Dopo 6 mesi in cui non gioca neanche un minuto, l’Inter cede il calciatore proprio ai cugini del Milan.

DOPO L’INTER – “Ho fatto un sogno, mi vedevo prima con una maglia nerazzurra poi con una rossonera e allora ho capito che il mio destino era quello di andare al Milan. E d’altronde, tempo fa, giocando una partita benefica con Weah in Africa, la maglia rossonera l’avevo indossata per davvero”. Si presenta così Taribo West ai suoi nuovi tifosi rossoneri, ma il suo apporto sul campo di certo non è esaltante. Dopo aver saltato i primi mesi perchè impegnato in Coppa d’Africa con la sua Nigeria, fa il suo esordio con il Milan il 24 marzo 2000, entrando a un minuto dalla fine della gara contro la Juventus. A causa di un ritardo di condizione non gioca le successive quattro partite, tornando in campo da titolare solo per le ultime tre gare di campionato. Al termine della stagione lascia il Milan dopo un solo semestre, accettando la corte del Derby County. L’esperienza in Premier League è positiva, il nigeriano dà il suo apporto alla squadra contribuendo al raggiungimento della salvezza con 3 partite di anticipo, ma nonostante ciò al termine del campionato è nuovamente con i bagagli in mano. Solo 18 anni dopo, durante un’intervista rivela retroscena clamorosi sul suo trasferimento ai Rams. Infatti, secondo l’ex Inter c’è stato lo zampino della mafia: “Hanno fatto di tutto per far sì che io lasciassi il Milan, corrompendo i medici per fargli dire che io avevo una grave ferita, quando invece non era così. Mi ha cercato anche il Liverpool, ma ho dovuto accontentarmi del Derby County.”

Lasciato il Derby County, gioca una stagione in Germania con la maglia del Kaiserslautern con più ombre che luci prima di trasferirsi al Partizan Belgrado, dove riesce a imporsi disputando due stagioni a discreti livelli. Nell’estate del 2004 si trasferisce nel club qatariota dell’Al Arabi, ma dopo 6 mesi in cui non riesce ad ambientarsi fa ritorno nuovamente in Inghilterra, accettando l’offerta del Plymouth, club di Championship. Dopo altre due brevi parentesi al Julius Berger e al Paykan Teheran, nell’estate del 2008 lascia ufficialmente il calcio giocato.

DOPO IL RITIRO – Qualche anno dopo il suo ritiro dal calcio giocato, l’ex presidente del Partizan Belgrado Zarko Zecevic ha rilasciato un’intervista shock in cui ha affermato che Taribo West ha 12 anni in più a quanto riportato sulla sua carta d’identità: “Quando West è arrivato al Partizan ha dichiarato di avere 28 anni. Solo più tardi però scoprimmo che in realtà ne aveva 40. Ma giocava bene e non mi sono mai pentito”. La notizia tra il serio e il faceto è stata bollata come scherzo dai più, ma Taribo West non ha mai rilasciato dichiarazioni a riguardo, alimentando così il verme del dubbio. Pochi giorni fa anche i suoi due ex compagni di squadra Ronaldo e Vieri hanno scherzato sull’argomento durante una diretta Instagram. 

CHE FINE HA FATTO – Già durante la sua attività da calciatore Taribo West ha fondato una propria chiesa a Milano, Shelter in the Storm, della quale si è autoproclamato pastore pentecostale ecumenico, che ha continuato a gestire anche dopo il suo ritiro. Si è reso protagonista anche di una lodevole iniziativa per aiutare i bambini nigeriani in difficoltà,  fondando la Taribo West Charity Foundation. Ha inoltre avviato una scuola calcio assieme all’ex attaccante del Milan George Weah. Nel 2014 ha poi fondato una nuova chiesa a Lagos in Nigeria che adesso gestisce a tempo pieno dedicando interamente la sua vita a Dio, che (a suo dire), lo ha scelto come suo strumento di evangelizzazione: “Dio mi ha concesso di conoscere gli oppressi. Poter entrare in contatto con gli oppressi è un dono, ti permette di avvicinarli al Vangelo e di renderti utile. Sono grato a Dio perché ha fatto di me il suo strumento per evangelizzare queste persone.” Nella sua attività religiosa non mancano comunque riferimenti calcistici, infatti tra una predica e l’altra Taribo di tanto in tanto si lascia andare a qualche commento sulla nazionale nigeriana.

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