Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Milan 0-3
L'analisi sulla sconfitta nel derby

Si è chiusa con una sonora e deludente sconfitta per l’Inter la gara di ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro il Milan. Una prova priva di carattere per la formazione nerazzurra, incapace di trovare una reazione soprattutto durante la ripresa nel momento cruciale del match. Prima di voltare definitivamente pagina, analizziamo quanto accaduto ieri sera a San Siro con ‘Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Milan’.
Troppe le chance non sfruttate. Poi arriva il gol di Jovic e con lui, simbolicamente, si spengono le luci a San Siro. Una squadra che in questa partita è sembrata stanca, svuotata, quasi infastidita dalla sua stessa presenza in campo, mentre il Milan – va detto con onestà – ha affrontato la gara come una finale di Champions. E in effetti, per i rossoneri, questa era davvero la finale della stagione. L’hanno preparata con ogni energia possibile, l’hanno interpretata con determinazione, e l’hanno vinta meritatamente. Complimenti a loro, capaci di incartare tatticamente l’Inter in ogni sfida diretta quest’anno, forti di individualità abili a fare la differenza nei momenti chiave.
Se si cerca una nota positiva, forse l’unica è che ci si è tolti un peso in un calendario europeo che sta letteralmente spremendo ogni top club. Ma è un magro conforto. Perché in una stagione in cui si poteva fare molto, salutare così la Coppa Italia lascia un retrogusto amaro. Avremmo voluto essere lì a giocarci tutto, fino alla fine.
Tra le macerie di questa sconfitta, si può salvare qualcosa. Un nome su tutti: Yann Bisseck. Partito titolare, ha mostrato una concentrazione e una cattiveria agonistica degna delle grandi notti. Per lunghi tratti è riuscito a tenere a bada un cliente scomodo come Leao, crollando solo nel finale, sfinito dalla fatica. Se tutti avessero messo in campo la sua ferocia, forse la storia sarebbe stata diversa.
Il punto, però, è strutturale. Lo si diceva già dopo la notte di Madrid l’anno scorso, e ora il campanello d’allarme suona ancora più forte: servono rinforzi veri. Serve una rosa più lunga, con elementi affidabili. Perché questo gruppo sta andando oltre i propri limiti. L’impegno europeo, le coppe, il campionato: tutto pesa e senza alternative valide diventa insostenibile.
Le due sconfitte consecutive, a Bologna e nel Derby, senza nemmeno un gol all’attivo, sono un campanello d’allarme serio. È un momento cruciale della stagione, delicatissimo. Come tutte le big d’Europa, anche l’Inter paga un prezzo altissimo a questo calendario estenuante. L’auspicio è che questi siano gli ultimi jolly giocati. Con il ritorno degli infortunati – Dumfries, Zielinski e Thuram – si apre la fase finale. A partire dalla sfida con la Roma, servirà dare tutto. Perché adesso ogni partita può essere quella decisiva.
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