22 Giugno 2025

Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Urawa 2-1

Il nostro approfondimento sul match

Squadre in campo per Inter-Urawa Red Diamonds

In una serata più sofferta del previsto, alla fine ha prevalso tutto l’orgoglio e la volontà dell’Inter di ribaltare lo svantaggio iniziale contro l’Urawa e portare a casa la prima vittoria di questo Mondiale per Club. In attesa di ritrovare prestazioni più brillanti, la speranza è che la squadra di Chivu possa respirare quella serenità che nell’ambiente manca ormai da diverse settimane. Come di consueto, ecco la nostra analisi con cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Urawa 2-1 (QUI PER RIVEDERE GLI HIGHLIGHTS DI INTER-URAWA 2-1).

Inter-Urawa 2-1: analisi e commento

Dopo settimane complicate, l’Inter torna finalmente a respirare. Una vittoria arrivata in extremis, sofferta ma fondamentale per rimettere la squadra in carreggiata nella corsa agli ottavi di finale. Una boccata d’ossigeno attesa da troppo tempo, capace di interrompere una pericolosa spirale negativa che sembrava inarrestabile. Serviva, e come, un segnale: è arrivato.

Eppure, anche questa partita ha rischiato di trasformarsi nell’ennesimo psicodramma. Di fronte un avversario modesto, arroccato dietro la linea della palla e pronto a colpire in ripartenza. E così è stato: alla prima disattenzione difensiva nerazzurra, ecco il solito gol subito. Una dinamica già vista, che conferma quanto ci sia ancora da lavorare su concentrazione e tenuta mentale, soprattutto contro squadre che danno il massimo proprio contro l’Inter.

Ma a cambiare la storia del match ci hanno pensato i singoli. Prima la giocata illuminante in una rovesciata complicatissima di Lautaro, poi la freddezza di Valentin Carboni, autore del gol decisivo e di una prestazione di personalità. Un’esultanza rabbiosa, liberatoria, che spazza via ogni dubbio sull’impegno e la motivazione di questo gruppo: chi pensava che i ragazzi avessero già la testa lontana dal torneo si sbagliava di grosso.

Proprio Carboni merita una menzione speciale. Entrato con grande convinzione, ha inciso nel momento più delicato con una giocata da attaccante vero, per di più con il piede ‘debole’. Il giovane talento ha mostrato maturità e freddezza, qualità rare alla sua età. Ora resta da capire se Chivu continuerà a puntare su di lui e sugli altri giovani, oppure se quella di oggi è stata una scelta obbligata, vista l’assenza di sette titolari e una panchina cortissima.

In ogni caso, l’allenatore ha dimostrato ancora una volta di essere tutto fuorché dogmatico. Ha variato modulo più volte – partendo con un 3-4-2-1, tornando poi al classico 3-5-2, fino a chiudere con Carboni largo a destra – cercando soluzioni nuove sia in costruzione che negli ultimi metri. Non è questa la gara da cui trarre verità assolute, ma il segnale è chiaro: Chivu è pronto a sperimentare. Ora, però, serve continuità. E, magari, un mercato che lo metta davvero in condizione di lavorare con serenità.

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Autore:
Antonio Siragusano

Antonio Siragusano, classe 1995, fa parte della redazione di Passione Inter dal 2017, di cui ne è responsabile editoriale dal 2024. Laureato in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda, dal 2021 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Appassionato di telecronache e calciomercato, scrive di Inter da quasi dieci anni.