22 Giugno 2025

6 cose che (forse) non hai visto in Inter-Urawa

L'analisi approfondita dietro il successo nerazzurro

Ancora una prestazione poco entusiasmante da parte dell‘Inter quella messa in campo contro l’Urawa Red Diamonds. A differenza del match con il Monterrey, però, nel finale la squadra di Cristian Chivu è riuscita a mettere in campo una reazione d’orgoglio che l’ha portata, prima con Lautaro Martinez e poi con Valentin Carboni, a ribaltare il match e mettere a segno la prima vittoria di questo Mondiale per Club. Prima di voltare pagina, vediamo 6 cose che probabilmente vi siete persi da Inter-Urawa (VEDI QUI GLI HIGHLIGHTS DI INTER-URAWA 2-1).

1) I numeri raccontano di una supremazia netta dell‘Inter sull’Urawa: 26 tiri a 5, 82% di possesso palla per i nerazzurri, 745 passaggi completati contro appena 113 degli avversari. Un controllo totale del gioco che, però, non si è tradotto in un’altrettanta abbondanza di occasioni nitide. Una tendenza che dovrebbe far riflettere, perché nelle prime partite del torneo sta emergendo un dato curioso: le squadre non europee, spesso considerate inferiori, stanno affrontando questo Mondiale con una concentrazione e una determinazione superiori rispetto alle compagini del vecchio continente. E l’Inter, senza alcuni dei suoi big, sta pagando dazio.

2) Dei sei gol più recenti realizzati dall’Inter, ben sei sono arrivati da situazioni di palla ferma, tre da calcio d’angolo. Un dato che accende un campanello d’allarme sul possibile addio di Calhanoglu, non solo per la sua regia, ma anche per la qualità sui piazzati. Per una squadra che costruisce tanto ma fatica a finalizzare, la precisione nei calci da fermo è diventata vitale. Da sottolineare anche la polemica sulla rimessa laterale da cui nasce il secondo gol, battuta circa 20 metri più avanti rispetto al punto corretto: un dettaglio che non è passato inosservato.

3) Chivu sta dimostrando flessibilità tattica, ma anche quanto sia complesso sostituire un sistema oliato come quello lasciato da Inzaghi. Contro l’Urawa ha provato il 3-4-2-1 per attaccare meglio le linee basse degli avversari, ma l’esperimento non ha funzionato. Tornato al classico 3-5-2, la squadra ha ritrovato ordine e fiducia. Il tecnico rumeno sta cercando di adattare i suoi principi a una rosa che, senza i leader tecnici, mostra i propri limiti. Un dato che conferma come Inzaghi abbia probabilmente spinto questa squadra oltre il proprio potenziale. Ora serviranno innesti mirati o scelte più radicali sul mercato, andando verso profili più funzionali alla nuova idea tattica.

4) Se l’Inter riesce a restare competitiva anche in un torneo complesso come questo, molto lo deve ai suoi due leader tecnici. Lautaro Martínez è il simbolo della continuità realizzativa: 10 gol nelle ultime 10 gare internazionali nel 2025, e calciatore con più gol in Serie A con 17 reti in 29 partite. Attorno a lui si muove l’intera fase offensiva. E poi c’è Nicolò Barella, sempre più imprescindibile: migliore in campo contro il Monterrey, si è ripetuto anche con l’Urawa per contrasti vinti (7), dribbling riusciti, xG e tiri. Il centrocampista sardo è l’uomo ovunque di questa Inter.

5) Tra le prestazioni della serata, ecco anche quella non proprio positiva di Luis Henrique al debutto dal primo minuto. Con Lautaro è stato quello che ha toccato più palloni in area avversaria, con 3 dribbling riusciti su 5 tentati. Numeri che, nel contesto di un’Inter storicamente poco brillante nel dribbling (basti pensare che Zalewski guidava la scorsa stagione con appena 0,8 riusciti a partita), fanno riflettere. Deve crescere nella lettura delle situazioni e migliorare la qualità dei cross, ma l’impressione è che il talento ci sia. Serve solo tempo e pazienza.

6) Infine, l’impatto di Valentin Carboni non può passare sotto traccia. Il suo ingresso ha cambiato volto alla partita ed ha messo a segno un gol che potrebbe valere fino a 8 milioni di euro in premi e diritti in caso di qualificazione agli ottavi. Un’intuizione tattica che premia anche la linea verde dell’Inter, sempre più intenzionata a valorizzare i propri talenti.

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Autore:
Antonio Siragusano

Antonio Siragusano, classe 1995, fa parte della redazione di Passione Inter dal 2017, di cui ne è responsabile editoriale dal 2024. Laureato in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda, dal 2021 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Appassionato di telecronache e calciomercato, scrive di Inter da quasi dieci anni.