29 Febbraio 2016

EDITORIALE – Quando subentra lo sconforto

La settimana scorsa ci chiedevamo se una vittoria può lasciare più interdetti di una sconfitta e constatavamo che il vero esame per quest’Inter sarebbe stato la trasferta allo Juventus Stadium. Oggi, dopo aver visto l’ennesima sconfitta della stagione (e la seconda contro i bianconeri), possiamo dire che l’Inter, quell’esame, non l’ha passato. I nerazzurri hanno […]

La settimana scorsa ci chiedevamo se una vittoria può lasciare più interdetti di una sconfitta e constatavamo che il vero esame per quest’Inter sarebbe stato la trasferta allo Juventus Stadium. Oggi, dopo aver visto l’ennesima sconfitta della stagione (e la seconda contro i bianconeri), possiamo dire che l’Inter, quell’esame, non l’ha passato. I nerazzurri hanno anche sfoderato una prova semi-quasi buona nel primo tempo, prima di autodistruggersi al cospetto dei campioni d’Italia uscenti (e, forse, pure rientranti), consentendo a Madama di prendersi i tre punti con relativamente poca fatica. Difatti, le sfuriate degli uomini di Allegri sono durate giusto una ventina di minuti all’inizio del match per poi assestarsi su un sereno controllo della partita, grazie anche al gol trovato in avvio di ripresa.

In pratica, quasi una passeggiata di salute per gli juventini che, ahimè, non era così imprevedibile alla vigilia e che fa male perché arrivata nonostante una buona resistenza nerazzurra nei primi 45’ (questa sì, più sorprendente, quanto meno per una parvenza di organizzazione riemersa dalle nebbie degli ultimi tempi) e un errore clamoroso che ha vanificato completamente un piano gara sparagnino ma tutto sommato efficace studiato da Mancini, che aveva probabilmente azzeccato il sistema con cui imbrigliare la Vecchia Signora. Ad accrescere la sensazione di fastidio che il risultato ha portato inevitabilmente con sé c’è anche tutto il secondo tempo, nel quale – pur in svantaggio – l’Inter non è riuscita a tirare in porta fino al recupero, confermando tutte le peggiori sensazioni di questa sciagurata fase della stagione. Questo è forse persino più doloroso dello sciagurato misfatto compiuto da D’Ambrosio con il suo assist per Bonucci.

Eppure, Juventus-Inter porta con sé una dose tale di verità scomode ma oggettive su quello che è il momento dell’Inter che è impossibile ignorarle. I nerazzurri sono una squadra in sofferenza profonda, che faticherà enormemente anche con le squadre più piccole per prendersi i tre punti e che dovrà combattere fino alla fine anche solo per strappare un quinto posto finale, sperando che il Sassuolo prosegua con la sua striscia di risultati altalenanti e non faccia mai quel salto di qualità che darebbe alla compagine di Di Francesco delle vere ambizioni europee. La realtà è questa, piaccia o no: al momento l’Inter è inferiore anche al Milan come stato di forma fisica e mentale così come non sembra in grado di potersi riavere abbastanza per poter insediare il quarto posto della Fiorentina, del terzo non si può nemmeno parlare perché la differenza di qualità della rosa con la Roma è pazzesca.

Tra due giorni, beffa nella beffa, ci sarà il quarto incontro stagionale con la Juventus in Coppa Italia che, giocoforza, a meno di miracoli, si tradurrà in una semplice passerella dei bianconeri per via del pesante risultato dell’andata. Anche sulla gestione del secondo trofeo nazionale si potrebbero avanzare delle questioni perché quello che poteva essere un buon obiettivo stagionale (nonché una quasi comoda assicurazione in chiave europea in caso di arrivo in classifica peggiore del previsto) è stato compromesso pesantemente con 90’ di anticipo dopo aver invece fatto un’impresa a Napoli. Quindi, in sostanza, la stagione della Beneamata è già quasi del tutto finita agli albori di marzo. Un copione non troppo nuovo visto l’andazzo degli scorsi anni e che mai come in questa stagione si pensava di evitare, riuscendo finalmente a condurre un campionato in porto degnamente e ponendo delle basi per ricominciare a sognare in grande.

Invece niente, come sempre negli ultimi anni. Rassegniamoci a un’altra fine stagione sotto il par e, forse, all’ennesima estate di passione. Perché adesso, purtroppo, è arrivato il momento dello sconforto.