9 Agosto 2014

EX INTERISTI ON THE ROAD – Recoba l’esteta

intervista recoba

di Bartoloni Riccardo

Uno che al suo esordio, non ancora 23enne, si presenta con una doppietta, subentrando nel secondo tempo e ribaltando una sconfitta che sembrava già scritta, deve per forza entrare nei cuori dei tifosi di quella squadra. El Chino, Alvaro Recoba, si era fatto conoscere proprio in questo modo. Quei due gol dalla distanza, seguiti dal sontuoso tiro dalla linea di centrocampo contro il Brescia poco dopo, ebbero l’effetto di scagliare definitivamente la freccia del cupido calcistico, il destinatario era il Presidente Massimo Moratti,  che si era disperatamente innamorato del suo piede mancino.

Dopo l’inizio esplosivo il Chino divenne un fedele compagno della panchina di San Siro, venendo così ceduto in prestito al Venezia nel mese di gennaio del 1999, riuscendo di conseguenza a giocare con più continuità e guadagnandosi nuovamente le attenzioni del grande pubblico. Con la squadra lagunare infatti furono 19 le partite giocate  in 5 mesi, incorniciate da ben 11 gol. Queste prestazioni gli permisero di tornare a pieno merito nella squadra nerazzurra, giocando titolare, complice anche l’infortunio di Ronaldo.

Durante i preliminari della Champions League 2000-2001 arrivò una delle più grandi delusioni della carriera dell’uruguayano. L’Inter di Lippi giocava contro l’Helsinborg la partita di ritorno a San Siro, dopo aver perso clamorosamente 1-0 in Svezia la gara d’andata. Bastava un gol per accedere ai tempi supplementari e i nerazzurri, dopo aver colpito due pali e vittime dei miracoli dei difensori avversari, ottennero un calcio di rigore a pochi minuti dalla fine. Tanti i sospiri di sollievo sugli spalti, non solo per il rigore assegnato, ma anche vedendo chi sarebbe stato incaricato a batterlo. Tutti sapevano che El Chino con il suo magico piede sinistro non avrebbe mai sbagliato, e invece andò proprio così, decretando l’eliminazione prematura dalla competizione europea di una squadra che aveva tutto per giocarsela fino alla fine.

Un giocatore pazzo, da Inter, dal potenziale enorme, tanto da lasciare immutato nel tempo l’affetto di Moratti nei suoi confronti. Il suo unico problema era una discreta svogliatezza: gli allenamenti infatti non erano il suo punto di forza e nell’ambiente nerazzurro si diceva che avesse addirittura una persona incaricata ad allacciargli sempre le scarpe in caso di bisogno. Tantissimi i gol da ricordare, tutti di grande bellezza, altrettanti i momenti di stallo, durante i quali il Chino non riesce proprio ad incidere. Un esteta del calcio, che se capisce di non poter raggiungere il sublime non tenta nemmeno di compiere azioni normali. Non proprio un uruguayano tipico, gente abituata a dare il massimo per raggiungere un obiettivo, mettendo sempre la grinta e l’agonismo al primo posto.

 Il congedo del Chino da Milano arrivò con un ultimo gol da calcio d’angolo, contro l’Empoli, nella stagione del primo scudetto vinto sul campo dopo calciopoli. Ultimo atto di pazzia di un giocatore che non aveva bisogno di correre, l’importante era dargli il pallone nei piedi, possibilmente quello sinistro.

Dopo l’Inter Recoba decise di spostarsi a Torino, sponda granata, per continuare la sua avventura in Serie A, ma non riuscì ad incidere come avrebbe voluto. Per questo motivo abbandonò l’Italia per giocare in campionati meno competitivi: prima la Grecia, con il Panionios, e poi il ritorno da eroe in Uruguay con il suo Danubio, squadra che lo aveva lanciato nel calcio professionistico da giovane. Dopo 10 gol in 31 partite decise di mettersi nuovamente in gioco raggiungendo il Nacional, nel quale aveva già militato nella stagione 1996-1997, prima di raggiungere il palcoscenico europeo. Proprio con questa nuova maglia riesce a vincere il campionato uruguayano 2011-2012, grazie ad un suo gol nella decisiva partita finale, rafforzando ulteriormente la sua fama di leggenda del calcio. Ancora oggi Recoba continua a giocare con il Nacional ed è di pochi giorni fa la notizia del suo rinnovo fino al 2015. Ma non c’è da stupirsene, in fin dei conti l’importante è dargli il pallone nei piedi.

 Partita simbolo della carriera del Chino e dell’Inter di quel periodo, vi lasciamo con gli highlights della mitica partita Inter-Sampdoria del 2004:

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