27 Ottobre 2019

Occhi sull’Avversario – Guida al Borussia Dortmund, la rivale nella doppia sfida decisiva per il futuro dell’Inter in Champions

La squadra guidata da Lucien Favre ha tutte le carte in regola per contendersi fino alla fine il passaggio del turno con i nerazzurri

Manca ormai pochissimo al primo dei prossimi due scontri decisivi per il futuro dell’Inter in Champions League. Gli uomini di Antonio Conte, dopo il deludente pareggio all’esordio a San Siro contro lo Slavia Praga e la sconfitta in rimonta contro il Barcellona, torneranno tra le mura amiche per ospitare il Borussia Dortmund alla ricerca dei primi – e a questo punto determinanti – tre punti della stagione nella massima competizione europea.

I nerazzurri, rialzatisi dopo le due sconfitte consecutive contro Barcellona e Juventus grazie alla vittoria non senza brividi sul Sassuolo, si apprestano dunque ad affrontare un test che mostrerà a che punto è arrivato il processo di crescita cominciato con il nuovo progetto tecnico e che potrà dirci qualcosa di importante sulle reali ambizioni stagionali della squadra in campo europeo. Ambizioni che, a questo punto, non possono sottrarsi dal fare i conti con quelle del Borussia di Reus e compagni. Andiamo dunque ad analizzare, in cinque punti, caratteristiche e stato di forma della squadra tedesca.

 

LA GESTIONE FAVRE

Lucien Favre è approdato sulla panchina del Borussia nell’estate 2018, all’inizio di quella che a molti sembrava una stagione di transizione volta quanto meno ad al meglio un nuovo ciclo tecnico dopo alcune stagioni opache. Eppure, il tecnico ex-Nizza è riuscito da subito a dare un’impronta precisa alla propria squadra e ad ottenere risultati importanti, rimanendo in testa alla classifica della Bundesliga per diversi mesi salvo poi cedere il passo al Bayern Monaco soltanto nello sprint finale, terminando la stagione al secondo posto a soli due punti dalla vetta.

Il tecnico francese è riuscito comunque a far bene da subito organizzando la propria squadra in un sistema di gioco rapido e alla continua ricerca della verticalizzazione, alternando a seconda dell’occasione il 4-3-3 e il 4-2-3-1. Questo stile di gioco ha permesso al Dortmund di sfruttare al meglio le doti fisiche ed atletiche del proprio reparto difensivo e di convertire in pericolosità e gol le qualità tecniche del parco attaccanti, che ha concluso il campionato riuscendo a mettere a segno un totale di 81 gol fatti in 34 partite disputate. In tutto questo, al tecnico va anche dato merito di essere riuscito a sviluppare al meglio talenti come Sancho e Akanji e di aver dato nuova linfa a giocatori in una fase un po’ nebulosa della propria carriera come Gotze e Paco Alcàcer.

Al netto di un mercato estivo che ha fornito al tecnico nuove importanti pedine come Hummels (tornato dopo l’esperienza al Bayern), Brandt e Thorgan Hazard, la nuova stagione, cominciata alla grande con il trionfo in Supercoppa, ha dunque ulteriormente rilanciato le ambizioni della squadra, pronta a giocarsi il tutto per tutto per vincere il campionato e conquistare il passaggio agli ottavi di finale di Champions nel girone di ferro con Barcellona e Inter.

 

IL CAMMINO IN CHAMPIONS

Il cammino del Borussia nel girone con Inter, Slavia Praga e Barcellona è cominciato proprio contro i blaugrana, nell’esordio davanti al muro giallo del Westfalen Stadion in cui gli uomini di Favre sono riusciti a conquistare un pareggio contro la squadra favorita del girone. E, a dirla tutta, tra le due squadre sono stati proprio i giallo-neri ad andare più vicini alla vittoria, sfumata solo a causa dell’errore dal dischetto di Reus. Certo, era un Barcellona acciaccato dagli infortuni e ancora immerso fino al collo nelle difficoltà avute in questo inizio di stagione, ma la buona prestazione dei tedeschi ha sicuramente rappresentato uno statement non da poco circa la loro volontà di imporsi nelle gerarchie del girone.

Nella seconda gara, infatti, i tedeschi sono riusciti a strappare un altrettanto convincente vittoria in casa dello Slavia Praga, che non è riuscito a replicare l’exploit di San Siro ed è capitolata con il risultato di 0-2. Il Dormund ha così conquistato tre punti importantissimi che gli sono valsi il primato in classifica a pari merito con i blaugrana. Ed ora, in vista della trasferta di San Siro contro l’Inter, possiamo senz’altro aspettarci una squadra più che mai decisa a conquistare una vittoria che potrebbe affossare i nerazzurri e consentirgli di mettere almeno un piede agli ottavi di finale.

 

 

IL MOMENTO DI FORMA

Rispetto a quello molto positivo in Champions, il cammino dei tedeschi in campionato è stato leggermente più travagliato, anche se il momentaneo equilibrio tra le squadre di alta classifica in Bundesliga gli ha comunque garantito il quarto posto ad un solo punto di distanza dalla vetta. Ma, come abbiamo detto, gli ultimi risultati in territorio nazionale possono dirci qualcosa in più rispetto al semplice stato della classifica.

Prima della vittoria di misura per 1-0 contro il Borussia Mönchengladbach (attuale capolista a pari merito con il Wolfsburg) infatti, i giallo-neri venivano da tre pareggi consecutivi, per la precisione tre 2-2 consecutivi. Le partite contro Friburgo, Werder Brema e Eintracht Francoforte dunque, oltre a confermare il potenziale offensivo della squadra, hanno anche messo in luce una fragilità difensiva e mentale (due di questi pareggi sono arrivati per gol subiti negli ultimissimi minuti) che Antonio Conte e il suo staff dovranno trovare il modo di sfruttare. Anche in questo senso la partita ci potrà dire qualcosa di interessante: la fin qui solidissima (ad eccezione del finale di partita di Reggio-Emilia) difesa nerazzurra dovrà reggere la forza d’urto dell’attacco giallo-nero, mentre quella della squadra tedesca dovrà confermare di aver risolto i problemi delle ultime partite contro la coppia formata da Lukaku e Lautaro Martinez, mostratasi in grande spolvero nell’ultimo impegno contro il Sassuolo.

AGGIORNAMENTO: Dopo la sconfitta nella gara di San Siro, il Borussia di Favre è stato impegnato in tre partite contro altrettante squadre di vertice in una Bundesliga con 8 squadre nel giro di due punti dal secondo posto (occupato proprio dai giallo-neri) al nono. Nella prima, contro lo Schalke, la squadra ha subito un po’ il contraccolpo psicologico della sconfitta europea e non è andata oltre lo 0-0. Nelle due partite successive contro Mönchengladbach in coppa e Wolfsburg in campionato Reus e compagni hanno ottenuto due importanti vittorie (rispettivamente per 2-1 e 3-0).

LA STELLA 

Ormai trentenne e nel pieno della propria carriera, Marco Reus ha confermato ancora una volta di volersi legare a vita alle sorti della squadra giallo-nera e di volerla guidare da capitano e faro indiscusso della manovra offensiva. Dopo una serie di annate macchiate da infortuni gravi che ne hanno compromesso prestazioni e presenza in campo, nel corso dell’ultima stagione Reus (incorso nuovamente in alcuni infortuni, ma di lieve entità) ha dimostrato di  essere ancora un campione di livello assoluto e di poter mettere in pratica questa volontà mettendo a segno 21 gol e 13 assist in un totale di 36 partite giocate, provando ancora una volta di essere un fattore decisivo nello scacchiere del Borussia anche agli occhi dei più scettici.

Con la nuova stagione non sembra aver rallentato il passo: ad oggi, al netto di 12 partite giocate, sono già 6 i gol segnati dall’attaccante tedesco, impreziositi da un assist. Se non altro, le ultime notizie possono almeno in parte far sorridere i nerazzurri: come annunciato dal club tedesco infatti, a causa di un’influenza il giocatore non sarà della partita in quel di San Siro. Rimane comunque abbastanza scontata la sua presenza nell’altrettanto decisivo match di ritorno, e a quel punto Skriniar e compagni avranno un grosso problema in più di cui tenere conto.

 

GLI ALTRI UOMINI DA TEMERE

In ogni caso, considerare Reus l’unico grosso pericolo della formazione tedesca sarebbe un grosso errore. Il Borussia possiede infatti una rosa piena di talento e, probabilmente, superiore a quella nerazzurra almeno in quanto a profondità. L’elemento più prezioso è senza ombra di dubbio Jadon Sancho: sotto la guida di Favre l’esterno classe 2000 ‘scartato’ dal City ha avuto modo di dimostrare a tutti il proprio incredibile talento, e mentre si prospetta per lui un futuro nella rosa ristretta dei 3/4 migliori giocatori al mondo il suo valore in sede di mercato parla già abbastanza chiaro (100 milioni secondo i dati transfermarkt, esponenzialmente di più in un ipotetico scenario  in cui decida di lasciare la squadra la prossima estate).

Come detto poi il valore della rosa a disposizione del tecnico francese non si limita a lui e si palesa in tutti le zone del campo: il reparto offensivo può godere della ritrovata vena realizzativa di Alcàcer e della tecnica di giocatori come i già citati Hazard e Brandt;  il centrocampo può vantare un ritrovato Witsel, tornato in grandissima forma dopo la poco edificante esperienza cinese, a cui il tecnico può affiancare, a seconda delle occasioni, giocatori solidi e dalle caratteristiche diverse come Delaney, Weigl e Dahoud; la difesa infine si regge su centrali dalle grandi doti atletiche e in fase di impostazione come Hummels, Akanji e il promettente Zagadou, affiancati sulle corsie laterali da  terzini dal grande estro come Guerreiro o Hakimi (provato con ottimi risultati anche da esterno offensivo) o più composti ed esperti come Schmelzer e Piszczek. A completare il lotto c’è Burki, portiere dimostratosi sempre piuttosto affidabile pur non essendo di primissimo piano a livello mondiale.