30 Agosto 2019

Alexis Sanchez, evoluzione tattica (e tecnica) di un attaccante: ecco dove potrebbe giocare nell’Inter di Conte

Dall'Udinese al Manchester United, ecco come il cileno si è adattato ai nuovi ruoli

Con l’arrivo di Alexis Sanchez la dirigenza dell’Inter ha chiuso i movimenti in entrata per il proprio reparto offensivo da regalare all’allenatore Antonio Conte. Il cileno per fantasia e qualità tecnica rappresenta un unicum per i nerazzurri: né LautaroLukaku possono contare sulle sue qualità. Ma dove potrebbe giocare El Niño Maravilla nello scacchiere del tecnico salentino? Per rispondere a questa domanda bisogna studiare l’evoluzione tecnica e tattica del cileno nel corso degli anni.

Dall’Udinese al Manchester United: ecco com’è cambiato il ruolo di Sanchez 

Sanchez arriva ad Udine da esterno alto destro, ed è proprio in quel ruolo che si conferma uno dei più grandi talenti del calcio italiano. Guidolin gli dona specifici compiti in attacco, talvolta anche affiancandolo a Di Natale: da punta centrale gioca raramente, ma inizia ad approcciarsi a quel ruolo. L’arrivo al Barcellona coincide con l’inizio di una trasformazione che si completerà più avanti nel tempo. Da ala destra si trova poi a giocare frequentemente anche sulla sinistra, ma la grande differenza con i tempi dell’Udinese sta nell’interpretazione del ruolo: con Messi al suo fianco impara a condurre la palla con meno insistenza, a dare più spazio all’azione corale. Diventa un incursore talmente pungente che nel 2013-14 arriva a totalizzare 21 gol – tanti, per un esterno – e 16 assist.

Nell’estate del 2014 decide di provare ad imporsi come principale talento di una squadra. La squadra è l’Arsenal di Arsène Wenger. Il francese è un profondo conoscitore del calcio e stravede per il cileno. Con la tela tattica dei Gunners si sposa alla perfezione: diventa l’ala sinistra ma anche il regista offensivo della rosa londinese. Il gioco passa da Sanchez oppure da Ozil. Nonostante sostanziali differenze con il passato al Camp Nou riesce anche a mantenere un’ottima vena realizzativa e si conferma un ottimo uomo assist.

L’ennesimo (e definitivo) cambio di prospettiva arriva nella stagione 2016-17: Wenger per esigenze numeriche lo sposta a fare la punta centrale. Qui Sanchez trova la maturità tecnica e tattica ricercata per tutta la carriera, trasformandosi in un’autentica macchina da guerra. In 51 presenze partecipa attivamente a 48 gol (30 centri e 18 assist). Con l’avanzare dell’età il cileno ha scelto inevitabilmente di ridurre il dispendio di energia fisica, perfezionando il proprio stile, facendo di necessità virtù.

Ora gioca molto più vicino alla porta cercando non solo la via del gol ma spesso anche la giocata risolutoria in favore dei compagni. E’ sempre il regista offensivo della propria squadra, ma sposta la zona d’azione di qualche metro più avanti e più verso il centro del campo. Sfrutta la sua mobilità per non dare punti di riferimento alle difese avversarie per poi punirle anche con gol da fuori area o con dei colpi di testa.

Anche al Manchester United, al netto di prestazioni spesso non convincenti a livello qualitativo, conferma questa sua nuova interpretazione. Gioca spesso come seconda punta (principalmente al fianco di Lukaku) o come trequartista assieme a Rashford, Lingard o Martial.

Come giocherebbe Sanchez nell’Inter di Antonio Conte

La possibilità più concreta in questo senso, stando alle indicazioni tattiche fornite dall’Inter nelle uscite stagionali, è quella di vederlo come seconda punta nel 3-5-2 di Conte. Ritrova Lukaku, giocatore con cui allo United si intese molto bene, e potrebbe sfruttare così sia gli spazi che Candreva libera per andare a creare superiorità numerica in transizione offensiva, risultando di fatto ancora una volta il regista offensivo della sua squadra. La sua qualità tecnica glielo permette.

Più difficile invece, ma non da scartare a priori, la possibilità di vederlo come “trequartista” in un 3-4-3. Conte usò questo modulo nella sua esperienza al Chelsea con grande frequenza, a tratti anche la sua Juventus optò per il seguente schema di gioco. Nella coppia – sempre alle spalle di Lukaku – dovrebbe essere lui il giocatore offensivo e quindi, alla sua destra, potrebbe trovare Candreva o Lazaro, con l’elemento non impegnato in fase offensiva che andrebbe quindi a fare l’esterno di centrocampo. In questo caso sarebbe poi facilmente pronosticabile l’impiego di Vecino come secondo centrocampista centrale a discapito di Sensi e Barella: l’uruguayano può contare su una maggiore forza fisica e una maggiore capacità d’interdizione rispetto ai due italiani.

Difficile se non impossibile vederlo come quinto di centrocampo (a destra o a sinistra): il lavoro in fase di non possesso chiesto da Antonio Conte in quel ruolo non si addice alle caratteristiche di Sanchez.

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