10 Ottobre 2014

FOCUS – Bonazzoli, Puscas e l’insana voglia di farli crescere troppo in fretta

Bonazzoli Puscas

Bonazzoli Puscas

Dopo quella che in molti potrebbero considerare la settimana più nera della gestione Mazzarri, cominciata con un 1-4 casalingo contro il Cagliari e terminata con la rovinosa sconfitta di Firenze, poche cose avrebbero potuto ulteriormente complicare il già arduo compito che spetta al tecnico toscano più dell’infortunio capitato a Pablo Daniel Osvaldo. Le parole pronunciate ieri dal Dottor Castellacci devono aver fatto parecchio male dalle parti di Appiano Gentile: si prospetta un mese di stop per l’attaccante italo-argentino. Ciò significa che, rosa alla mano, l’Inter dovrebbe arrivare quasi a ridosso della sosta natalizia potendo fare affidamento solo su Mauro Icardi, parso leggermente stanco e non nuovo a noie muscolari, e Rodrigo Palacio, che attualmente non può essere considerato completamente recuperato dopo l’infortunio di inizio stagione. Praticamente utopia. Walter Mazzarri dovrà valutare e studiare soluzioni alternative: probabilmente cercherà di attingere dal reparto dei centrocampisti offensivi. Avanzare uno tra Guarin, Kovacic o Hernanes, rinunciando però alle due punte, potrebbe essere la soluzione più pratica, anche se porterebbe al riemergere di un problema tipico della passata stagione: lo scarso potenziale offensivo (posto che comunque è sempre l’atteggiamento più che la disposizione tattica a fare la differenza). Purtroppo però i nerazzurri saranno costretti a fare di necessità virtù e sposare nuovamente la causa del 3-5-1-1, almeno quando Icardi e Palacio finiranno la benzina.

Per la verità un’altra carta da giocare Mazzarri potrebbe averla: un doppio asso nella manica. Sto parlando dei due prodotti della cantera nerazzurra che più si sono messi in luce nell’ultimo anno e mezzo alla Pinetina: George Puscas e Federico Bonazzoli. In molti tifosi, visto il periodo di magra che nel reparto offensivo dell’Inter perdura ormai da 3 anni, stanno invocando da tempo il loro utilizzo con continuità. Un entusiasmo figlio di speranze ed illusioni che però rischia di essere controproducente, anche se genuino e contagioso. E’ doveroso infatti ricordare che per molti nerazzurri la coppia d’attacco del futuro doveva già essere quella formata da Samuele Longo e Marko Livaja, protagonisti della fantastica vittoria in Next Generation Series del 2012, ma poi dimostratisi ancora acerbi per il grande salto, forse anche a causa delle eccessive aspettative che si crearono su di loro. Come allora di Longo e Livaja, anche oggi di Puscas e Bonazzoli non si sa molto in realtà. I più analizzano i numeri dei due ragazzi, leggono le recensioni entusiaste di chi ha visto loro segnare qualche bel gol e sono già sicuri che l’Inter abbia fresco e confezionato in casa il campione del futuro. Potrebbero anche non sbagliarsi, ma al momento va sottolineato che non ci sono gli elementi per arrivare ad una valutazione di questo calibro. Meglio invece rimanere con i piedi per terra e provare a capire quanto adesso il duo Bonazzoli Puscas possa dare a quest’Inter mazzarriana, senza subirne irreparabilmente i problemi e la pressione.

 IL MANCINO DI MANERBIO – Federico Bonazzoli è finito per la prima volta sulle pagine dei giornali quando non aveva ancora compiuto 10 anni. Si legge tra le pagine de La Repubblica del 7 maggio 2007 di una partita tra i Pulcini di Pergocrema e Inter finita 0-40, in cui un certo Bonazzoli segnava 8 gol. “Sono bimbi, non sanno fermarsi” ebbe da dire Roberto Samaden dopo quella partita. Ma da quel momento pare che Federico non si sia più fermato, continuando a realizzare valanghe di gol ed a far parlare di sé come un sicuro talento. Fino alla passata stagione, con l’esplosione a soli 16 anni nel campionato Primavera e l’esordio in prima squadra grazie al quale è già entrato nella storia: secondo giocatore più giovane a giocare in Serie A con la maglia dell’Inter. Se però non ci si fa ammaliare dai dati o dai bellissimi gol che è possibile ammirare su YouTube, e si ha la possibilità di guardare qualche sua partita per intero, si può intuire come Bonazzoli non sia propriamente un animale d’area di rigore. Fisico alto e snello, ma predisposizione più a sfruttare la sua tecnica che i suoi centimetri. La porta il numero 97 la vede molto bene, ma soprattutto con i suoi micidiali tiri da fuori area: ha un mancino delizioso con cui però non ama fallire la mira e quando tira è sempre per fare gol, mai “per provarci”. Tra i grandi però potrebbe soffrire ancora la sua scarsa capacità di usare il fisico e soprattutto il poco spazio che in Serie A viene concesso ad un centravanti. Non va inoltre dimenticato che ha poca esperienza anche in ambito giovanile: l’anno scorso era al primo anno in Primavera ed infatti ha collezionato solo 23 presenze nell’intera stagione. Ha subito, come molti suoi compagni, lo scotto di una poca maturità, che spesso lo ha portato a sbagliare le partite importanti. Poi certo va fatto notare che a neanche 16 anni realizzare 13 gol non è da tutti, anzi. In più i numeri di questo settembre nella baby Inter fanno ancor più paura: un gol ogni 53 minuti, 6 totali in 4 partite. La preparazione estiva fatta al completo nel gruppo di Mazzarri ha fatto si che il ragazzo sia cresciuto molto, sia fisicamente che mentalmente. Per le sue caratteristiche si potrebbe adattare benissimo in coppia con Icardi, a cui piace invece occupare con costanza l’area di rigore. Potrebbe quindi ricoprire al meglio il ruolo di vice-Palacio, sostituendolo a partita in corso. Difficile per Mazzarri però rischiarlo dal primo minuto, ingiusto da parte dell’ambiente nerazzurro aspettarsi di più da un ragazzo che, non ancora maggiorenne, si ritroverebbe in un contesto pieno di pericoli in cui non verrebbe più coccolato, come avvenuto fino ad oggi nei campi delle giovanili. Avrebbe buone opportunità di giocare insieme a Palacio se l’Inter dovesse avere bisogno di difendere il risultato: in campo aperto, viste le sue qualità nel dribbling, potrebbe diventare letale anche in Serie A.

 L’INFALLIBILE RUMENO – George Alexandru Puscas è nato invece a Marghita, un anno, un mese e 13 giorni prima del suo collega di reparto. A 18 anni, dopo tanta gavetta prima di arrivare all’Inter, il rumeno guida la classifica marcatori dell’intero campionato Primavera, con 10 gol segnati in 4 presenze (un gol ogni 35 minuti). Ancor di più nel suo caso, siamo quindi di fronte a numeri impressionanti, spesso cartina tornasole dei veri campioni. Meglio però considerare il fatto che l’intera squadra nerazzurra ha segnato 22 gol in 5 partite e che per ora sta demolendo ogni avversario che le si pone davanti: le reti segnate, di Puscas come di Bonazzoli, sono quindi “viziate” da questo aspetto. Nella scorsa stagione George ha segnato appena 11 gol, scontando come già detto una maggiore inesperienza ma anche una squadra nel complesso meno forte rispetto a quella di quest’anno. Lasciando anche in questo caso le statistiche in un angolo, è bene sottolineare come, sebbene sia considerato punta centrale anche il rumeno come Bonazzoli, abbiamo a che fare ora sì con un bomber di razza. Molto più simile ad Icardi, Puscas è davvero forse l’unico giocatore presente nella rosa nerazzurra in grado di sostituirlo copiandone le mansioni. Farebbe però molta più fatica dell’argentino a fare a sportellate con gli arcigni difensori italiani: non gli mancherebbe di certo la cattiveria agonista, ma pagherebbe ovviamente una poca praticità con queste situazioni, che in Primavera sono meno frequenti, oltre ad un fisico meno possente. Dalla sua parte, in termini di esperienza, ci sono comunque 3 presenze e 2 gol nella Romania Under21, che denotano già la capacità di affermarsi anche in una dimensione diversa da quella del semplice campionato Primavera. Puscas potrebbe quindi fare le veci di Icardi soprattutto in Europa League, dove forse troverebbe più spazio e più palloni giocabili, ma non dovrebbero soffrire lo scotto dell’esordio in Europa, vista comunque la sua forte personalità. I due potrebbero anche giocare assieme, ma solo se l’Inter cominciasse a crossare più spesso in mezzo all’area.

Ecco quindi tracciate a grandi linee le fasi in cui i due talenti si trovano nel loro percorso di crescita: entrambi sono potenzialmente in rampa di lancio verso la Serie A, ma stanno ora affrontando il momento più delicato, quello in cui devono acquisire sicurezza e consapevolezza nei propri mezzi, per poter compiere la definitiva metamorfosi da promesse a “calciatori da Inter”. Vivere questo passaggio in una squadra dalle turbolenze frequenti come l’Inter di Mazzarri potrebbe rivelarsi molto pericoloso. Il primo a saperlo è lo stesso tecnico, che non vorrebbe buttare nella mischia i due giovani sotto un Meazza ululante, come nella sfida contro il Qarabag. Anche per questo, prima che il duo Bonazzoli Puscas possa scendere in campo con continuità, ci vorrebbe un ambiente più sereno. Qualche vittoria, trascinata dai gol di Palacio e Icardi, potrebbe aiutare i due compagni di reparto più acerbi a trovare i loro spazi. Un primo posto nel girone di Europa League ottenuto celermente potrebbe dare l’occasione a Mazzarri per provarli dal primo minuto, senza eccessive pressioni. Il tifoso, che attende frenetico le vittorie a tutti i costi, non può poi pretendere che il proprio allenatore schieri in campo a cuor leggero due giovani promettenti senza nessuna esperienza non solo in Serie A, ma in un qualsiasi altro campionato professionistico. Se verrano educati ed allenati nel migliore dei modi, Bonazzoli e Puscas potrebbero diventare dei titolari in nerazzurro. Ma al momento non lo sono: potranno dare il loro contributo già in questa Inter, nelle modalità di cui discusso sopra, ma non è giusto nei loro confronti che vengano attesi ed invocati come nuovi campioni.

Daniele Fiori

Follow @FioriDaniele

Bonazzoli Puscas