Chivu: “Il derby è una partita come tutte le altre. Ad Allegri rispondo così…”
Le parole del tecnico nerazzurro alla vigilia di Inter-Milan
Alla vigilia del derby della Madonnina, l’Inter si prepara al primo appuntamento dopo l’ultima sosta del 2025 e lo fa con un elemento di novità assoluta: il debutto di Cristian Chivu in un derby da allenatore. Il tecnico nerazzurro ha parlato alla vigilia del match valido per la 12ª giornata di Serie A, una sfida che pesa già tantissimo sulla classifica. L’Inter arriva in vetta, appaiata alla Roma che tenterà di staccare a Cremona, mentre i rossoneri puntano al sorpasso. Entrambe le squadre meneghine vogliono conquistare tre punti in una partita che, per valore simbolico e impatto sulla corsa scudetto, ne vale in realtà molti di più.
Queste le parole del mister nerazzurro in conferenza stampa:
DERBY – Il derby è diverso perché è bello, perché è in mondovisione, per la storia per la rivalità e per quello che i due club rappresentano. Alla fine si tratta però sempre di una partita e sono sempre tre punti in palio. Poi capiamo anche quello che significa per i tifosi nerazzurri e del Milan, quanto ci tengono ad avere un lunedì sereno, a non subire lo sfottò dell’amico. Per questo è bella e noi sappiamo l’importanza e quello che dalla nostra parte vogliamo fare, perché il mondo ci guarda.
MOMENTO GIUSTO – Noi sappiamo quello che è la classifica in questo momento. La classifica è corta e i tre punti sono sempre tre punti e bisogna fare di tutto per prenderceli a prescindere dall’avversario che affronti in una normale domenica, anche se domani normale non lo sarà perché è un derby e può succedere di tutto. Non esistono favorite, ma non esistono neanche in una giornata normale. Bisogna entrare in campo con la giusta attenzione sempre, non solo in queste partite considerate da cinque stelle. Bisogna imparare ad approcciare ad una partita del genere con questo spirito e atteggiamento perché per fortuna il campionato dura 38 giornate.
EMOZIONI – Per me è sempre la prima e sarà così fino alla fine del campionato. Per me resta una partita come tutte le altre. Per fortuna ho avuto modo di viverle dall’altra parte della sponda perché le ho affrontate da giocatore e so quello che rappresentano. So come si vive una settimana del genere e so come si vive una serata prima del derby. Come si vive la giornata stessa che diventa un pelino lunga e l’attesa è troppa. Bisogna capire la maturità dei nostri campioni, perché entrano in campo cercando di dare il massimo e faranno di tutto per portare a casa il risultato. Spero che sarà una partita bella, spero solo che sarà divertente perché è un’immagine importante che diamo del calcio italiano in tutto il mondo. Bisogna essere spensierati e avere un atteggiamento giusto e correttezza per una partita di calcio. Fantacalcio? Non lo faccio.
INTER FAVORITA – Io trasmetto attenzione e determinazione. Le stesse cose che ho cercato di trasmettere da quando sono arrivato. Poi so che a livello motivazionale questa squadra domani offrirà qualcosina in più perché è sempre normale fare una cosa del genere. Per me non è normale perché io vorrei questa concentrazione, attenzione e determinazione sempre anche quando si affronta una squadra sulla carta meno blasonata. Per un allenatore il massimo è quando si raggiunge questo perché solo così puoi dare il massimo a tutto quello che di buono si cerca di fare. Ad un cammino, ad una stagione che vuol essere competitiva. Non esistono favorite nei derby, si parte dallo 0-0, da un 50 e 50. Bisogna entrare in campo motivati, sfruttare i momenti e capire i momenti, portare gli episodi dalla tua parte, correre un po’ di più, vincere qualche duello e contrasto in più. Così si ha più possibilità di raggiungere il risultato.
MOSSA A SORPRESA – Sappiamo la qualità dei giocatori del Milan, sono giocatori letali sia negli spazi che sullo stretto perché hanno qualità e velocità. Sono bravi e forti e possono metterti in difficoltà, ma questo non vuol dire stravolgere i tuoi piani. Intanto le partite vivono di episodi, una partita può essere stravolta perché ci sono le qualità degli avversari, dei momenti che bisogna capire. C’è da aggiungere magari qualcosa in più rispetto a quel che hai pensato. Bisogna saper fare più cose perché parliamo di principi che danno un’identità e di sistemi che danno flessibilità, ma spesso ci dimentichiamo di parlare delle qualità dei giocatori, della loro intelligenza ed esperienza per capire cosa bisogna fare in determinati momenti. Ma le cose fondamentali sono quelle che ho nominato: principi, sistemi e giocatori.
TRAPPOLA ALLEGRI – Preparare una partita e aver e un piano gioco è semplice, perché le idee sono quelle e i 90 minuti di una gara determinano l’andatura di una partita. Max è un vincente e non a caso ha vinto tutti quei titoli da allenatore, è un motivatore, ha esperienza, sa fare cose semplici, pragmatiche e riesce a trasmettere cose che poi i giocatori esprimono al massimo. Vedo un Milan diverso da quando è arrivato lui. Noi sappiamo quello che dobbiamo fare, ma ci aspettiamo anche qualcosa di diverso. Bisogna essere preparati, attenti e disponibili a fare qualcosina in più rispetto a quello che abbiamo fatto. Non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto dal punto di vista mentale perché bisogna accettare di soffrire, essere dominanti senza perdere misure ed equilibrio. Sono cose importanti che ti permettono di portare a casa qualcosina in più. Bisogna sporcare qualche giocata, fare qualche fallo in più. Mille cose che possono stravolgere il piano gioco.
CALCIO ITALIANO – Il calcio italiano è sempre quello più bello e affascinante perché è il più difficile da affrontare, più preparato dal punto di vista tattico e si fa qualcosa più per necessità e voglia di portare in campo una squadra organizzata che subisce il meno possibile. All’estero forse c’è meno preoccupazione. Ma non vuol dire che il campionato italiano ha qualcosa in meno rispetto agli altri, è solo una percezione dovuta dalle esigenze esterne, da quello che si dice e si richiede. Si parla della fase difensiva, dei gol subiti, di cose che magari all’estero fanno meno notizia. Però è bello e complicato perché è difficile affrontare squadre e rompere un’organizzazione difensiva e devi aggiungere qualcosina in più nel portare avanti qualche trama di gioco in più o a livello individuale.
LAUTARO – Lautaro ha quell’esperienza, “cazzimma” e qualità di annusare come e dove si deve mettere e in fase difensiva è il primo che porta la pressione con cattiveria e intensità, con la voglia di rubare la palla e non solo di indirizzare la giocata. A livello internazionale è un attaccante completo e lo dimostra tutto quello che ha fatto sia nel campionato italiano che in Argentina. Può migliorare sì, ma noi siamo felici di averlo nella nostra squadra come capitano ma anche come attaccante.
RITIRO – Il ritiro non mi garantisce una vittoria. Parto da questo presupposto. Non è il ritiro che mi crea dal punto di vista emotivo serenità e tranquillità. Finora noi non abbiamo mai fatto ritiro per scelta mia, per dare tempo libero da passare a casa con le famiglie. Giochiamo ogni tre giorni, abbiamo un calendario affollato, molti di loro vengono da 10 giorni di ritiro in nazionale. Io parlo di responsabilità e disponibilità di questi ragazzi che vanno a casa e riposano come se fossero in ritiro. A me basta una giornata da passare insieme. Scelta mia che non significa che io ho ragione, ma l’unica cosa certa che ho è che non voglio dare confort alla mia coscienza perché penso che ho fatto di tutto per vincere una partita del genere. Ho la coscienza a posto perché far di tutto vuol dire che io devo creare confort mentale ai miei ragazzi. Per ora preferisco così.
PRECEDENTI – Se ho parlato degli ultimi cinque derby non vinti ai ragazzi? No, non vado ad aprire certe ferite. Sappiamo quello che è il nostro percorso, da dove veniamo e la cosa importante è che sappiamo quello che siamo in questo momento. Quando c’è questa consapevolezza abbiamo più certezze sul dove vogliamo arrivare. A me non interessa quello che è stato fatto in passato e mettere motivazione dicendo che le ultime non si sono vinte. A me interessa la loro consapevolezza e il loro desiderio di entrare in campo e dare il massimo. Bisogna essere la miglior versione di quello che si può essere quel giorno. Portare in campo passione, determinazione, voglia, grinta e sorriso. A me piace parlare di felicità. Il calcio è un bel gioco e non devono dimenticare da dove sono partiti e dove sono arrivati con fatica. Questo non vuol dire che dobbiamo vincere per forza tutte le partite, così no perché è troppo. Voglio gente che nel divertimento trova responsabilità e voglia di portare avanti ambizioni e obiettivi perché solo così si cresce.
RISPOSTE – Il calcio è talmente bastardo che cambia da una partita all’altra. Io posso pensare una partita alla volta perché sennò spreco energia e perdo lucidità e sono triste e non voglio che i miei ragazzi mi sentano triste.
THURAM – Thuram sta bene, non ha più saltato un allenamento da quando è rientrato. Non è andato in nazionale e questo gli ha fatto bene perché aveva bisogno di fare qualche allenamento in più e di ritrovare la condizione.
NAZIONALI – Stanno tutti bene tranne Denzel che ha avuto quel problema alla caviglia dopo la Lazio. Ha questo problema e domani non ci sarà.
PRESSIONE – Il divertimento è sempre responsabile. Vuol dire saper apprezzare anche le cose piccole, come il sole oggi. Ieri nevicava e oggi c’è il sole. Questo a me dà energia. A volte ci dimentichiamo di goderci anche le piccole cose. L’ansia mostra sempre lo scenario peggiore, l’ansia è bugiarda, non bisogna mai ascoltare quelli che sono i pensieri e quello che ti trasmette il pensiero “ansiotico” perché ti succhia le energie e non ti fa esprimere quello che è il tuo valore reale sia da atleta che da uomo. Bisogna apprezzare quello che si ha e fare di tutto per migliorare. Il calcio italiano ha margini di miglioramento ma non bisogna dimenticare da dove siamo partiti. Il nostro campionato è meraviglioso e duro da affrontare. Non bisogna guardare mai solo il bicchiere mezzo pieno perché questo paese è meraviglioso, il calcio in questo paese è meraviglioso. Per la passione dei tifosi, la passione dei giornalisti. All’estero il giornalismo sportivo forse è solo un lavoro in cui timbri il cartellino e vai a casa. Voi siete passionali, siete preoccupati e questo è bello. Anche voi dovete sorridere un po’ di più, perché una partita è finita 0-0, perché si è arrivati ad uno spareggio, perché si subiscono troppi gol. Il calcio rimane la cosa più bella di questo paese.