2 Dicembre 2020

3-5-2 e solidità, è tornata l’Inter più ‘contiana’. Eriksen tagliato fuori? Forse non ancora. Ecco il precedente e i dati che fanno impressione

Il danese sembra destinato a non trovare più spazio in campo, ma c'è un precedente che restituisce ancora speranza

Christian Eriksen, Getty Images

Il ritorno di Antonio Conte al 3-5-2 solido e compatto è un’ottima notizia per i tifosi dell’Inter, ed i risultati lo testimoniano. Questo sistema di gioco è più nelle corde del tecnico salentino, nonché quello su cui ha lavorato per la maggior parte della sua esperienza milanese. Le prestazioni – e le vittorie – ottenute contro il Sassuolo ed il Borussia Mönchengladbach fanno pensare che nella testa del mister non ci sia più la riproposizione del 3-4-1-2, accantonato dopo solo due mesi di lavoro e scarsi risultati in termini di successi e punti ottenuti. Il 3-5-2 ha rivalorizzato la leadership difensiva di de Vrij, esaltato Gagliardini, rimesso ordine nella testa di Vidal e fatto brillare Darmian.

Antonio Conte, Getty Images

Il vero, grande escluso di questa stagione, però, continua ad essere sempre lo stesso: Christian Eriksen. Col passare del tempo l’impressione è che il suo futuro all’Inter sia fuori da ogni discussione: se ne andrà, probabilmente già a gennaio, alla ricerca di un club che riesca a valorizzarlo come merita. Ieri Antonio Conte lo ha “paragonato” a Stefano Sensi, dicendo di entrambi che “ti assicurano qualità, ma non interdizione”. Il ritorno al 3-5-2 però, paradossalmente, potrebbe riaccendere deboli speranze di rilancio. Se con il 3-4-1-2 la maggior parte delle volte Conte non sceglieva un trequartista puro per giocare tra le linee (i più accreditati erano sempre Barella e Vidal), con la riproposizione del vertice basso il raggio d’azione dei due centrocampisti laterali aumenta. Il loro compito principale non sarà più quello di coprire le spalle al trequartista, ma rappresenteranno anche una notevole arma in più in fase offensiva.

E nel passato di Christian Eriksen, costellato di prestazioni strepitose da fantasista, c’è anche una parentesi – nemmeno così ridotta – da interno di centrocampo. Nel Tottenham, infatti, il danese ha disputato ben 80 partite come mezzala sinistra e 54 come mezzala destra, mettendo insieme un bottino da invidia: 37 gol e 55 assist totali! In tutto questo è ben noto e risaputo che la caratteristica principale che il generale Conte chiede alle sue mezzali non sia il piede vellutato. Detto questo, però, chissà che il ritorno al passato rappresentato dal 3-5-2 non possa essere anche un’inaspettata occasione di rilancio per il genio da Middlefart…

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