25 Aprile 2020

Coronavirus, i medici sportivi di A scrivono alla FIGC: “No alla ripresa il 4 maggio”

I medici sportivi di 17 club di Serie A su 20 hanno scritto una lettera alla FIGC per esprimere le loro perplessità sul protocollo per la ripartenza

Da qualche giorno si continua a parlare di ripartenza degli allenamenti dei club di Serie A il 4 maggio. Nonostante i club si siano messi d’accordo e la FIGC ha inviato un protocollo al Governo che verrà valutato dal Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, i medici sportivi di 17 club su 20 hanno espresso le loro perplessità riguardo i punti del protocollo.

A riportalo è La Repubblica, che spiega come sia stata inviata una lettera di 20 pagine alla commissione tecnico-scientifica della FIGC guidata dal professor Paolo Zeppilli e di cui fa parte anche Walter Ricciardi. A prendere parte alla lettera sono: Atalanta, Bologna, Cagliari, Brescia, Fiorentina (oltre due pagine), Inter, Lecce, Milan, Napoli, Parma, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spal, Torino, Udinese e Verona, mentre non figurano Juventus, Lazio e Genoa.

I medici hanno espresso la loro perplessità in merito alle conseguenze legali in caso salti fuori un giocatore positivo durante gli allenamenti ed è stato fatto notare che la situazione, soprattutto al Nord, è ancora critica: “Nel caso in cui un membro del gruppo risultasse positivo non è chiaro se le attività di squadra possono riprendere regolarmente per gli atleti che risultassero negativi agli accertamenti previsti“.

I medici sportivi ritengono che:

  • ci sia difficoltà a rispettare il distanziamento sociale durante gli allenamenti;
  • ci sia difficoltà con la sanificazione dei locali di ritiro, compresi i ristoranti;
  • la questione tamponi è critica perché è difficile richiederli ad un qualsiasi laboratori.

In particolare, la Sampdoria si schiera a favore di un no alla ripartenza il 4 maggio; la Roma si chiede: “Come gestiamo la positività di un giocatore alla vigilia di una partita? Partita rinviata, di quanto?“; il Parma si domanda: “Abbiamo qualcuno over 65 (non giocatori, ovviamente…), che dobbiamo fare?“.

Dall’altra parte, il Napoli si preoccupa dell’aspetto medico-legale delle responsabilità e il Milan si fa la stessa domanda sul ritiro chiuso. Il Lecce ha problemi a trovare tamponi e il Brescia non ha intenzione di tornare ad allenarsi. L’Inter ha molte richieste e tanti dubbi essendo anche impegnata in campo europeo.

Per i medici il protocollo non funzione e il 4 maggio si avvicina. Ad occuparsi di tutto c’è anche la FMSI che vuole trovare un protocollo valido per tutti gli sport, ma l’ultima parola spetterà al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. E c’è anche la questione di chi dovrà lavorare durante le partite a porte chiuse, circa 300 persone, che dovranno essere controllate.

La questione è delicata e va risolta. Intanto, Giovanni Malagò, Presidente del Coni, è a lavoro per stilare un documento con gli indici di rischio di tutte le discipline sportive e che verrà consegnato lunedì a Spadafora, con la consapevolezza che non esistono sport a rischio zero e ce ne sono alcuni che dovranno aspettare per ripartire.

 

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