5 Giugno 2018

Cottarelli: “Tifo Inter con orgoglio, mai stati in B. La partita con la Juventus? L’ho vista fino all’espulsione, poi…”

La seconda parte dell'intervista all'economista italiano di fama mondiale

L’economista Carlo Cottarelli, grande tifoso nerazzurro, non si è risparmiato di certo nell’intervista rilasciata nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Dalla sua passione per l’Inter di Herrera, all’espulsione di Vecino contro la Juventus che lo ha fatto ‘imbufalire’: ecco l’interismo raccontato da Cottarelli.

Siamo alla diversità dell’interismo?
“Sì, siamo orgogliosamente diversi. Innanzitutto, non siamo mai andati in Serie B”.

La Juve, ci risiamo…
“Ma no, cosa devo dirle? La storia per me inizia nel 1961, lo scudetto della Caf. Vuole sapere dell’ultimo Inter-Juve? L’ho visto in una pizzeria di Londra con moglie e figlia e quando hanno espulso Vecino me ne sono andato imbufalito”.

Si è perso il meglio…
“Più che altro, ho fatto arrabbiare moglie e figlia”.

La sua Inter ideale?
“Recito a memoria: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Domenghini, Suarez, Corso. Indelebile”.

Facile tifare per l’Inter negli anni Sessanta…
“Ma io la scelsi prima che vincesse lo scudetto nel 1963. Andavo alle elementari e fino ad allora tenevo per la Cremonese, la squadra della mia città. Poi, un giorno, mi chiesero per quale squadra tifassi e a bruciapelo risposi l’Inter. Forse sentivo che di lì a poco sarebbe diventata Grande”.

I momenti indimenticabili della sua carriera di interista sono tutti belli?
“No, purtroppo mi hanno segnato anche la papera di Sarti a Mantova nel 1967 e ovviamente il 5 maggio 2002. Ero all’Olimpico, non c’è bisogno di aggiungere altro”.

Scelga cinque grandi giocatori che le sono rimasti nel cuore.
“Non facile. Al primo posto Corso, un mito vero. Il suo calcio era poesia. Poi Facchetti, quando è morto ho pianto come un bambino. Rummenigge, era davvero un’ira di Dio. Nel corso degli anni mi sono affezionato a Bergomi e Zenga. Devo arrivare a sei, non posso tenere fuori Cambiasso: è stato ingiusto e prematuro lasciarlo andar via dall’Inter”.

Lei cosa si augura?
“Che vinca l’Inter”.

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