10 Maggio 2020

Eriksen: “L’isolamento è stato duro, non sapevo bene cosa si potesse fare. Ma non vedo l’ora di giocare”

Il centrocampista danese racconta l'inferno delle ultime settimane

Inizio peggiore per la nuova esperienza italiana proprio non ci poteva essere per il povero Christian Eriksen. Idolatrato da ogni tifoso nerazzurro al suo arrivo a Milano, il trequartista danese ha vissuto un primo mese non semplice per via della complessità del calcio italiano e di una condizione fisica non al meglio a causa dello scarso minutaggio degli ultimi tempi al Tottenham. Una volta inserito sempre più all’interno degli schemi di Antonio Conte, però, d’improvviso il coronavirus ha dovuto arrestare la sua crescita, lasciandolo in isolamento per diverse settimane presso il centro sportivo del club di Appiano Gentile. Questa la sua esperienza raccontata su gazzetta.it:

ISOLAMENTO – “Non sapevo dove andare e a un certo punto ho pensato di dormire per 14 giorni sul divano di Lukaku o Young, miei compagni di squadra. Loro però hanno una famiglia e allora ho dovuto fare diversamente. Così mi sono accomodato nelle strutture del club, insieme a cinque membri dello staff e un cuoco che, come me, hanno preferito isolarsi così”.

IL MALINTESO – “La polizia mi ha fermato, non sapevo non si potesse fare nulla. Sono stato nelle strutture del club in isolamento, è stata dura. È stato imbarazzante, perché io non parlo ancora bene italiano e non sapevo cosa si potesse fare o no. Pensavo di potermi fare una passeggiata e invece niente. Con tutto il tempo libero che abbiamo avuto, non si poteva fare nulla. Non vedo l’ora di poter ricominciare a giocare”.

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