15 Febbraio 2012

FOCUS-Equivoco nerazzurro: come si vola senza ali?

In principio fu il Gasp, con la sua “ossessione” per il bel gioco e il 3-4-3 come dogma assoluto, poi Ranieri tecnico meno integralista del predecessore che ha rispolverato il 4-4-2 e il doppio centravanti di peso. Anche se all’apparenza i due allenatori sono pressocchè all’opposto in termini tattici e di gestione del gruppo, esiste un aspetto che li accomuna nella loro avventura in nerazzurro: la richiesta di uno o più esterni offensivi sul  mercato, che per entrambi è stata disattesa. Per una squadra già orfana di Etò o e con la scure del FpF che ha iniziato ad albergare sempre più spesso negli incubi di Moratti la lucida ricerca di valide alternative si è lasciata offuscare dal vocabolario del nuovo corso nerazzurro nel quale “low cost” e “usato sicuro” sono stati i termini inseriti nel motore di ricerca di Branca e Ausilio ed hanno prodotto il saldo Zarate e un Forlàn che definire a mezzo servizio sarebbe già ottimistico. PALACIO? NO, ZARATE– Prendi Gasperini, punti su un tecnico il cui curriculum parla di 3-4-3 alla voce “dogma” e…cedi Etò o, che avrebbe avuto un ruolo da protagonista principale nella compagnia dell’ex genoano, tenendo Sneijder, trequartista centrale senza se e senza ma. Risultato: olandese centrocampista centrale,oppure ala destra, seppur con licenza di rientrare per sfruttare le doti balistiche che Madre Natura gli ha generosamente concesso, morale della favola: tutti scontenti, da Wes, in ogni caso fuori ruolo e surrogato di sè stesso, a Gasperini, poco incline a riconoscere un fantasista tra le linee del suo modulo standard. Pazienza, avrà pensato il Gasp, arriverà almeno un esterno. E invece arriva Forlàn, punta centrale, ma soprattutto, all’ultimo respiro, il tecnico si ritrova Maurito Zarate, esule da Roma, sponda Lazio, in luogo dell’oggetto dei suoi desideri tutt’altro che nascosto: Rodrigo Palacio. Di certo non un Top player, come si usa dire anche troppo spesso di questi tempi, ma un giocatore funzionale al progetto. E allora perchè no? RANIERI E L’ESTERNO SINISTRO CHE NON C’E’– Com’è andata con Gasperini è acqua passata, anche molto in fretta, sotto i ponti della memoria degli interisti. Il presente ha le sembianze dell’aggiustatore testaccino, abituato a far spesso e volentieri di necessità virtù. Equilibrio è la parola d’ordine dell’ex tecnico di Roma e Juventus: 4-4-2 classico, niente di nuovo sotto il sole, d’altronde l’innovazione non è nelle corde di Sor Claudio, esterni adattati alla bene e meglio per far fronte alle falle del reparto arretrato nerazzurro. Sneijder non c’è, causa infortuni a ripetizione, la squadra gioca e vince, anche se l’aspetto estetico è tutt’altro che brillante. A gennaio facendo i calcoli le cose non vanno poi così male, i successi sembrano essere il preludio all’uscita definitiva dal tunnel e il mercato è aperto: non potrebbe andare meglio…e infatti andrà peggio. La richiesta di un esterno sinistro invocato da Ranieri prima e durante la sessione invernale cade pian piano nel dimenticatoio, rimane la ridda di nomi più o meno frutto della fantasia degli addetti ai lavori. Eppure un’ala, un uomo in grado di creare la superiorità numerica, abile nel saltare l’uomo e servire palloni per due punte con le caratteristiche del “Principe” e di Pazzini, non c’è. Dobbiamo sperare che il nostro amato Capitano non perda la ricetta dell’elisir di lunga vita? Oppure che le incursioni debbano necessariamente partire venti metri più indietro, affidate al solito Maicon e strettamente connesse alla sua condizione psico-fisica?  Ecco l’equivoco…per tornare a volare occorrono le ali in campo e…fuori.