13 Dicembre 2013

FOCUS – Mazzarri vs Benitez: il passato sfida il presente

di Nunzio Corrasco.

Dopo il deludente pareggio ottenuto con il Parma ed il netto passo indietro compiuto sul piano della prestazione, l’Inter di Mazzarri è chiamata ad una sfida molto complicata: la trasferta sul campo del Napoli di Benitez. Quella di Napoli è per noi una sfida storicamente difficile; neanche le vincenti Inter di Mancini e di Mourinho sono riuscite negli anni passati a portare a casa i tre punti, tutt’altro. Si tratterà di una sfida molto importante, forse il primo crocevia della stagione nerazzurra.

La trasferta al San Paolo sarà il primo vero big-match della Beneamata lontano dal Meazza e soprattutto sarà uno scontro diretto; il Napoli di Benitez, tra le prime tre squadre in classifica, sembra essere quella sulla quale fare la corsa per conquistare la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. La sensazione è che il Napoli sia una squadra costruita per far bene nelle coppe, mentre pare faticare in una competizione più lunga come il campionato; d’altronde tutte le squadre allenate da Benitez (ad eccezione del Valencia che vinse 2 volte la Liga) si sono sempre comportate benissimo nelle coppe, faticando invece nei campionati nazionali. Napoli-Inter sarà poi una sfida dal sapore particolare, un match nel quale il passato sfiderà il presente; Benitez contro Mazzarri, due ex di lusso che non si sono lasciati benissimo con le loro vecchie società.

Il tecnico spagnolo arrivò all’Inter in un momento particolare; la squadra nerazzurra aveva da poco realizzato il Triplete e l’ambiente era “orfano” di Mourinho e della sua strabordante personalità. L’eredità dello Special One era forse troppo pesante per Benitez; l’attuale allenatore del Napoli avrebbe dovuto presentarsi nel mondo Inter in punta di piedi, rispettando il lavoro del suo predecessore ed anzi cercando di dare continuità alla strada tracciata dal Vate di Setubal. Benitez non fece nulla di tutto ciò, cercò di imporsi fin da subito in uno spogliatoio costituito da campioni che veneravano Mourinho, cercando di cancellare quanto fatto dal portoghese; si mosse nel chiuso di Appiano Gentile con la delicatezza di un elefante in una cristalliera. Il comportamento dello spagnolo non gli permise di instaurare un rapporto di stima con alcuni dei cosiddetti senatori ed anzi molti furono gli attriti con diversi calciatori  (Materazzi in primis). Il risultato di questo atteggiamento fu una prima parte di stagione disastrosa in campionato che portò all’esonero di Rafa subito dopo la conquista del Mondiale per Club nel dicembre del 2010. Dopo Benitez, all’Inter arrivò Leonardo e con il brasiliano sfiorammo la rimonta sul Milan; a distanza di alcuni anni si può tranquillamente dire che se non ci fosse stata quella partenza ad handicap, quel campionato l’Inter lo avrebbe sicuramente vinto perché era la squadra nettamente più forte.

La storia di Mazzarri al Napoli è invece molto diversa da quella di Benitez sulla panchina nerazzurra. Il tecnico toscano prese il Napoli in corsa, sostituendo Donadoni, e dalle zone basse della classifica portò gli azzurri ad ottenere il pass per l’Europa League. Gli anni successivi hanno visto la squadra partenopea qualificarsi alla massima competizione continentale, arrivando agli ottavi di finale ed eliminando nel girone una compagine del calibro del Manchester City di Roberto Mancini (Napoli successivamente estromesso ai tempi supplementari contro il Chelsea poi laureatosi campione d’Europa). Nella stessa stagione il Napoli arriva quinto in campionato ma conquista la Coppa Italia battendo 2-0 la Juventus nella finale di Roma. L’ultimo anno di Mazzarri sulla panchina degli azzurri ha visto i partenopei arrivare secondi in campionato, qualificandosi nuovamente per l’Europa che conta. Si tratta dunque di un ciclo importantissimo; ai grandi risultati ottenuti, Mazzarri ha abbinato la valorizzazione di elementi come Hamsik, Lavezzi, Cavani, Zuniga e Maggio (per citare i casi più eclatanti). Calciatori questi che si sono affermati tutti sotto la gestione del tecnico toscano, consentendo a De Laurentiis di realizzare straordinarie plusvalenze (il duo Lavezzi-Cavani ha portato nelle casse napoletane quasi 100 milioni). Nonostante i risultati ottenuti, Mazzarri sarà probabilmente accolto dai fischi del San Paolo, ma si sa, nel calcio e spesso purtroppo anche nella vita, la riconoscenza è un valore quasi sconosciuto.

Domenica sera i due tecnici si affronteranno lasciando da parte il passato, concentrandosi unicamente sui novanta minuti; novanta minuti forse decisivi. In caso di sconfitta del Napoli, gli azzurri abbandonerebbero anzitempo la corsa scudetto (ammesso che a meno 8 dalla Juventus possano ancora sperare di competere). Se invece malauguratamente a perdere dovesse essere la squadra nerazzurra, si complicherebbe oltremodo la corsa al terzo posto e ci si presenterebbe nel peggiore dei modi al “derby della Madonnina“. Abbiamo ripetuto più volte come l’Inter di Mazzarri abbia bisogno di rinforzi. Nelle ultime sfide abbiamo infatti assistito ad una preoccupante involuzione; il match di domenica scorsa contro il Parma sembrava di “Stramaccioniana memoria“. Al San Paolo potremo finalmente tornare a sfruttare una delle frecce più affilate nella faretra di Mazzarri: lo schema difesa e contropiede. Dovremo tornare ad essere compatti ed umili, recuperando quello spirito di squadra e quella predisposizione al sacrificio che avevamo mostrato di possedere nella prima parte della stagione. In attesa dei regali di Babbo Thohir, Mazzarri e i suoi ragazzi dovranno però cercare di fare il massimo nelle due sfide che restano da qui alla sosta natalizia contro Napoli e Milan. In caso contrario si finirebbe per rendere quasi superfluo il mercato di gennaio, con il rischio concreto di trovare del carbone sotto l’albero di Natale.