16 Novembre 2019

Accadde Oggi – 16 novembre 1955: nasce Héctor Cùper, l’allenatore del 5 maggio e della diatriba che causò l’addio di Ronaldo

L'allenatore argentino allenò l'Inter di Massimo Moratti dal giugno del 2001 all'ottobre 2004

Nasceva oggi a Chàbas, esattamente 64 anni fa, l’hombre vertical Héctor Cùper, calciatore e allenatore argentino che i tifosi nerazzurri ricordano per i suoi tre anni sulla panchina dell’Inter nella prima era targata Massimo Moratti (per l’esattezza da giugno 2001 a ottobre 2004).  Fu un periodo ricco di rimpianti, che vide la squadra arrivare sempre a un passo dal traguardo senza però ricavare i frutti del proprio duro lavoro: è infatti sotto la sua guida che l’Inter esce sconfitta dalla semifinale di Champions League contro il Milan e arriva due volte a un passo dalla vittoria dello Scudetto.

La prima di queste due rappresenta tutt’ora uno dei momenti più neri della storia recente del club, quel 5 maggio 2002 in cui i tifosi videro sfumare all’ultima giornata uno Scudetto che mancava da tredici anni nell’ormai tristemente celebre sconfitta per 4-2 contro la Lazio. Un momento traumatico per tutti gli interisti, fossilizzatosi nell’iconografia del calcio italiano nell’immagine di  un Ronaldo disperato che si sorregge la testa in lacrime.

Ed è proprio al Fenomeno che si lega ormai a doppio filo il ricordo dell’esperienza di Cùper all’Inter: fu infatti a causa del duro rapporto con l’inflessibile allenatore sudamericano che il fuoriclasse brasiliano, vicino all’addio, impose un ultimatum a Moratti, chiedendogli di scegliere tra lui e il tecnico. Com’è andata, poi, lo sappiamo tutti.

In un’intervista rilasciata recentemente, Ronaldo ha voluto ricordare così i suoi ultimi giorni in nerazzurro: “Non avrei mai voluto lasciare l’Inter, la sentivo come casa mia. Non mi era mai capitato di chiedere la testa di un allenatore al mio presidente, non fa parte dei miei valori. Però con Cuper non ce la facevo più, si comportava male nei miei confronti. Pensavo che Moratti avrebbe cacciato Cuper, perciò a causa del mio orgoglio scelsi di andarmene. La città che prima mi amava arrivò ad odiarmi, fu difficile”.

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