1 Gennaio 2017

Da Mancini a Icardi: un 2016 di liti e turbolenze

Il 2016 nerazzurro è stato caratterizzato, non solo da prestazioni altalenanti in campo, ma anche da turbolenze dentro e fuori dallo spogliatoio

Mancini vs Sarri

during the Serie A match between FC Internazionale Milano and SSC Napoli at Stadio Giuseppe Meazza on April 16, 2016 in Milan, Italy.

Dopo il quarto di finale di Coppa Italia tra Inter e Napoli, Roberto Mancini si presentò furioso ai microfoni di Rai Sport. Il tecnico nerazzurro era stato espulso per delle polemiche verso la panchina del Napoli, ma le sue parole in TV sono rimbalzate sui social per tutto il mese di gennaio 2016. A detta di Mancini, il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, ha riferito insulti omofobi all’allenatore jesino: “Io dico che uomini come lui non possono stare nel modo del calcio. Sarri ha usato parole razziste: Avevo chiesto solo al quarto uomo il perché dei cinque minuti di recupero e lui ha iniziato a inveire contro di me, dandomi del ‘frocio’ e ‘finocchio’. Ha 60 anni e si deve vergognare, questo episodio cancella tutto. È una vergogna, uno che si comporta così in Inghilterra non vedrebbe più il campo. Negli spogliatoi sono andato a cercarlo, lui mi ha detto ‘ti chiedo scusa’, io ho risposto ‘ti devi vergognare, se tu sei un uomo sono orgoglioso di essere frocio e finocchio“.

Immancabili le scuse di Sarri, ma la polemica aveva già fatto il giro dei social, tra l’irona del web e l’indignazione di chi affronta quotidianamente i problemi legati all’omofobia: “Mi ero innervosito per la decisione su Mertens, ho visto che lui si lamentava del recupero, sono cose da campo che dovrebbero finire in campo. I vecchi mi hanno sempre detto che quello che succede in campo finisce lì, poi ci si stringe la mano e finisce tutto. Ho chiesto scusa a Mancini – dice il tecnico del Napoli – negli spogliatoi, lui non le ha accettate perché era contrariato, domani penso le accetterà. E mi aspetto anche io delle scuse perché, da uomini di sport, se una persona ti chiede scusa sarebbe giusto accettare“.