20 Novembre 2020

Lamouchi: “All’Inter una bellissima esperienza, colpito dall’ambiente. Cuper? Ecco come è andata. Su Milito…”

Il centrocampista francese ha vestito la maglia nerazzurra solo nella stagione 2003/2004

Sabri Lamouchi, ex centrocampista francese dell’Inter, si è concesso ai microfoni de Il Posticipo per rivivere la sua annata in nerazzurro nella stagione 2003-2004.

Ecco le sue parole: “Nel 2002 ho avuto la possibilità di trasferirmi alla Juventus: sulla panchina bianconera c’era Lippi. Non sono stato io a dire di no, è stato Sacchi a farlo perché voleva trattenermi a Parma. E così la società si era opposta perché desiderava che chiudessi lì la mia carriera e che lavorassi con loro dopo il calcio giocato. L’anno dopo però sono andato all’Inter: è stata una bellissima esperienza, ma c’era tanta concorrenza, una rosa fatta di 32 professionisti e tanti nazionali, era molto difficile giocare. Poi è stata un’annata dura per via dei tre cambi in panchina: all’inizio c’era Cuper, poi è arrivato Zaccheroni, quindi Mancini”.

Il rapporto con Cuper: “Era un uomo duro. Penso che Cuper non mi volesse all’Inter fin dall’inizio, forse per questo motivo non abbiamo parlato tanto durante la stagione. È stata un’annata sfortunata però è stata un’esperienza. C’erano grandi campioni come Zanetti, Vieri e Cannavaro. Giocare nell’Inter è sempre bello anche se non è mai facile trovare spazio in una grande società. Ricordo il momento più difficile, quello in cui abbiamo cambiato allenatore: dopo Cuper è arrivato Zaccheroni. Mi ha colpito l’attitudine della squadra, del club, dei tifosi che sono rimasti vicini ai giocatori con la loro grande passione”.

L’esperienza al Genoa con Milito: “Ricordo una persona straordinaria, un uomo umile con un talento impressionante. Quando ho lasciato il Genoa nel 2005 e sono passato all’Olympique Marsiglia ho detto ai francesi che se lo avessero preso avrebbe fatto 35 gol all’anno. Poi è andato all’Inter e ha fatto la carriera che conosciamo. Diego è una persona perbene con una bellissima famiglia, un grande professionista, mi piacerebbe rivederlo e abbracciarlo.

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