27 Dicembre 2025

Chivu: “Mercato? Non vengo a dirvi cosa manca. Su Frattesi e Martinez…”

Le parole del tecnico alla vigilia

Come di consueto, alla vigilia di Atalanta-Inter è in programma la conferenza stampa di Cristian Chivu per presentare il big match di Bergamo della 17esima giornata di Serie A. Si tratta dell’ultimo impegno ufficiale del 2025, fondamentale per mantenere la vetta della classifica e chiudere l’anno da capolista per i nerazzurri di Milano.

A partire dalle 12.00, le parole di Chivu in conferenza stampa in diretta su Passione Inter.

AVVERSARIO – Contro l’Atalanta è sempre stata una partita ostica a prescindere dalla guida, hanno costruito qualcosa di importante negli anni con Gasperini poi hanno cercato di mantenere la stessa identità, le stesse cose che li hanno portati ad essere una squadra competitiva che ha vinto anche l’Europa League. Ultimamente con Raffaele hanno trovato continuità nel vincere e nel dare gli stimoli giusti per mantenere l’identità. Non sarà facile e non partite semplici per il modo che hanno di fare, per l’intensità che ci mettono, per la verticalità, per la difesa a uomo. Dobbiamo essere bravi e coraggiosi e mantenere voglia e spirito di andare alla ricerca del gioco in verticale, di vincere qualche seconda palla e di essere concreti sulle poche occasioni che ti concederanno.

CALCIOMERCATO – Ci sono ancora 5-6 giorni prima dell’apertura del mercato. Per un allenatore è sempre difficile parlare di mercato perché se inizi a parlare sembra che manchi di rispetto verso i giocatori che ha a disposizione e ci tengo sempre a dirlo perché è la verità. Un allenatore non potrà mai venire davanti a voi a dirvi cosa manca e cosa serve prendere perché vuol dire che quei 25 giocatori che ha a disposizione in questo momento non sono all’altezza di quelle che sono le sue idee. Quindi mi fermerei qua, ma ci tenevo a spiegare perché non è mai semplice raccontare tutto.

BILANCIO 2025 – Io non parlo mai di me stesso ma parlo della squadra e della società. Quella che è la realtà dei fatti, il vissuto in questi cinque mesi sotto la nostra guida. Sono stati dei mesi difficili soprattutto all’inizio per quello che era stato il vissuto e la fine della stagione scorsa. Abbiamo fatto di tutto per metterci sulla strada giusta per essere competitivi. Abbiamo lavorato sodo e ci siamo lasciati alle spalle le delusioni del passato e le mancanze, le cose che non siamo riusciti ad andare a prenderci. Ci siamo rimessi in carreggiata e abbiamo provato dall’inizio ad aggiungere cose che servivano a questo gruppo sia dal punto di vista tattico che, soprattutto, mentale. Non siamo perfetti e non abbiamo mai cercato di esserlo ma stiamo cercando di migliorare quegli aspetti che a volte indirizzano l’andamento di una stagione. Abbiamo fatto cose buone e meno buone, stiamo lavorando per toglierci quei difettucci dal punto di vista collettivo e soprattutto individuale. Direi che anche se siamo a dicembre dire che è un cantiere aperto non è semplice da dire. Direi che è una squadra che tutti i giorni vuole essere competitiva e bisogna che mantiene esigenza e ambizione per portare avanti la stagione.

CONCENTRAZIONE – Ci sono partite importanti da giocare perché il campionato è lungo. Poi ci sono quelle che indirizzano l’andamento di una squadra in quella stagione. Per noi sono tutte importanti perché questa è la mentalità che l’Inter deve avere. Non andare mai in campo pensando che sia facile, ma cercare di essere sempre all’altezza, di essere la miglior versione di quello che abbiamo nel bene e nel male. Ci si giudica troppo su piccole cose che sì sono importanti, che sappiamo che possono indirizzare una partita però stiamo osando e lavorando per migliorare sotto tutti i punti di vista: della motivazione e soprattutto della responsabilità che abbiamo quando si scende in campo. Non dobbiamo perdere di vista il voler osare perché una squadra che vuole competere c’è bisogno che osi.

LUIS HENRIQUE – La responsabilità individuale di tutti i giocatori è molto importante. Luis Henrique essendo uno dei nuovi arrivati, trovandosi in una realtà diversa e dove le aspettative e la pressione sono altissime e ogni piccolo dettaglio viene giudicato e messo sotto la lente, non è mai semplice. Io nelle ultime partite non ho visto un giocatore non all’altezza dell’Inter perché ha fatto il suo e ha cercato di dare il suo contributo alla squadra. Ovvio, poi possiamo dire che gli è mancata un po’ di iniziativa, ma dal punto di vista tattico e della sua prestazione in campo non ha fatto meno di quello che hanno fatto altri in passati. Poi l’apporto di Dumfries è importante anche a livello di gol, ma non possiamo giudicare Luis Henrique in base ai gol. Bisogna dargli tempo, modo e fiducia per esprimere al massimo le sue qualità perché, grazie a Dio, ne ha.

SCONTRI DIRETTI – Bisogna essere più forti delle frustrazioni e delle ingiustizie. Di quello che magari è la percezione di come siamo visti noi fuori. Noi abbiamo l’obiettivo di lavorare sodo, di aggiungere qualcosa in più dal punto di vista motivazionale, delle cose che dobbiamo fare con più responsabilità. Non cercare per forza di fare le cose belle. Questa squadra ha un’identità chiara e noi dobbiamo solo aggiungere qualcosina in più senza togliere le caratteristiche o l’ossatura di una squadra che di cose in passato ne ha fatte. Potevamo accelerare il processo ma non è facile, quindi la scelta è aggiungere poco alla volta. Stiamo lavorando per aggiungere quello che ci manca. Accettiamo il fatto di dover uscire dalla zona di comfort.

OPZIONE FRATTESI – Non ho mai pensato a Frattesi come soluzione a destra. Abbiamo già provato a fare esperimenti con Carlos Augusto e Diouf, quest’ultimo non è un esterno ma comunque può interpretare quel ruolo per caratteristiche e impatto fisico. Per coraggio nel provare e nel saltare l’uomo. A Davide non abbiamo mai pensato lì, se non ad utilizzarlo sotto la punta per le sue caratteristiche di inserimento dentro l’area. Magari ha giocato meno di quanto qualcuno si aspettava, ma io non posso raccontare tutto quello che succede. Quello che succede nello spogliatoio io non posso venire a raccontare tutta la verità, non ho bisogno di giustificarmi e neanche la squadra. Non abbiamo pensato a lui anche perché abbiamo preso un giocatore come Luis Henrique per fare quel ruolo e lo sta facendo discretamente. Diouf subentra e ci dà quegli spunti importanti che magari sulla catena di destra ci manca, soprattutto nel saltare l’uomo, nel vedere e cercare la porta. Ma a Davide in quel ruolo non abbiamo mai pensato.

CALHANOGLU E MARTINEZ – Calhanoglu aveva fatto il primo allenamento prima della semifinale a Riad, non è subentrato ed è rimasto in panchina. Ha dato continuità agli allenamenti, sta bene ed è uno di quelli che è a disposizione domani (ride, ndr). Per quanto riguarda Martinez, ci ha dato buoni segnali a Riad, purtroppo non ci siamo qualificati per la finale dove avrebbe giocato. Siccome a gennaio abbiamo un calendario impegnativo ci sarà modo di rivederlo ancora.

SUPERCOPPA – Abbiamo provato in tutti i modi. Sarei ipocrita a dire che siamo contenti di quello che abbiamo fatto. Però la realtà è che negli ultimi anni giocare contro il Bologna per l’Inter non è mai stato semplice. Nel secondo tempo una qualità così negli ultimi anni non l’avevo mai vista e il Bologna è una squadra che mette in difficoltà chiunque per il modo di fare e di aggredirti. Per l’intensità, un po’ come l’Atalanta. Ho visto cose buone, ma col bello non si vincono le partite, con il possesso palla e con il dominio non si vincono le partite. Bisogna trovare la chiave giusta e lo stimolo giusto per aggiungere qualcosa in più. Io non voglio togliere ma voglio aggiungere. Voglio fare le cose meglio.

SACRIFICIO DEI SENATORI – Nello spogliatoio si dicono sempre le cose in faccia, si dice la verità, si racconta la realtà. Si fa critica e autocritica. Fuori non posso venire a dirvelo, ho scelto di mantenere un rispetto nei confronti dei miei giocatori, ma questo non vuol dire che non si dicono le cose in faccia e non ci si assume la responsabilità. Quello che conta è che noi siamo consapevoli delle cose dove possiamo migliorare. Sembra semplice da fuori ma non lo è. La squadra sta lavorando sodo per migliorare dal punto di vista individuale e collettivo. Poi è normale che se ogni partita in cui si scivola diventa un problema non è facile. Ai giocatori viene detta sempre la verità e li si responsabilizza sempre per cercare di tirar fuori qualcosa in più. L’autocritica a volte ti tira fuori dai problemi. Bisogna porsi la domanda “cosa devo fare per migliorare?”

ALEXANDAR STANKOVIC – Io sono felicissimo per lui, sono il suo primo tifoso insieme al padre e alla sua famiglia. Ho avuto la fortuna di allenarlo e di trasmettergli i valori del calcio, anche se a volte mancano. Ha intrapreso questa strada, ha avuto il coraggio di tagliare il cordone ombelicale, di farsi l’esperienza in Svizzera e poi ha scelto di andare al Bruges che ha insistito tanto per averlo. Ragazzo intelligente che capisce bene la sua strada, il suo futuro e le sue ambizioni. Noi lo guardiamo con interesse anche perché è un prodotto del nostro settore giovanile, perché è un interista ed è nato coi colori nerazzurri dentro al sangue e più di lui non penso ci sia nessuno. Mi fa piacere vederlo a questi livelli, ieri ha segnato un gol importante. Mi fa piacere che le sue prestazioni ci permettono di guardarlo con molta attenzione.

STIMOLI – A me quest’esperienza stimola. Io ho imparato, bisogna avere la pelle bella grossa per subire determinate cose che a me non fanno paura. Io accetto di essere dipinto ed etichettato, accetto la distorsione della realtà perché io so chi sono. La mia lealtà è forte, so cosa posso portare a tavola e mi siedo a tavola con persone che mi stimolano. Ma anche se non ci fossero, la cosa che ho imparato nella vita è che non ho paura nemmeno di stare da solo a tavola perché il mestiere dell’allenatore, soprattutto dell’Inter, è questo. Nello stesso momento ho una dignità che non è in vendita perché sono leale, conosco la mia ambizione e so di essere in una strada competitiva che fa di tutto per raggiungere il nostro obiettivo.

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Autore:
Antonio Siragusano

Antonio Siragusano, classe 1995, fa parte della redazione di Passione Inter dal 2017, di cui ne è responsabile editoriale dal 2024. Laureato in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda, dal 2021 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Appassionato di telecronache e calciomercato, scrive di Inter da quasi dieci anni.