8 Giugno 2020

Milito esalta Mourinho: “Era un grandissimo, altro che personaggio. Nella gara di Barcellona…”

Il Principe nerazzurro non perde occasione per lodare l'allenatore del Triplete

Oltre ad aver detto la sua in merito al futuro di Lautaro Martinez, nell’intervista rilasciata ai microfoni di Infobae.com Diego Milito ha parlato anche della figura di José Mourinho, condottiero dell’Inter nella quale lui era la punta di diamante e con la quale ha vinto il Triplete. Ecco le parole del Principe.

Diego Milito esalta José Mourinho: le sue parole

Numero 22 avuto grazie a Mourinho – “Sì! In origine il 22 è nato per caso. L’ho adottato quando sono arrivato a Saragozza: ho firmato l’ultimo giorno di mercato e c’erano solo due numeri rimasti, ovvero il 2 e il 22. Mi sono detto: “Non mi metterò il 2 sulla schiena. Sono un attaccante, non funziona”. Allora ho scelto il 22 e la storia è iniziata. Quando poi sono tornato a Genova sono stato fortunato perché il 22 era di Borriello, che però era andato al Milan. È stato uno dei migliori anni della mia carriera. All’Inter poi Mourinho mi chiamò al telefono per congratularmi con me. In quella chiamata mi disse: “Immagino che vorrai il 22”. Conoscevo Paolo Orlandoni, il terzo portiere: ce l’aveva lui. Così gli ho detto: “Mi piacerebbe, ma so che ce l’ha Paolo”. Allora mi rispose: “Stai tranquillo, me ne occuperò io.” Andò a parlare con Orlandoni e disse: “Devo chiederti un favore e devi dire di sì. Ho bisogno del 22″. Paolo, un fenomeno, me l’ha lasciato”.

Mourinho un personaggio – “No, è straordinario di suo. Le persone là fuori lo vedono in un modo ed hanno un’immagine sbagliata di ciò che José è come persona e come allenatore. È uno dei migliori che abbia avuto, senza dubbio”.

Mourinho o Guardiola – “Ovviamente ti dico Mourinho perché l’ho avuto, a differenza di Guardiola. Lo ammiro come un allenatore ma non lo conosco, non ho avuto questa fortuna, anche se mi sarebbe piaciuto. Avevo José e so come mi ha aiutato, cosa mi ha insegnato e l’importanza che ha avuto nella mia carriera. È stato lui a chiedermi e mi ha dato l’opportunità di giocare all’Inter”.

Inter-Barcellona 3-1 – “È vero. Molte volte mi arrabbio perché la stampa è stata un po’ ingiusta con quella squadra. Non sto dicendo in Italia, perché lì siamo praticamente eroi. Ma altrove siamo stati attaccati e criticati per essere molto difensivisti. Allora dico “mantengono un’immagine ma non vedono l’intero film”. Quell’Inter ha giocato con 4 attaccanti: Sneijder, Eto’o, Pandev ed io. Senza dimenticare Maicon, che era un terzino molto offensivo. Chiamarci difensivi mi sembra ingiusto. Molti sono rimasti alla partita di ritorno col Barça senza rivedere il contesto. L’Inter non aveva raggiunto la finale per 45 anni. Molti non parlano dell’andata, che è stata una partita strepitosa e abbiamo vinto 3-1. Essere andati in svantaggio ed aver ribaltato il Barcellona è motivo di grande orgoglio”.

Stile di gioco – “L’amore per il gioco del Barcellona va bene. A chi non piace il calcio del Barcellona? I contesti però devono essere analizzati. Il nostro piano partita era lo stesso dell’andata, ma una volta effettuato il riscaldamento è stato necessario apportare una modifica. E poi siamo rimasti in 10…”.

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