22 Ottobre 2021

Moratti: “Inter-Juve del ’98? Anche col VAR l’avrebbero fatta finire così…”

"Un ritorno in società non è praticabile"

Massimo Moratti (@Getty Images)

Moratti Inter

Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, ha parlato a Corriere dello Sport a pochi giorni dalla sfida più sentita di tutta la Serie A, il Derby d’Italia tra Inter e Juventus. Moratti, ha parlato con Ivan Zazzaroni della sua esperienza in nerazzurro tra passato e presente, tornando anche sul tristemente noto episodio tra Iuliano e Ronaldo del’98.

Moratti ha dichiarato: “Prima ancora di comprare l’Inter fantasticavo su chi avrei preso, chi avrei venduto. Venduto ho venduto poco, ma comprato parecchio. Ronaldo e Ibrahimovic comunque furono grandi operazioni, dei veri e propri investimenti. Il Ronaldo del 1998 non è descrivibile con accenti umani, era baciato da Dio. Il gesto dell’ombrello di quando era al Milan fu travisato. Anche perché fu “montato”: non era rivolto a lui, ma a Pirlo. Eravamo già sul 2 a 1 e calciò fuori una punizione pericolosa”. 

“Ho amato tanto l’Inter ed il calcio perché scacciava gli altri pensieri. Con il calcio i sogni vengono più facili. Puoi comprare un calciatore e immaginare che dopo due secondi possa segnare il goal dell’anno: col calcio ti aspetti sempre nuove meraviglie”. 

“L’Inter che ho più nel cuore? Sicuramente quella del Triplete, offenderei gli uomini che hanno vinto tutto se dicessi il contrario. Però quella di Recoba, Ronaldo, Djorkaeff e Zamorano mi è rimasta particolarmente nel cuore. La partita più sentita? Ovviamente Inter-Juve, non ci dormivo la notta nei giorni precedenti al match. Quella indimenticabile è sicuramente il 2 a 0 a San Siro nell’anno del Triplete con goal iconico di Maicon“.

Moratti ha poi aggiunto: “Inter-Juve del ’98 guastò il rapporto e Calciopoli “esasperò il concetto di simpatia” Ora però vivo con più tranquillamente il Derby d’Italia,  sono un tifoso meno sofferente: gestisco meglio la tensione. Col VAR come sarebbe andato quell’Inter-Juve? Esattamente allo stesso modo: al VAR ci sarebbe stata gente che la pensava allo stesso modo…”

Mourinho? Lo sento ancora, certamente. Sono felice sia tornato in Italia. Lo presi perché mi ricordava tanto il Mago Herrera: diverso, abilissimo comunicatore, bravo a provocare, acuto e intelligente. Oltre naturalmente ad essere un vincente. Anche con Mancini siamo rimasti sempre molto legati, lui è un ragazzo molto emozionale. È sia il suo pregio che il suo difetto. A Roberto ti affezioni per come vive il calcio, ma a volte troppa emozionalità porta a commettere errori, quando prevale sul resto. Ad esempio come quando disse che a fine stagione se ne sarebbe andato. 

Sul progetto InterSpac: “Ho apprezzato il loro coraggio. Credo però che in Italia un’iniziativa simile non sia praticabile, specie per i numeri drammatici nei bilanci delle società. In Germania si arriva a quote del 15-20%, ma con quote accessibili a tutti e rischi limitati per chi investe. Mi fanno molta tenerezza i tifosi “comuni” disposti a mettere i 1000 euro per la propria squadra. La SuperLega? Presentata troppo male, non si può fare una cosa del genere senza ascoltare gli appassionati e uscendo dal sistema. Suning? I problemi a monte arrivano fino a valle. Ma sento che le cose stanno migliorando, voglio essere ottimista. Hanno provato più volte, anche di recente, a farmi tornare in società, ma è una strada che non è più percorribile ormai”.

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