24 Settembre 2020

CHE FINE HA FATTO? – Dario Simic, l’uomo che passò il Naviglio con Seedorf ora si occupa di acqua e consulenze

Il difensore approdò in nerazzurro ai tempi di Ronaldo, Baggio e Zamorano, adesso è produttore e distributore di boccioni per l'acqua minerale

C’è il fenomeno Ronaldo in una di quelle giornate di grazia in cui capisci perché lo chiamano così, c’è un Roberto Baggio in gran spolvero, che oltre ai gol confeziona anche giocate da capogiro, come una spettacolare rabona, e c’è anche Ivan Zamorano, autore di una tripletta: è il 10 gennaio del 1999, a San Siro il malcapitato Venezia subisce 6 reti messe a segno dai tre fuoriclasse nerazzurri e con la maglia dell’Inter gioca la sua prima partita anche Dario Simic, difensore croato, terzo classificato ai mondiali di Francia 98, chiamato in Italia per dare man forte a Pagliuca, Bergomi e compagni. Quella è una stagione maledetta, iniziata male e finita peggio, con l’esonero di Simoni a creare una sorta di spartiacque dell’annata, tra quel che poteva essere e quel che non è stato. Simic inizia così la sua esperienza milanese, un’esperienza che durerà quasi dieci anni.

ALL’INTER – L’infortunio di Ronaldo, che si protrarrà per diverse stagioni, fa vivere di bizze anche l’intera squadra, non solo per l’aspetto del campo ma anche societario. Simic resta dalla parte nerazzurra del Naviglio per 4 stagioni, dove si confronterà con ben 6 allenatori diversi, a partire da Lucescu fino ad arrivare a Cuper, passando anche per Hodgson, Castellini, Lippi e Tardelli. Tanta instabilità che non aiuta a trovare trofei, con il rimpianto massimo toccato nell’ultimo anno, quando la sconfitta del 5 maggio costa lo scudetto agli uomini dell’hombre vertical. Un colpo durissimo per Massimo Moratti che inizia una nuova campagna acquisti in cui nessuno è incedibile; dopo 97 presenze e 4 reti Simic lascia l’Inter.

DOPO L’INTER – Il difensore croato lascia l’Inter ma non lascia Milano: nell’estate del 2002 viaggia insieme a Clarence Seedorf da una parte all’altra del Naviglio, accasandosi al Milan, ripercorrendo le orme di Andrea Pirlo che aveva svolto lo stesso viaggio l’anno precedente. La sua esperienza rossonera sarà molto più felice, quantomeno sotto il profilo del palmares, perché se è vero che troverà spesso la strada chiusa anche grazie a difensori come Maldini, Costacurta, Nesta e Stam, Simic potrà vantare comunque due Champions League conquistate e uno scudetto, vinto nel 2004, il diciassettesimo della storia milanista.

CHE FINE HA FATTO – Dopo il Milan due anni di Monaco e poi il ritorno in patria, alla Dinamo Zagabria, prima del definitivo addio al calcio. Un mondo che il croato non ha mai voluto lasciare del tutto, svolgendo ancora oggi il ruolo di direttore sportivo e consulente calcistico, tornando anche in Italia nel 2016, quando fu chiamato da Zamparini per il suo Palermo. Ma ciò che lo impegna a tempo pieno, però, è tutt’altro: l’ex nerazzurro è un produttore e distributore di boccioni dell’acqua minerale, quelli che si trovano quasi in tutti i grandi uffici; un’impresa che aveva già avviato durante la sua carriera da calciatore ma che adesso è il vero e proprio lavoro e fiore all’occhiello di casa Simic

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