28 Ottobre 2011

Stagione 93/94 un’Inter da dottor Jekyll e mister Hyde

Doveva essere la stagione dell’Inter: dopo il secondo posto della stagione precedente, il presidente Pellegrini si era mosso sul mercato acquistando dall’Ajax due fuoriclasse: Jonk e soprattutto Dennis Bergkamp.

STORIA DEL CAMPIONATO – In testa c’è però da subito il Milan di Capello. La squadra allenata da Bagnoli tenta di inseguire, così come fa il Torino, ma alla quinta giornata i nerazzurri vengono fermati dalla Lazio e i granata sono travolti dal Parma per 3-0, permettendo così ai rossoneri di andare in vetta solitaria. Una marcia interrotta da 3 pareggi consecutivi a cui segue la vendetta olandese di Ruud Gullit, in quell’anno tra le fila della Sampdoria, vero protagonista della vittoria sugli ex compagni per 3-2, un risultato dal sapore ancor più dolce perchè porta al primo posto della classifica la stessa Sampdoria accanto alla Juventus dell’ex Vialli. Il Milan non fatica a riprendersi, ma a dargli una mano è proprio l’Inter, in un derby vinto dai diavoli per 2-1. Da lì in poi la corsa degli uomini di Capello non verrà più arrestata, arrivando a vincere il campionato con due turni di anticipo ma inizia il calvario nerazzurro.

L’INTER DOTTOR JEKYLL – Vero e proprio flop del campionato è quello stesso campione che avrebbe dovuto portare l’Inter sul tetto del mondo. Dennis Bergkamp arriva all’Inter conferendole il titolo di regina del mercato, è considerato da molti l’erede di Van Basten e questo spinge il generosissimo quanto sfortunato presidente Pellegrini a investire molto per fargli indossare i colori nerazzurri. Per aiutarlo nell’inserimento della squadra e per farlo esprimere al meglio, con lui arriva anche il compagno dell’Ajax Wim Jonk, un giocatore dalla visione di gioco impressionante. La grande quantità di stranieri in squadra, con l’obbligo di non poterne inserire più di 3 per volta, non fa felice Bagnoli che decide di inserire il campione olandese nel tanto oggi noto “turn over”. Il risultato è un fallimento totale: il giocatore si intristisce presto e vive da separato in casa la stagione, mostrando raramente sul campo tutte il suo enorme potenziale. Non finisce qui perchè i risultati scarseggiano e alla ventitreesima giornata, dopo una sconfitta in casa contro la Lazio del capocannoniere Giuseppe Signori, Bagnoli viene esonerato e al suo posto è chiamato Marini che fino a quel punto aveva seguito le giovanili. Inizia il tracollo in campionato, i risultati non potrebbero essere peggiori, solo 3 vittorie da lì alla fine del campionato e una salvezza raggiunta a pari punti con la Reggiana.

MISTER HYDE – Una stagione che potrebbe essere fallimentare, se non si considerasse la seconda faccia della squadra, quella europea. Tanto balbettante in campionato quanto letale in Europa: lo stesso Berkamp rispolvera le doti da fenomeno fin dalla prima partita

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La marcia trionfale nerazzurra vede mettere in pratica tutta la grinta assente in campionato. Sembrerebbe totalmente un’altra squadra se non fosse per i tratti somatici inconfondibili dello zio Bergomi e dalle parate fondamentali dell’uomo ragno Walter Zenga, al suo ultimo anno in maglia nerazzurra. La semifinale è tutta italiana con l’Inter che affronta il Cagliari, vittoriosa nei quarti nella sfida contro la Juventus. All’andata sono i sardi ad avere la meglio con un 3-2 che porta la firma di Lulu Oliveira, Criniti e l’autorete di Paganin per i rossoblu a cui rispondono i gol milanesi di Fontolan e Ruben Sosa. I gufi e i critici afferrano ardentemente il loro trespolo e iniziano la loro crociata contro l’Inter, ma al ritorno i nerazzurri non falliscono, conquistando la finale con un secco 3-0 firmato Bergkamp, Berti e Jonk. La finale, con la formula della sfida di andata e ritorno, vede l’Inter imporsi contro il Casino Salisburgo con due 1-0 ancora con la griffe di Berti all’andata e Jonk al ritorno. Bergomi alza la coppa con un urlo liberatorio e anche Walter Zenga, la cui conferma era in dubbio, ha parole solo per la vittoria, come testimoniano i video di repertorio.

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