24 Aprile 2015

Thohir:”Mancini avrà una squadra sua da subito, Icardi lo confermiamo e su Touré…”

Il presidente dell’Inter si è lasciato andare ad una lunga intervista al ‘Corriere della Sera’ in cui ha parlato della sua squadra ma anche del resto della serie A. Queste le sue parole:

SUI RISULTATI NEGATIVI – “Noi dobbiamo rispettare i tifosi, che soffrono per i nostri cattivi risultati, ma i tifosi devono rispettare il club e chi lavora per il club. Anche Mourinho è stato fischiato, neppure lui è Superman e Mancini, che è amato dagli interisti, non è Spiderman. Per avere risultati servono tempo e rispetto reciproco, se non ci sono, servono regole per evitare che certe cose accadano. Nessuno di noi è contento per come stanno andando le cose. Perdere è dura, soffrono i tifosi e soffriamo tutti noi; è anche difficile accettare un pareggio come quello del derby, perché la squadra ha giocato bene e avrebbe meritato la vittoria. Ma nessuno ha intenzione di arrendersi e occorre rimettersi subito al lavoro, perché se ti impegni e fatichi alla fine le sfide le vinci”.

SU MANCINI – “Voglio ringraziare i tifosi per come hanno riempito lo stadio al derby e ringrazio Mancini per come aveva preparato la partita, lui è coraggioso e ambizioso, e questo mi piace molto. Tutti noi siamo ambiziosi, la prossima stagione sarà molto importante: Mancini avrà una squadra disegnata da lui fin dall’inizio, dobbiamo dare tempo all’allenatore e questa estate il tempo ci sarà. Ricordo però che mancano sette partite alla fine e non si sa mai cosa può succedere. Il confronto con Mazzarri? Non credo sia giusto fare paragoni tra Mazzarri e Mancini. Quando sei alla guida di un?azienda devi prendere decisioni per il bene della società. Mazzarri è una brava persona, ha sempre lavorato duro, se abbiamo scelto Mancini è perché crediamo sia la persona che può portarci a vincere dei trofei. Lasciatemelo dire in inglese: Mazzarri good man, Mancini something better”.

PRENDERSI LE PROPRIE RESPONSABILITÀ – “Io sono il presidente, il primo tifoso e il primo a soffrire. Quando inizia una nuova avventura, come quella di diventare presidente dell’Inter come è accaduto a me, prima di tutto penso che ci siano delle responsabilità da assumersi, non mi interessa farmi pubblicità. Non mi interessa che la gente mi riconosca, ciò che importa è ottenere risultati e mi interessa che chi lavora con me sia contento. Questa è una lezione che ho appreso da mio padre, mi ha sempre detto che non conta la fama, ma la crescita della compagnia ed è importante far star bene le persone che lavorano per te”.

SUI DIRIGENTI – “Ho cercato e cerco di scegliere le persone migliori, ho bisogno di gente in gamba per raggiungere l’obiettivo di riportare l’Inter nelle 10 squadre più importanti al mondo. Quando sono arrivati Bolingbroke e Williamson ho detto loro: benvenuti nella giungla. É il mio modo scherzoso di accogliere le persone che assumo, l’ho sempre fatto, è un modo per dire che la sfida ha inizio. Io non posso essere sempre in Italia, ma i miei manager li sento ogni giorno. Stiamo lavorando, i risultati arriveranno”.

SULLE STRATEGIE DI MERCATO – “Prima vendere e poi comprare? Non è questa la nostra strategia, nei mercati di gennaio del 2014 e del 2015 abbiamo dimostrato di essere pronti a fare gli sforzi che chiede l’allenatore e posso garantire che continueremo a farlo, ma sempre nel rispetto del fair play finanziario”.

SU ICARDI – Icardi non si vende, è uno dei calciatori più importanti. É un ragazzo maturo, concentrato sul lavoro. Il denaro nel calcio può diventare un problema, un pericolo per alcuni calciatori giovani. Ma Icardi, nonostante l’età, ha la testa sulle spalle. Con Mancini è migliorato, si è completato e stiamo lavorando per chiudere il suo nuovo contratto. É importante che resti con noi ed è giusto che noi lo ricompensiamo”.

SU TOURÉ – Touré ci piace e siamo certi che Mancini saprebbe utilizzarlo e valorizzarlo al meglio. Noi ci fidiamo di Mancini, gli abbiamo affidato il nostro futuro. Touré ha un contratto con il City e noi dobbiamo rispettarlo, ma non puoi mai prevedere come andrà il mercato”.

SU MORATTI – “Devo ringraziare Moratti perché mi ha permesso di diventare presidente dell’Inter. Lui è un?icona per questo club, ha fatto la storia, una fantastica storia. Moratti e io non abbiamo visioni diverse: ci sentiamo, quando sono a Milano ci vediamo, parliamo delle decisioni da prendere e affrontiamo insieme i problemi. Non sempre le scelte che fai si rivelano le migliori perché nel calcio, a differenza degli affari, sai cosa investi, ma non conosci i risultati. Quello che conta è ripartire sempre per il bene del club, perché il club è la cosa più importante, ancora più dei suoi presidenti“.

SULLA SOCIETÀ MILAN E SULLO STADIO MEAZZA – “Non oso commentare gli affari degli altri, non è giusto e non è educato. Ogni uomo d?affari ha la sua strategia, i suoi problemi e a volte accadono cose che non ti aspetti: io non avrei mai pensato di diventare presidente dell’Inter, poi ho incontrato Moratti ed è successo. Non so se il Milan costruirà un nuovo stadio, ma penso spesso a S.Siro solo per noi: è uno dei tre stadi più belli al mondo, ma va modernizzato ed è quello che vogliamo fare. Ne abbiamo già parlato con il comune”.

SU ZANETTI – “Chi scelgo tra Ronaldo e Messi? Sceglierei Zanetti, vorrei una squadra di 11 Zanetti. É arrivato dall’Argentina giovanissimo, è diventato giocatore, capitano e ora dirigente. É stato un grande giocatore, è una grande persona con principi e valori. E mio padre mi ha insegnato che quelli contano”.

SUL CASO PARMA – “Ho parlato con altri presidenti, mi sembrano persone con la mente aperta. Alcuni passi importanti sono già stati fatti, certo, dobbiamo abituarci a pensare all’interesse collettivo. Io voglio cose che convengano all’Inter, ma anche alla Serie A. Servono regole per evitare altri casi come quello del Parma, una storia che pesa sull’immagine del nostro calcio. Serve un campionato a 18 squadre e un tetto alle rose: con 25 giocatori si gestirebbe meglio il monte stipendi e si potrebbe avere più qualità. La Premier League in questo momento è fuori portata, ma la Serie A non deve essere dietro la Liga e Bundesliga“.

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