11 Ottobre 2020

Nuovo protocollo, la Serie A studia il ‘modello UEFA’: dai tamponi alla bolla, ecco cosa cambierebbe

A fronte dei dati delle ultime settimane, anche per il calcio urge rimettere mano al protocollo

In virtù degli ultimi dati relativi ai contagi in Italia – ed ai recenti casi di positivi tra i calciatori -, anche la Serie A inizia a riflettere in merito al futuro più prossimo. Il protocollo anti-Covid istituito in estate va rivisto, motivo per cui i vertici del calcio italiano si stanno guardando intorno per capire come agire. Un modello ritenuto adeguato ed interessante, in questo senso, è quello UEFA che, in caso venisse attuato, genererebbe diversi cambiamenti. Eccoli nel dettaglio, spiegati dal Corriere dello Sport.

In primis, cambierebbero le tempistiche di effettuazione dei tamponi per le gare delle coppe europee. In particolare: le squadre che giocano la gara in casa ne effettuerebbero uno alla vigilia (oggi lo si fa due giorni prima), mentre quelle in trasferta il giorno prima di partire e il giorno di arrivo nel diverso Paese (ovvero a 24 ore dal fischio d’inizio). Inoltre, potrebbe essere introdotto anche un ente terzo che si occupa di sottoporre ed analizzare i tamponi. In Europa ci pensa SynLab, ed ora anche i medici della Serie A spingono per questa soluzione: il loro lavoro sarebbe agevolato e la Lega Serie A avrebbe un controllo maggiore, come la UEFA.

Infine, in virtù dell’apparente impossibilità di attuare una ‘bolla’ stile NBA, ai calciatori verrebbe chiesto di evitare feste e serate nei locali. Con la riapertura delle scuole, infatti, il rischio contagio aumenta anche tra le mura domestiche, cosa che spinge, ove possibile, a dover limitare gli altri fattori di rischio. Discorso a parte, infine, sulle ASL: nessuna presa di posizione, spiega il quotidiano romano, ma una speranza. Quella che si utilizzi il buonsenso e che si persegua l’uniformità di comportamento.

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