5 Settembre 2019

Esposito sta con Lukaku: “Il razzismo è roba di voi grandi: noi giovani possiamo invertire il clima”

Il giovane interista: "Cosa sogno? Esordire in Serie A con l'Inter e vincere il Mondiale Under 17"

Classe 2002, ha già incantato in Primavera ed è pronto a farlo anche nel calcio “dei grandi”. Magari con un esordio in Serie A, magari quest’anno. Sebastiano Esposito non si pone limiti, ma allo stesso tempo rimane con i piedi ben saldi a terra. Ecco cos’ha dichiarato in un’intervista concessa al Corriere dello Sport.

Razzismo: perché quella faccia? Non succede alla vostra età? – «Mai. È roba da grandi, purtroppo. Ma noi giovani possiamo invertire questo clima. Abbiamo il dovere di provarci perché siamo l’esempio di un’integrazione possibile, da quando andiamo a scuola a quando scendiamo in campo. Qui in Nazionale ci sono Udogie e Tongya. Vi garantisco che sono italiani tanto quanto me. I tifosi, per disturbare l’avversario a volte fanno delle cose senza rendersene conto. Non immaginano il danno che possono creare nella testa di un calciatore e le ferite che provocano»

Lukaku a Cagliari – «Ero in panchina e penso che Lukaku sia stato un grande. Ha risposto ai razzisti facendo gol, senza alimentare polemiche, dimostrando chi aveva ragione e chi torto».

Mondiale Under 17 – «Quando sento l’inno mi vengono i brividi. Io amo questa nazione, non immaginate l’emozione che provo ogni volta che vengo convocato. Vivere un Mondiale da protagonista sarà bellissimo».

Come migliorare – «Abbiamo imparato che il gruppo fa la differenza. Francia, Portogallo e Spagna erano favorite, ma le abbiamo battute. La gente si ricorda solo di chi vince e per noi si tratta di una motivazione incredibile. Vogliamo migliorare. In finale ci è mancata un po’ d’esperienza. L’Olanda fa giocare più giovani in prima squadra rispetto ai club italiani».

Vincere il Mondiale – «Noi non ci poniamo limiti. Questa è la nostra forza. Alzare la coppa del mondo sarebbe meraviglioso. E lo dico qui: non abbiamo paura di nessuno».

Orgoglioso del percorso – «A 9 anni mi sono allontanato 800 km da casa per andare a Brescia. Al sud la vita è più difficile, ma vado orgoglioso di ciò che sono e di dove sono cresciuto. I sacrifici fatti della mia famiglia non li dimentico, ma guai a dire “Ce l’ho fatta”. Non pronuncerò mai questa frase, neanche quando avrò 100 presenze
in Serie A».

Salvatore Esposito – «Mio fratello, un grande esempio per me. Lui sta facendo la gavetta vera, è un classe 2000 ma è già stato in Serie C e ora è al Chievo in B. Dico che esploderà perché non ha mai mollato un centimetro».

Fiducia di Conte – «È un onore fare gli allenamenti con la prima squadra, anche se io devo ancora pensare alla Primavera. Durante l’estate ho girato il mondo con la maglia dell’Inter e non vedo l’ora che arrivi il mio momento. Sento la fiducia attorno, credono in me. Conte è una persona fantastica, con lui sto instaurando un bel rapporto. Il mister ha la capacità di trasportarti nel suo mondo fatto di adrenalina pura, è uno che ha la “cazzimma” (ride ndr)».

Gol che avresti voluto segnare – «Il gol di Ronaldo contro la Lazio in finale di Coppa Uefa nel 1998. Pazzesco. Una finta, poi la seconda e il dribbling al portiere. Dico anche il gol di Totti contro la Sampdoria, quello al volo di sinistro a Marassi. Loro sono i miei idoli indiscussi».

Desiderio – «Io sono sempre stato un bambino che sogna. Datemene almeno 2: esordire in Serie A con l’Inter e
vincere il Mondiale Under 17. Credo in entrambe le cose con tutto me stesso».

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