16 Maggio 2020

Fiorello: “A Madrid ho alzato la Champions prima di Zanetti. Quel gesto portò bene”

Le parole di Rosario Fiorello sul Triplete vinto dall'Inter 10 anni fa

Rosario Fiorello, conduttore, showman e comico, ha raccontato a Sportweek i suoi giorni verso il Triplete nel maggio del 2010. Il giorno in cui l’Inter vinse lo scudetto festeggiava anche il suo 50esimo compleanno. Ecco le sue parole:

VERSO MADRID – “In quel periodo avevo appena fatto un programma su Sky. Andrea Scrosati, che ne era il vicepresidente, mi fece sapere che c’era un aereo pronto per Madrid con i giornalisti. “Ci sono due posti liberi,ti andrebbe di venire?”.Confesso che non ho avuto neanche un’esitazione a dirgli: sì. Quindi mi infilai su quel volo e andai a Madrid“.

L’INCONTRO RAVVICINATO CON LA CHAMPIONS – “Fu un’esperienza indimenticabile, arricchita tra l’altro da un aneddoto incredibile. Succede che Sky, nell’invitarmi, mi propone di fare un collegamento prima della partita. Le istruzioni erano precise: “Tu vai nella sala dove ci sono i commentatori, Gianluca Vialli, Paolo Rossi e Giorgio Porrà e fai un’intervista con loro”. E così faccio. Arrivato lì, chi ci trovo? La Champions! La coppa .Era proprio lì. Mi domando immediatamente come mai il trofeo sia proprio lì, con tutte le televisioni presenti e tutti i posti in cui potevano sistemarla all’interno del Bernabeu? Immagino quindi fosse una copia. Vengo invece a sapere che è proprio l’originale. Era previsto che fosse lì, il piano era farle fare il giro di tutte le cabine, di tutte le televisioni del mondo. In pratica il trofeo sarebbe rimasto da Sky per qualche minuto, giusto il tempo di farlo inquadrare.Io entro proprio in quel momento, decido di afferrarla (una cosa che non si fa mai!). Neanche il tempo di tenerla in alto come un capitano che un signore, presumo un delegato dalla Uefa, mi urla in spagnolo: “Señor, por favor!”. Comunque ero riuscito a prendere in mano la Champions prima di Zanetti!

IL MIO GESTO CI PORTO’ BENE – “Infatti il capitano dopo trovò…delle ditate. Erano le mie! Avevo alzato al cielo la coppa, da non crederci. E comunque il mio gesto ci portò bene visto che, appunto, vincemmo. Tra l’altro allo stadio avevo dei posti pazzeschi, vicinissimi alla panchina. Tanto che, a un certo punto, nel finale,quando eravamo già 2-0, urlai “Marco,Marco”. Perché c’era Materazzi che stava per entrare. Lui si girò, mi vide, mi salutò e mi disse: “E tu che ci fai qui?“.

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