20 Agosto 2018

L’Inter e la maledizione degli esordi: con una sconfitta sempre obiettivi non raggiunti

Luciano Spalletti acrà il compito difficile di battere anche la Cabala dopo la sconfitta col Sassuolo

Si scrive “prima sconfitta” ma si legge “maledizione“; e se la storia di Luciano Spalletti afferma che non ci si deve preoccupare per una falsa partenza (leggi articolo QUI), lo stesso non vale per i colori nerazzurri, che spesso hanno associato gli scivoloni all’esordio con annate scialbe. Il tecnico di Certaldo, dopo aver riportato sulla sponda interista del Naviglio quella Champions che mancava da sei anni, dovrà adesso riuscire nell’impresa di battere la storia e la scaramanzia, rimettendo in piedi la stagione nonostante la sconfitta di Sassuolo, andando contro i precedenti:

ASPETTANDO IL TRAP – Con Trapattoni in panchina l’Inter perde in casa alla prima giornata contro il Pescara nel 1987/88 e chiude la stagione al quinto posto in classifica. Soltanto nella stagione successiva, con gli innesti di Brehme, Berti, Ramon Diaz e soprattutto Lothar Matthaus, il tecnico riuscì a costruire la squadra che si laureò per la tredicesima volta campione d’Italia. Trapattoni, inoltre, aveva anche perso alla prima dell’anno precedente a Empoli, chiudendo la stagione, però, con un buon terzo posto.

RINCORSA AL DIAVOLO – Nella stagione 1992/93 la squadra nerazzurra si rifà a nuovo: salutati i tedeschi il Presidente Ernesto Pellegrini affida la panchina a Osvaldo Bagnoli, vincitore di uno scudetto capolavoro sulla panchina del Verona. Alla prima di campionato la squadra di Ruben Sosa e dell’uomo delle notti magiche Totò Schillaci cade contro l’Udinese per 2-1, anche se uno spettacolare girone di ritorno permette ai nerazzurri di vivere una spasmodica rincorsa al Milan, culminata con il pareggio nel derby e il beffardo gol di Ruud Gullit dopo il vantaggio iniziale firmato da Nicola Berti.

LA SFURIATA DI LIPPI – Nel peggiore dei modi inizia anche la stagione 2000/01: dopo aver perso anche la Supercoppa Italiana contro la Lazio e aver fallito il preliminare di Champions League con l’Helsinborg, la squadra di Marcello Lippi viene anche battuta alla prima di campionato, per 2-1, contro la Reggina, dopo essere passata in vantaggio con una rete di Hakan Sukur. Si tratta dell’ultima gara di Lippi sulla panchina nerazzurra. Al termine del match il tecnico manda in scena una potente sfuriata contro la squadra e il suo esonero diventa improcrastinabile. Chiuderà l’annata Marco Tardelli, che terminerà quinto dopo un anno da dimenticare, con al passivo anche sei gol in un derby.

GASP, CHE INIZIO – Non cade più l’Inter alla prima giornata in quelli che saranno gli anni più vincenti della sua storia. Torna a perdere invece a Palermo per 4-3 nel 2011, con Giampiero Gasperini che era già stato sconfitto nella Supercoppa di Pechino contro il Milan di Allegri. Il tecnico chiuderà la sua esperienza all’Inter con 5 partite, 4 sconfitte e 1 solo pareggio, lasciando la panchina dapprima a Claudio Ranieri e poi ad Andrea Stramaccioni. L’Inter finisce sesta e per la prima volta dopo oltre dieci anni non si qualifica in Champions League.

FOLLIE OLANDESI – Inizia l’era Suning e sembra esserci nell’aria un cambio epocale nella storia nerazzurra, anche se l’inizio non è dei migliori, con il cambio in panchina nell’estate del 2016, passando da Roberto Mancini a Frank De Boer: l’olandese si presenta a Verona contro il Chievo con una mai provata difesa a tre, perde sia nel punteggio (2-0) che sul gioco, dando il via a uno dei peggiori periodi recenti della squadra meneghina. Dopo soli 14 punti in  11 partite di campionato e l’oramai inevitabile eliminazione in Europa League finisce l’era De Boer e la panchina viene affidata a Stefano Pioli e, nelle ultime giornate, a Stefano Vecchi. Nonostante l’ottimo quarto posto conquistato nella stagione 2015/16 l’Inter crolla e termina l’anno senza qualificarsi a nessuna competizione europea.

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