27 Aprile 2018

Tronchetti Provera: “Inter-Juve è «La partita». Icardi è il più forte al mondo”

La lunga intervista all'ad della Pirelli

Marco Tronchetti Provera

Tronchetti Provera Inter

Nel corso di una lunga intervista concessa a La Gazzetta Dello Sport, l’amministratore delegato della Pirelli, Tronchetti Provera, tifosissimo nerazzurro, ha parlato del big match che andrà in scena domani sera a San Siro: “Sì, anche per me Inter­-Juve è “La” partita. Trovo che la defini­zione di derby d’Italia coniata da Gianni Brera sia sempre at­tualissima”.

Se vince la sua Inter aiuta il Napoli in modo probabilmente decisivo: giocate per due, stavolta.
«Beh, finora il campionato ci ha fatto vedere tre facce della no­stra squadra. Quella felice dell’esaltazione, quando nel giro­ ne di andata viaggiavamo al vertice; quella delusa della fre­nata, quando il gioco ha risenti­to negativamente del calo di al­cuni elementi base; adesso que­sto finale ci ritrova protagonisti del nostro destino. E bisogna tornare a mostrare la faccia migliore».

Pirelli e Ferrari, Pirelli e Fiat…Rapporti stretti, da anni. Praticamente un connubio. Poi però arriva il calcio… come vive questa strana situazione?
«Certo, il mondo delle auto ci accomuna alla Fiat da tempo. La nostra collaborazione con la Ferrari è nella storia. Ma tra me e la Juve… non c’è storia. Co­munque il bello del pallone è che dopo le prime ventiquat­tr’ore vissute a caldo, qualsiasi polemica si stempera nell’atte­sa del prossimo confronto».

L’arbitro Ceccarini è tornato di recente su quello scontro Ronaldo-Iuliano della stagione 1997- 98. Lei era in tribuna?
«Ebbene sì. Purtroppo…».

Ci fosse stata la Var sarebbe andata diversamente?
«La Var avrebbe solo conferma­ to che non c’era bisogno della Var per adottare il provvedi­mento giusto».

Era in tribuna anche all’Olimpico, quando la Juve vi scavalcò all’ultima giornata: ci sono immagini che la ritraggono sconsolato insieme con Moratti.
«Il 5 maggio del 2002. Indi­menticabile delusione. Per for­tuna ci sono anche tanti ricordi belli legati alla Juve».

Ad esempio?
«Beh, tutte le volte che abbia­mo vinto».

Questa Inter è ad altezza Juve?
«Dico che abbiamo una buona squadra, se tutti si esprimono al meglio l’anno prossimo si può lottare per lo scudetto senza fa­re tanto sul mercato».

A proposito: di lei i tifosi si fidano, questa proprietà che ha bloccato alcune operazioni legate a top player, portando Sabatini alle dimissioni, a che gioco sta giocando?
«Noi come Pirelli abbiamo rin­novato la collaborazione e quindi siamo convinti di avere a che fare con gente seria, affida­bile e dal patrimonio consisten­te. Credo che Suning, che mol­to aveva speso per Kondogbia, Joao Mario e Gabigol, abbia vo­luto osservare con scrupolo il fairplay economico imposto dall’Uefa. Si tratta di una strut­tura complessa che forse an­drebbe riesaminata con calma e attenzione».

Si riuscirà a trattenere Icardi?
«Me lo auguro. Ha dimostrato di essere il più forte centravanti d’area oggi al mondo».

Ma ha intonato la canzoncina di chi se ne va: ora sono dell’Inter domani chissà. Cosa ne pensa?
«Che è il nostro capitano».

Ha fiducia in Spalletti?
«Lo ritengo un tecnico fra i più capaci, sì. Inserendo Cancelo e Rafinha ha ovviato alla carenza di qualità in mezzo al campo, ora ci sono più idee e più solu­zioni d’attacco».

Brozovic è stato tra i più alterni.
«È uno che ha classe, forte».

Perisic?
«Un altro elemento assai bravo. Ribadisco: abbiamo un gruppo di qualità, anche in difesa i cen­trali danno ampie garanzie. Servirà qualche ritocco, non una rivoluzione per rendere l’Inter competitiva per la lotta scudetto. Come del resto lo era stata all’andata».

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