Da Ince a… Kompany? Dalla Premier all’Inter tra top e flop

Oggi compiono gli anni due grandissimi ex giocatori di Inter e Manchester United: Paul Ince e Nemanja Vidic. Inoltre, è stato segnalato dalla stampa un interesse dell'Inter nei confronti di Vincent Kompany e sembra sempre più vicino l'arrivo di Matteo Darmian ancora dai Red Devils. Approfittiamo della stretta attualità per ripercorrere le tappe che hanno portato negli ultimi anni alcuni giocatori dalla Premier League alla Milano nerazzurra. VIDIC Dopo una stagione difensivamente agghiacciante, segnata dai continui svarioni della sbilenca coppia Juan Jesus-Ranocchia, l'Inter decise di mettere una pezza all'evidente falla della retroguardia con l'acquisto di uno dei migliori difensori centrali dell'ultimo decennio di calcio europeo: Nemanja Vidic. Il serbo, nonostante il fisico non fosse più totalmente dalla sua parte, arrivò ad Appiano con tutti i crismi del salvatore della patria. Nel giro di poco tempo, non si adattò alla difesa a tre di Mazzarri, steccò a sorpresa qualche situazione e fu ancora martoriato dagli infortuni. Anche Mancini lo bocciò, dovendo così chiudere in maniera ingloriosa una delle carriere più vincenti degli ultimi anni. INCE Paul Ince fu un rinforzo sensazionale, arrivato nel 1995 all'Inter dal Manchester United. 13 miliardi e mezzo di lire fu la cifra che un rampante Massimo Moratti decise di spendere per il talentuoso centrocampista inglese. Quell'anno, il calcio espresso da Ince fu di ottimo livello, ma la stagione dell'Inter fu disastrosa: undicesimo posto. Rimase in nerazzurro fino al 1997, totalizzando 54 presenze e dieci reti, di cui una strepitosa in rovesciata. Moratti provò a trattenerlo con un aumento, ma per Paul i tempi del ritorno in Inghilterra erano maturi. JOVETIC Pure Jojo è arrivato da Manchester, ma dalla sponda blu della città, chiamato dal suo ex allenatore Mancini. Fuoriuscito dall'immenso parco attaccanti del City, a Milano ci si aspettava lo stesso giocatore che per anni ha fatto la differenza a Firenze, prima di essere portato oltremanica. Le aspettative dei tifosi nerazzurri sembrarono essere attese dopo i gol decisivi nelle prime due gare dello scorso campionato, ma i continui cali del montenegrino lo hanno relegato ai margini della rosa. Tanto talento, ma poca resa. SANTON Quella che lega Davide Santon all'Inter è una storia romantica quanto travagliata: dopo l'esordio, le gigantesche promesse e l'indimenticata marcatura a Cristiano Ronaldo, l'enorme hype intorno al Bambino è calateovertiginosamente. Dopo un prestito al Cesena, il classe '91 ha cambiato calcio, trasferendosi al Newcastle, ma una volta totalizzate 82 presenze con la maglia dei Magpies è ritornato a casa. Non è mai tornato ad essere il giocatore che aveva fatto sognare i tifosi sotto la gestione Mourinho, ma nelle ultime giornate, dopo un'altalena tra panchina e titolarità, sta trovando buone prestazioni. MEDEL Erick Thohir, da neo-presidente dell'Inter, volle regalare a Mazzarri il suo mastino: Gary Medel, cileno classe '87 fresco di retrocessione con il Cardiff City. Un giocatore che da solo non sposta gli equilibri, ma nel giusto contesto tattico può dare una mano consistente. Le sue prestazioni furono sempre condizionate dalle carattestiche: polmoni, aggressività e zero virtuosismi. Qualche grande prova da difensore lo scorso anno, mentre oggi regge l'equilibrio tattico di un centrocampo spesso sbilanciato. I suoi limiti tecnici sono evidenti, le disattenzioni spesso anche, ma quando è in giornata sa essere fondamentale PODOSLKI Arrivato nel primo mercato di gennaio di Mancini per completare la metamorfosi tattica dell'Inter dalle due punte al tridente, Lukas Podolski portò con sé dall'Arsenal un buon bagaglio di esperienza. La sua condizione fisica, però, fu assolutamente improponibile e giocò poche presenza da comparsa, riuscendo però a segnare un gol bellissimo contro l'Udinese. Il suo sinistro era ancora quello dei tempi migliori, ma non incise minimamente sulla seconda parte di stagione dei nerazzurri. Meteora. OSVALDO Uno degli attaccanti più dotati dell'Inter post Triplete, arrivato a Milano via Southampton grazie all'ennesima scommessa su un cavallo di razza sempre più imbizzarrito. Pablo Daniel Osvaldo aveva avuto l'ultimo dei suoi frequentissimi scambi di vedute con José Fonte, idolo dei Saints: qualche gol da Tate Modern non lo trattenne tra le grazie dei tifosi inglesi. Ci puntò forte l'Inter di Mazzarri, che decise di dare un'altra chance alla rockstar italo-argentina. I primi tempi furono come un amore sbagliato: intenso e sconvolgente, fatto di momenti strepitosi. Dani segnò e si guadagnò l'affetto di una tifoseria che probabilmente sapeva già che avrebbe dovuto godersi quei giorni come se fossero contati. Tutto finì allo Juventus Stadium, quando in campo litigò con Icardi per un mancato assist. Gli spogliatoi celano la verità su quel brusco episodio, ma da quel giorno Pablo Osvaldo non ebbe più grandi chances. Ora è musicista a tempo pieno, dopo aver fatto due calcoli e aver definitivamente preferito il palco al pallone.

Da Ince a… Kompany? Dalla Premier all’Inter tra top e flop

Federico Raso - Autore

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Autore:Federico Raso

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