16 Febbraio 2016

FOCUS – Indispensabile

La sua caviglia ha pianto tanto, lui stesso ha pianto tanto per il Mondiale perso nel 2014, con un gol sbagliato in finale contro la Germania. Da lì in avanti, la sensazione che il Palacio vero, quello da venti gol stagionali, si sia affievolito definitivamente tra i suoi problemi fisici. Eppure, dopo aver esaltato Ljajic, apprezzato parzialmente Perisic, ritrovato Biabiany, amato Jovetic e accolto Eder, ci ritroviamo con el Trenza titolare inamovibile, pedina praticamente fissa della mutevole Inter delle ultime giornate.

Indispensabile, perchè la sua abilità di leggere calcio trascende dalla mera prestanza fisica: i suoi movimenti senza palla sono trattati di intelligenza, sa dove farsi trovare in ogni occasione e con la palla non è da meno, visto che sprecare palloni e fare giocate banali non sono azioni contemplate dal suo vocabolario calcistico. Mai banale ma sempre semplice, perchè Rodrigo Palacio è un fiero esponente di un calcio semplice, fatto di palla bassa, movimento e praticità, il tutto rafforzato da un piede più che buono. Il fatto che da Appiano Gentile siano passati tanti giocatori, di cui molti sono tutt’ora presenti, chiamati con il compito di calzare a questa Inter l’abito di una squadra con gli esterni offensivi e oggi sia titolare lui deve far pensare. 34 anni appena compiuti, una caviglia comunque provata e comunque passa sopra ai vari Perisic e Ljajic. Contestare le scelte di Mancini non è assurdo in questa situazione di crisi, ma questa scelta in particolare sembra una delle più razionali, viste le prestazioni che l’argentino offre ogni domenica, di pura dedizione e sostanza.

I detrattori della Joya (perchè l’apodo che oggi è noto per Dybala è lo stesso di Rodrigo) confutano la scelta facendo riferimento alle condizioni fisiche, ma settanta minuti di lavoro indispensabile vengono sempre offerti dalla seconda punta ex Boca, sempre molto attiva e intelligente in campo. E’ l’ennesimo spunto per ripetersi quanto questo giocatore sia sbocciato tardi, di quanto la sua militanza argentina sia stata intensa e di quanto il suo periodo di adattamento sia stato breve. Palacio è stato sottovalutato per anni e paradossalmente riesce a farsi sottovalutare anche oggi, dimostrando che qualcosa da dare all’Inter lo ha ancora.

Il rinnovo è arrivato da poco e l’eventualità di una partenza a parametro zero (il suo Boca Juniors in agguato) è stata scongiurata, dimostrando che l’Inter punta su una delle menti calcistiche più agili e flessibili della Serie A di questo decennio. L’unico rammarico è quello di non aver vinto ancora  nulla con il Trenza in prima linea, un uomo legato ai colori nerazzurri e pronto a sudare sette camicie per la causa. Al contrario di quanto si dica, del calcio da dispensare c’è ancora nelle sue gambe, ma per la gloria bisogna aspettare che tutto torni al suo posto. Intanto Rodrigo c’è e continua a farsi amare.