Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Roma 0-1
L'analisi sulla sconfitta di San Siro

Come ogni post-partita, iniziamo questa nuova settimana con l’analisi dell’ultima sconfitta incassata dall’Inter in casa contro la Roma. Una partita in cui tutti si aspettavano una reazione da parte dei nerazzurri, ma che invece ha riservato ancora una prestazione sottotono e con poche energie da parte della squadra di Simone Inzaghi. Ecco cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Roma 0-1.
Il momento più difficile degli ultimi anni. Non ci sono altre parole per descrivere la situazione dell’Inter, alla terza sconfitta consecutiva e con un dato inquietante: non segna da 300 minuti. Una squadra stanca, svuotata, in cui la tensione cresce di pari passo con la fatica fisica e mentale. I segnali sono chiari e preoccupanti: il crollo è evidente e ora serve una reazione immediata per non vedere vanificato tutto.
La sensazione è che l’Inter non si sia mai veramente ripresa dopo l’enorme sforzo di Champions contro il Bayern Monaco. Anche oggi, nella sfida contro la Roma, i nerazzurri avevano iniziato con buona energia. Per qualche minuto si è rivista un’Inter viva, vogliosa di rimettersi in piedi almeno sul piano della motivazione. Tuttavia, il secondo tempo ha fatto emergere i problemi più gravi: mancanza di lucidità negli ultimi trenta metri, qualità offensiva sotto il livello minimo e un’evidente stanchezza fisica che, a questo punto della stagione, non può più essere un alibi esclusivo.
Sui social e nelle chiacchiere da bar si ripeterà il mantra: “Non parliamo degli arbitri”. Bene, chiariamolo subito: l’Inter non ha perso per colpa dell’arbitro Fabbri. Però – ed è un però pesante – va detto senza paura di sembrare piagnoni. Inaccettabile non concedere il rigore su Bisseck nel finale: fallo netto, visibile anche senza bisogno del VAR. E poco prima, il contatto su Dumfries: se l’olandese si fosse lasciato cadere con più teatralità, probabilmente staremmo parlando di un altro rigore. Gli episodi arbitrali non devono diventare un alibi, ma ignorarli sarebbe altrettanto sbagliato. In un campionato in cui ogni punto può pesare come un macigno, ricordiamoci che a Napoli magari basterà il rigore scandaloso di Empoli per cambiare la storia di un’intera stagione.
In questo pomeriggio grigio si salva Francesco Acerbi, ultimo a mollare, vero trascinatore di una difesa troppo spesso abbandonata a se stessa. Da segnalare anche il buon rientro di Dumfries: subito pericoloso sulla fascia, la sua spinta sarà fondamentale per ritrovare freschezza e profondità in avanti.
Il quadro resta comunque delicatissimo. Quando le cose girano male, finiscono spesso per peggiorare: basti pensare all’infortunio di Pavard e alla sfortunata carambola che ha portato al gol della Roma. Ora l’Inter è attesa da una sfida decisiva contro il Barcellona in Champions League. Nel frattempo, il Napoli – che sembra avere un calendario molto più abbordabile – scappa. Ma niente è ancora scritto. E proprio nei momenti più duri si vede di che pasta sono fatte le grandi squadre.
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