17 Febbraio 2025

Cinque cose che abbiamo imparato da Juventus-Inter 1-0

Il nostro approfondimento dopo l'ultima sconfitta a Torino

Quella che si è appena aperta non sarà certamente una settimana tranquilla in casa Inter. Ad Appiano Gentile è tempo di analisi, riflessioni e tanta autocritica per capire esattamente cosa in questa stagione proprio non sta funzionando negli scontri diretti. La sconfitta contro la Juventus è l’ennesimo passo falso commesso in questo campionato dai nerazzurri, stranamente inefficaci e timidi ancora una volta in un big match.

Come di consueto, cerchiamo di esaminare le cinque cose più importanti che abbiamo imparato dalla sconfitta di ieri sera incassata dall’Inter contro la Juventus nel derby d’Italia.

1) L’Inter lascia Torino con l’amaro in bocca e la sensazione di aver gettato via un’altra grande opportunità. Contro una Juventus che sta vivendo il suo momento migliore della stagione, ma che non aveva mai vinto quattro partite di fila fino a questo punto, la squadra di Inzaghi ha raccolto un solo punto tra andata e ritorno. Un bottino troppo misero per chi punta a vincere il campionato.

2) Entrambi gli allenatori avevano studiato la partita nel dettaglio, e il primo tempo dell’Inter ne è stata la prova: tante occasioni, tante azioni costruite con intelligenza, ma nessuna finalizzazione. Sprecare così tanto contro una squadra come la Juventus è un lusso che non ci si può permettere. E nel secondo tempo la differenza è stata evidente: la squadra di Thiago Motta ha saputo essere più cinica, più cattiva, più disposta a vincerla anche in modo sporco, trovando il gol decisivo in mischia. L’Inter, invece, sembra avere sempre bisogno di costruire tantissimo per segnare, e questo rappresenta un problema.

3) C’è poi un evidente problema psicologico soprattutto quando l’Inter gioca a Torino. Con Inzaghi, in questo stadio, la squadra ha segnato solo tre gol, due dei quali su rigore. E se nel primo tempo la squadra ha creato tanto, la sensazione è che nei momenti chiave sia entrata in gioco una frenesia difficile da spiegare. Nei 30 metri finali si vedono ancora troppi errori, spesso banali, che alla lunga si pagano. La Juventus non ha bisogno di dominare per segnare, l’Inter sì. Questo è un tema su cui lavorare, perché in partite così importanti l’efficacia sotto porta è fondamentale.

4) Se l’Inter vuole dimostrare di essere davvero una squadra di alto livello, deve ripartire immediatamente. Le ultime quattro partite hanno portato solo quattro punti, troppo pochi per chi ambisce allo scudetto. Ma il campionato è ancora apertissimo: il Napoli dista solo due punti e c’è uno scontro diretto ancora da giocare al Maradona. Tutto può succedere, ma per rimanere in corsa scudetto servono risposte immediate e convincenti già dalla prossima giornata contro il Genoa.

5) Quando si perde una partita del genere, si cerca sempre un colpevole. La verità è che le responsabilità sono spesso condivise. Lautaro Martinez ha avuto occasioni pesanti e le ha sprecate. I suoi errori pesano più di altri, perché da un giocatore del suo livello ci si aspetta il guizzo decisivo nei momenti cruciali. Su Inzaghi si sono lette molte critiche, e alcune sono ingenerose. L’unico appunto che gli si può fare è un nervosismo che a volte si trasmette alla squadra e la condiziona. Anche la scelta di inserire Correa nell’assalto finale si è rivelata inefficace: invece di portare più pressione, ha finito per schiacciare ulteriormente la squadra.